Dom. Set 1st, 2024

L’ex direttore sanitario della Asl di Pavia dovrà risarcire 40mila euro per danno all’immagine all’Azienda socio sanitaria Santi Paolo e Carlo di Milano. Coinvolto in inchieste di corruzione e turbativa d’asta aggravata dall’agevolazione delle cosche, era già stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

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La Corte dei Conti della Lombardia ha emesso una condanna nei confronti dell’ex direttore sanitario della Asl di Pavia, arrestato nel luglio del 2010 nell’ambito della maxi inchiesta “Infinito” contro la ‘Ndrangheta in Lombardia e successivamente condannato in via definitiva a 12 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Il provvedimento attuale riguarda un processo per presunta turbativa d’asta e corruzione, aggravata dall’aver agevolato le cosche, risalente a fatti avvenuti 14 anni fa.

L’ex manager, secondo quanto riportato dall’Ansa, è stato condannato a risarcire, in solido con l’ex direttore amministrativo dell’ospedale San Paolo di Milano, 40mila euro di danni all’immagine all’Azienda socio sanitaria Santi Paolo e Carlo di Milano. La vicenda al centro del processo penale coinvolgeva una gara d’appalto per i servizi infermieristici presso la casa di reclusione di Milano Opera, indetta dall’azienda ospedaliera San Paolo e provvisoriamente aggiudicata al Consorzio Fatebenefratelli.

L’ex direttore amministrativo aveva patteggiato 3 anni e 4 mesi, mentre l’ex direttore sanitario era stato condannato a 2 anni e 1 mese, con alcune imputazioni prescritte. La sua condanna definitiva del 2015 per concorso esterno in associazione mafiosa, lo ha legato ulteriormente alle attività della ‘Ndrangheta.

La Corte dei Conti ha sottolineato che i fatti attribuiti all’ex direttore amministrativo sono stati considerati in continuazione con altri reati analoghi, oggetto di una sentenza del 2013 riguardante una corruzione aggravata legata a un’altra gara d’appalto per la manutenzione delle attrezzature elettromedicali dell’ospedale San Paolo. Alcuni degli imputati coinvolti, tra cui l’ex direttore sanitario, sono stati ritenuti vicini alla ‘Ndrangheta.

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