Mar. Lug 16th, 2024

Si è aperto, al tribunale di Murcia il processo per l’omicidio di Giuseppe Nirta, 52enne originario di San Luca, ma a lungo operativo in Valle d’Aosta e, agli albori dell’inchiesta Geenna, durante la quale si è consumato il delitto, considerato dagli investigatori uno dei referenti dei traffici di stupefacenti internazionali della ‘ndrangheta di passaggio dalla Valle d’Aosta.

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Sul banco degli imputati la compagna dell’uomo Cristina Elena Toma, unica accusata del delitto avvenuto la sera del 9 giugno 2017 davanti alla villa dell’uomo fuori Murcia. La donna si è sempre detta innocente e sostiene che a colpire Nirta con sette colpi di pistola siano stati dei sicari. Non così la pensa la Guardia Civil spagnola e la procura che nel gennaio scorso ha chiesto il processo che proseguirà nei prossimi giorni.

La vittima era fratello di Bruno Nirta, per carabinieri e Dda di Torino al vertice della locale aostana di ‘ndrangheta e condannato l’anno scorso, nel secondo grado del processo Geenna, a 12 anni 7 mesi e 20 giorni di reclusione.

L’avvocato dell’imputata ha ribadito ancora oggi la posizione di totale estraneità al delitto della sua assistita. Il 3 maggio dovrebbe esserci la sentenza. Toma rischia 26 anni di carcere.

rainews.it

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