Affari, intimidazioni e controllo dei parcheggi: la figura del giovane Bellocco nell’inchiesta “Doppia Curva” della Dda di Milano.
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Durante un pranzo a Milano, Pino Caminiti introduce Totò Bellocco, rampollo della famiglia ‘ndranghetista di Rosarno, ai vertici della criminalità legata alle curve del Milan e dell’Inter. L’incontro, documentato nell’inchiesta “Doppia Curva” della Dda di Milano, ha svelato il ruolo cruciale di Bellocco e degli altri presenti negli affari legati allo stadio San Siro, tra cui la gestione dei parcheggi, definita da Caminiti “il mangiare di mia figlia”.
La riunione ha anche messo in luce l’influenza della famiglia Bellocco nel controllo delle curve. Totò Bellocco, descritto come un leader temuto e rispettato, ha assunto un ruolo di primo piano nella gestione degli affari legati alle tifoserie, respingendo chiunque cercasse di prendere il controllo. Caminiti ha ricordato come anche l’ex capo ultrà Vittorio Boiocchi avesse tentato di sottrargli gli incassi, senza successo.
Le forze dell’ordine sono ben consapevoli della presenza della ‘ndrangheta dietro le attività dei tifosi. Caminiti ha infatti rivelato che la polizia ha avviato nuove indagini dopo aver riconosciuto Bellocco allo stadio, utilizzando microspie e controlli mirati. “Li aspettano al varco”, ha detto Caminiti, evidenziando la pressione crescente delle autorità pronte a colpire.