Mar. Nov 5th, 2024

La Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri fa luce sul tentato omicidio di Pasquale Inzitari. Individuato il commando

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Nelle prime ore di questa mattina i Carabinieri del Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, nelle province di Brescia, Bologna e Viterbo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia diretta dal procuratore Nicola Gratteri. I provvedimenti sono stati emessi a carico di 4 persone. In carcere sono finiti Francesco Candiloro, 44 anni di Polistena e Michelangelo Tripodi, 46 anni di Vibo Valentia; ai domiciliari Gianenrico Formosa, 52 anni e Antonio Domenico Scarcella, 56 anni. Sono gravemente indiziati, nei diversi ruoli attribuitigli, in questo stato del procedimento e fatte salve le diverse possibili valutazioni delle fasi successive,dell’omicidio tentato, posto in essere la sera del 25 luglio 2017, nei confronti dell’imprenditore della provincia di Reggio Calabria Pasquale Inzitari. Le indagini afferenti al procedimento in questione sono state effettuate dai militari del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Corigliano Rossano, sotto il coordinamento investigativo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Gli accertamenti tesi ad identificare gli autori del gravissimo fatto sangue, scongiurato solo da una serie di circostanze favorevoli, sono stati effettuati sin dalle fasi immediatamente successive all’azione dei killer. Dai primi approfondimenti emerse che quella sera di luglio del 2017, nel piazzale del centro commerciale «I Portali» di Corigliano Rossano, un commando di professionisti del crimine, dopo aver effettuato i sopralluoghi dell’area, aveva attuato un piano studiato nei dettagli per attentare alla vita dell’imprenditore reggino. I componenti del commando avevano atteso l’imprenditore all’esterno, dove una volta intercettato lo avevano seguito a bordo di un potente motociclo. In quel parcheggio era poi iniziata l’azione di fuoco dei malviventi, che non era andata a segno solo per la pronta reazione di quella che era stata individuata come la vittima della spedizione. Una serie di colpi esplosi all’indirizzo dell’imprenditore tra la gente, che quella sera era presente nel piazzale condiviso tra le numerose attività del complesso commerciale. In quella fase l’obiettivo dei killer era riuscito a sottrarsi dall’azione di fuoco rifugiandosi all’interno di un esercizio commerciale. Le indagini condotte, riaperte e finalizzate negli ultimi mesi, hanno permesso di dimostrare, in termini di gravità indiziaria, che la «spedizione» era stata attuata allo scopo di agevolare l’attività mafiosa della ‘ndrangheta, nella sua articolazione territoriale della cosca Crea di Rizziconi. I ruoli di Candiloro e Tripodi Le indagini sviluppatesi nel tempo con il ricorso a delle complesse tecniche investigative, hanno permesso di raccogliere una serie di evidenze probatorie concordanti. Tra i destinatari della misura cautelare figurano anche Francesco Candiloro  e Michelangelo Tripodi, già detenuti poiché arrestati nel mese di ottobre del 2021, nell’ambito delle indagini condotte dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, in quanto ritenuti essere i responsabili dell’omicidio di Marcello Bruzzese, fratello del collaboratore di Giustizia Girolamo Biagio Bruzzese. A seguito del processo di primo grado, per questo fatto di sangue, i due sono stati condannati alla severa pena dell’ergastolo. L’attività in questione, che ha consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere il provvedimento odierno, è stata caratterizzata anche dal proficuo coordinamento investigativo attuato con la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, titolare di procedimenti afferenti ulteriori fatti delittuosi che rientrano nell’attuazione pratica del programma della cosca della ‘ndrangheta dei Crea di Rizziconi.