Tra i fermati vi erano l’allora vicesindaco Celi, che secondo l’accusa sarebbe stato «partecipe alla cosca Bellocco-Cimato imperante in San Ferdinando e zone limitrofe, nella qualità di referente politico del sodalizio mafioso, rivestendo in seno all’Amministrazione Comunale la carica di Vice Sindaco; con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, eseguire le direttive dei vertici dell’associazione nell’interesse dell’intera organizzazione criminale; con compiti operativi nel settore delle armi e dei danneggiamenti; più in generale, è a completa disposizione degli interessi della cosca, cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo».
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Difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Pasquale Galati, Celi è stato assolto, per non aver commesso il fatto, dall’accusa di associazione mafiosa e condannato alla pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione e 5mila euro di multa per detenzione di arma. Un’altra imputata, Caterina Papasidero, è stata condannata a 2 anni di reclusione.
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