Mar. Nov 5th, 2024

Le lunghe mani della ‘ndrangheta sulla Sardegna. Il quotidiano L’Unione Sarda pubblica un articolo dettagliato in cui racconta i legami tra San Luca – comune in provincia di Reggio Calabria – e l’Isola, sfociato nell’inchiesta Platinum Dia della Direzione investigativa antimafia, una maxi operazione tra SardegnaGermania e Spagna.

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Da San Luca a Cagliari

“Da San Luca alle rive del lago di Costanza – scrive il quotidiano – nel Land tedesco del Baden Wùrttemberg, dal Brasile alla Sardegna, il passo è breve. La storia criminale di ‘ndrangheta è senza confini, l’unico passaporto che si riconosce è quello degli affari loschi, da consumare con il sangue e la spregiudicatezza più cruenta. Pensare che l’Isola dei Nuraghi potesse diventare protagonista di questo universo, anni fa, sarebbe stata una previsione da bollare come allarmistica. I fatti, però, raccontano un’altra storia. Prima lo sbarco a Nuchis, poi l’invasione del penitenziario di Massama ad Oristano, passando per il carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro, sino al prossimo trasferimento di oltre 90 capimafia nel carcere cagliaritano di Uta.

La Sardegna – si legge nell’articolo a firma di Mauro Pili – è entrata a pieno titolo nel circuito più nefasto della criminalità organizzata. Dentro le strutture penitenziarie sarde, raccontano radio carcere e i verbali degli inquirenti, iniziano i primi contatti tra la malavita locale e gli esponenti di spicco delle grandi organizzazioni criminali, dalla Mafia alla Camorra, dalla Sacra corona unita alla ‘Ndrangheta. È il 5 maggio dello scorso anno – è scritto ancora – quando scatta una delle operazioni più imponenti della Direzione Investigativa Antimafia. Ad essere intercettati due esponenti di primo piano della ‘ndrangheta posizionati tra Sassari e Alghero, uno in carcere e l’altro agli arresti domiciliari.

“Platinum Dia”

È da quelle conversazioni che scatta una maxi operazione internazionale tra la Sardegna, il territorio italiano, la Germania e la Spagna. Il nome in codice dell’incursione nel cuore del potere di San Luca è Platinum-Dia. La cosca di San Luca – riferisce Mauro Pili – controlla un sistema articolato di narcotraffico internazionale con la Sardegna drammaticamente coinvolta in un vortice sempre più preoccupante. Finiscono in carcere 33 personaggi di primo piano, 65 gli indagati. Tra Cagliari e Alghero raggiungono le patrie galere sette soggetti sardi, tutti basisti dell’infiltrazione ‘ndranghetista nell’Isola. Una retata in grande stile che, però, sull’istante, non aveva ancora disvelato il cuore della strategia criminale.

Sui piani della famiglia criminale di San Luca gli investigatori non lasciano margini: “Aveva gettato le basi per aprire una nuova piazza di spaccio in Sardegna… svelando chiaramente l’intenzione di importare in Sardegna, con cadenza mensile, ingenti quantitativi di stupefacente, spostando il baricentro delle attività di spaccio gestite dallo stesso, dalla Sicilia alla Sardegna, ove creare una nuova e redditizia piazza di spaccio sarda”. Parole vergate con il marchio della Dia. In pratica – racconta il quotidiano – una delle più imponenti organizzazioni del narcotraffico al mondo aveva pianificato di “spostare il baricentro dalla Sicilia alla Sardegna“.

“Un nuovo mercato per la ‘ndrangheta”

È sempre l’ultimo dossier della Direzione investigativa antimafia a tracciare modalità e obiettivi dell’organizzazione criminale: “La Sardegna ha rappresentato per la ‘ndrangheta un mercato nel quale entrare, con la propria organizzazione e struttura logistica, per la vendita di sostanze stupefacenti, ove espandere i propri commerci illeciti, sia individuando nuovi canali di smercio, sia iniziando ad effettuare importazioni di rilevanti quantitativi, creando quindi una nuova rete di affari tramite soggetti cagliaritani”

“In considerazione della sua importanza commerciale ed imprenditoriale – secondo la Dia – il capoluogo sardo è maggiormente esposto all’influenza dei sodalizi mafiosi extraregionali”. A Uta, intanto, nel carcere alle pendici di Monte Arcosu – conclude l’articolo della testata sarda – come se niente fosse, si prepara il nefasto arrivo di altri 92 capimafia. Nella terra dei Nuraghi regna un silenzio maledetto, quasi un benvenuto ai signori di San Luca nell’Isola Cayenna di Stato”.

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