Gio. Ago 15th, 2024

A Ivrea, Chivasso e Vibo i carabinieri hanno arrestato 9 soggetti per numerosi reati tra cui truffa aggravata, estorsione, ricettazione, usura, violenza privata, aggravati dal metodo mafioso.

Continua dopo la pubblicità...


CAMPAGNA-ANTINCENDIO-2024_6x3mt-4_page-0001
futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

I carabinieri hanno arrestato nove persone questa mattina, fra Piemonte e Calabria, nell’ambito di un’inchiesta sulla presenza della ‘ndrangheta della zona di Ivrea (To). L’operazione ha colpito un gruppo criminale ritenuto emanazione alla cosca Alvaro ‘carni i cani’ di Sinopoli (Rc). Il blitz ribattezzato “Cagliostro” è stato eseguito tra Chivasso, Ivrea e Vibo Valentia. Le accuse contestate a vario titolo agli indagati sono di associazione mafiosa, truffa aggravata, estorsione, ricettazione, usura, violenza privata e detenzione ed il porto illegale di armi; tutti aggravati dal metodo mafioso. Gli investigatori ritengono di aver accertato nel corso dell’indagini, condotta a partire dal 2015, l’operatività di una Locale, ovvero una struttura delocalizzata e territoriale della ‘ndrangheta, attiva sul territorio di Ivrea e nel suo hinterland, composta da soggetti ritenuti appartenenti agli Alvaro, cosca originaria di Sinopoli, nel reggino, meglio nota come “carni i cani”.

Secondo gli inquirenti la “struttura” avrebbe avuto una organizzazione e una ripartizione degli associati in ruoli di vertice e di subordinati, e si sarebbe avvalsa della forza d’intimidazione “del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva” per commettere in particolare estorsioni, truffe ed usura. Per la Dda a capo vi sarebbe stato Domenico Alvaro, già condannato per associazione mafiosa, e diretta emanazione del padre, il boss Carmine, detto “u cupirtuni”.

Due le strutture individuate e due gli ambienti criminali distinti, entrambi di matrice ‘ndraghetista in cui Domenico Alvaro si sarebbe mosso. Da un lato un’organizzazione dedita ad un vasto traffico di stupefacenti su scala internazionale con base a Torino; dall’altro una struttura, facente capo allo stesso Alvaro, “impegnata” in vari reati contro il patrimonio sia in Italia che all’estero. La struttura attiva nel traffico di droga è stata censita con l’indagine “Cerbero”, che i primi di novembre del 2019 portò all’arresto di 71 persone accusate di associazione mafiosa e traffico internazionale di stupefacenti, oltre che di altri reati

La seconda struttura invece, approfondita con l’indagine che ha portato agli arresti di oggi. fa emergere che Carmine Alvaro, servendosi del figlio primogenito, Domenico, avrebbe strutturato una Locale radicata appunto ad Ivrea e collegata alla rete unitaria della ‘ndrangheta piemontese.

Gli arresti di oggi rientrano nell’ambito dell’operazione Cagliostro, derivano da truffe ai danni di imprenditori in difficoltà. Le somme sottratte in modo fraudolento supererebbero i 600 mila euro. Scoperte anche due estorsioni condotte ai danni di un broker finanziario. I nove arrestati si trovano in carceri situate in regioni limitrofe al Piemonte in attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip.

Print Friendly, PDF & Email