Mar. Lug 16th, 2024

56 persone arrestate , 78 indagate e sequestri beni per oltre 250 milioni di euro. E’ questo il bilancio dell’operazione antimafia della Dda di Catanzaro, che stamane ha interessato le province di Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Palermo, Avellino, Benevento, Parma, Milano, Cuneo, L’Aquila, Spoleto e Civitavecchia. Tutti sono  gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, sequestro di persona, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza con violenza e minaccia e traffico di influenze illecite, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, nonché di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione ed al riciclaggio di macchine agricole, aggravate dalla transnazionalità e dall’agevolazione mafiosa. Imprenditori e sindacalisti nella lista delle persone indagati. Colpite le cosche La Rosa di Tropea, Mancuso di Limbadi e Nicotera, Lo Bianco-Barba di Vibo, Il Grande di Parghelia, Accorinti di Briatico e Zungri. Tra gli arrestati Antonio Mancuso, 40 anni, di Limbadi; Diego Mancuso, 70 anni, di Limbadi, residente in un villaggio turistico di Santa Maria di Ricadi; Domenico Mancuso, 48 anni, di Limbadi (figlio del boss Giuseppe Mancuso cl. ’49. C’è anche l’ex direttore generale del Dipartimento Turismo della Regione Calabria, Pasquale Anastasi, 72 anni di Palmi, tra le persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare notificata all’alba di oggi dalla Squadra Mobile della Questura di Vibo Valentia nell’ambito del blitz contro la ‘ndrangheta e i suoi appetiti nel settore turistico. Nei confronti di Anastasi, attuale presidente della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” dedicata alla mistica Natuzza Evolo, la Dda di Catanzaro ha chiesto la misura cautelare e il gip lo ha posto ai domiciliari. E ai domiciliari sono finiti un altro funzionario della Regione Calabria, Rodolfo Bova, 57 di Bagnara Calabria e due storici funzionari della Prefettura di Vibo Valentia Rocco Gramuglia, 54 anni, originario di Bagnara Calabra, e Michele Larobina, 65 anni, di Arena, quest’ultimo già coinvolto nell’indagine Rinascita-Scott. Misura cautelare in carcere invece per l’imprenditore di Pizzo, Franco Stillitani, già arrestato nell’ambito dell’operazione “Imponimento” e da qualche giorno tornato in libertà senza alcuna misura dopo quasi due anni di detenzione (tra carcere e domiciliari). Nei mesi scorsi gli era stata applicata la misura dell’obbligo della firma che pochi giorni addietro, come detto, era stata revocata. Adesso, per lui, è scattato un nuovo arresto assieme Al fratello Emanuele Stillitani. In carcere è finito pure Gianfranco La Torre, sindacalista di Ricadi ed ex consigliere provinciale. Coinvolto Gianfranco La torre di Ricadi ex assessore al comune di Ricadi e sindacalista di un patronato.

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