Dom. Ago 18th, 2024

Provincia di Reggio Calabria
Le analisi di settore e le pronunce giudiziarie degli ultimi anni consentono di confermare la ripartizione della
presenza criminale reggina secondo le macro-aree del “mandamento centro”16, “mandamento tirrenico”17 e “mandamento ionico”18.
– Mandamento CENTRO
Nel mandamento centro si osserva l’egemonia delle cosche LIBRI, TEGANO, CONDELLO e DE STEFANO, peraltro,
confermata da importanti pronunciamenti giudiziari. Emblematici, in tal senso, gli esiti del processo “Gotha”19,
che hanno fatto emergere, tra i vari aspetti criminali, l’operatività di un’”area grigia” funzionale al condizionamento del voto20.
Nel corso del semestre il centro cittadino è stato caratterizzato da una recrudescenza di atti criminosi21, tuttora
oggetto di indagine, che hanno suscitato notevole allarme nell’opinione pubblica.
15 L’estrema frammentazione della realtà criminale calabrese, comporta la raffigurazione grafica delle sole componenti principali della ‘ndrangheta,
il cui posizionamento su mappa è meramente indicativo.
16 Ricomprende la città di Reggio Calabria e le zone ad essa limitrofe.
17 Si estende sull’omonima zona tirrenica, la cd. “Piana”.
18 Comprende la fascia ionica, la c.d. “Montagna”.
19 Il 22 novembre 2018, sono state depositate le motivazioni della sentenza emessa nell’ambito della citata inchiesta giudiziaria (p.p. 6859/16
RGNR mod.21 DDA), in rito abbreviato, con la quale, il 1° marzo 2018 erano state irrogate dure condanne nei confronti degli imputati. Il processo era scaturito dalla unificazione di cinque importanti inchieste della DDA di Reggio Calabria (stralcio del p.p. 9339/2009 – operazione
“Mammasantissima”, a cui sono stati riuniti gli stralci del p.p. 5953/2011 RGNR DDA – operazione “Alchemia”, del p.p. 7013/2013 RGNR DDA
– operazione “Reghion”, del p.p. 65/2013 RGNR DDA – operazione “Fata Morgana” e del p.p. 1338/2014 RGNR DDA – operazione “Sistema
Reggio”), consentendo l’individuazione, sin dal 2008, di una cupola mafioso-affaristico-imprenditoriale-massonica.
20 Tra i 25 condannati, infatti, spicca la figura di un avvocato, esponente del clan DE STEFANO per il quale il GUP ha rilevato la “… straordinaria
capacità di governare ed orientare lo scenario politico locale in modo tale da determinare le sorti delle elezioni comunali, provinciali, regionali ed europee …
giungendo finanche a stabilire chi, fra un candidato e l’altro, debba prevalere. Ciò, evidentemente, è il frutto di sinergie criminali risalenti nel tempo, le
quali traggono forza e vigore dal ruolo di primissimo rilievo …in seno alla ‘ndrangheta, per esserne non solo “parte” integrante, ma addirittura suo vertice
assoluto…”.
21 In particolare, diversi atti intimidatori perpetrati nei mesi di novembre e dicembre 2018: l’incendio ai danni di una pasticceria-panetteria,
inaugurata un mese prima, l’incendio di un bar e di una pizzeria, nonché il posizionamento di una bottiglia incendiaria davanti ad un negozio
di abbigliamento.

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Nell’area nord del capoluogo, ove da tempo risulta operativa la cosca CONDELLO, nel quartiere Gallico, già nei
primi mesi del 2018 sono stati registrati alcuni agguati, attentamente vagliati dalle forze dell’ordine con attività
info-investigative. Nel semestre in esame è arrivata una risposta giudiziaria: nel mese di luglio, la Polizia di Stato
ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 4 persone nell’ambito dell’operazione “De Bello Gallico”22, i cui esiti hanno fatto luce sul possibile nesso tra l’omicidio di CHINDEMI Pasquale23 e l’omicidio di Fortugno del 16 marzo 201824.
Gli indagati sono ritenuti componenti di un nuovo gruppo criminale, intenzionato ad affermare la propria leadership nel territorio di Gallico anche con l’uso delle armi, attraverso la pianificazione di azioni delittuose volte
ad assumere il controllo delle attività estorsive in danno di imprenditori e commercianti del luogo e ad eliminare
esponenti delle fazioni contrapposte.
Le indagini concluse nel semestre hanno fatto luce anche su altri episodi criminali risalenti ad anni passati. Nel
mese di luglio, sempre a Gallico e a Vibo Valentia, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare25 nei confronti di 3 affiliati ai CONDELLO, ritenuti responsabili dell’omicidio avvenuto il 12 agosto 201126,
nel citato quartiere reggino, di Giuseppe CANALE, pluripregiudicato affiliato al clan RODÀ.
Nei confronti della cosca è proseguita anche l’azione di aggressione ai patrimoni illeciti. Nel mese di ottobre, a
Reggio Calabria, i Carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro di beni, per un valore di circa 1 milione di
euro27, nei confronti di un esponente dei CONDELLO, imputato nell’ambito del processo “Gotha”, con l’accusa
di associazione di tipo mafioso.
Dall’analisi delle inchieste giudiziarie degli ultimi anni emerge, poi, come le cosche maggiormente strutturate
della ‘ndrangheta reggina, al pari di altre organizzazioni mafiose di diversa matrice, non si siano lasciate sfuggire
il lucroso settore dei giochi.
22 P.p. 1775/18 RGNR – 2085/18 RG GIP – 29/18 ROCC, provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito il 4 luglio
2018.
23 Avvenuto il 14 febbraio, la vittima titolare di una ditta operante nel settore del materiale ferroso, era stato ucciso a colpi d’arma da fuoco nei
pressi della sua abitazione.
24 Omicidio di una donna ritenuta estranea a dinamiche criminali, FORTUGNO Fortunata (cl. 1970), attinta alla testa da un colpo di pistola
mentre era in auto con un presunto affiliato alla cosca AUDINO (legata alle famiglie DE STEFANO e TEGANO), rimasto ferito nell’azione di
fuoco.
25 P.p. 2618/16 RGNR DDA – 4124/16 RG GIP – 32/18 ROCC, emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria ed eseguita il 25 luglio 2018.
26 Il 10 novembre 2017, nell’ambito del medesimo procedimento penale, erano già stati tratti in arresto altri 6 soggetti.
27 P.p. 90/2018 RGMP – 42/18 Sequ., del Tribunale di Reggio Calabria, eseguito il 17 ottobre 2018.
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2. CRIMINALITÀ ORGANIZZATA CALABRESE 25
Relazione
del Ministro dell’Interno
al Parlamento sull’attività svolta
e sui risultati conseguiti dalla
Direzione Investigativa Antimafia
26 RELAZIONE SEMESTRALE AL PARLAMENTO
Proprio la recente operazione “Galassia”28 ha colpito gli interessi delle cosche TEGANO, DE STEFANO, PIROMALLI, PESCE e BELLOCCO, rivolti, tra l’altro, anche alla gestione delle attività illecite connesse al settore del
gioco e delle scommesse.
L’indagine è stata conclusa nel mese di novembre 2018 dalla DIA e dalla Guardia di finanza, sotto il coordinamento delle DDA di Reggio Calabria, Catania e Bari, con il fermo di indiziato di delitto di 18 persone e il sequestro
di un ingente patrimonio composto da 15 società italiane e 23 società estere, con sede in Austria, Malta, Romania,
Svizzera ed Antille Olandesi (Curacao), operanti nel settore dei giochi e delle scommesse. Sono stati inoltre sequestrati 24 immobili, 7 automezzi, 33 siti nazionali e internazionali di “gambling on line” ed innumerevoli quote
societarie e conti correnti nazionali ed esteri, per un valore complessivo stimato in oltre 723 milioni di euro.
Gli indagati promuovevano, mediante siti web, una vera e propria attività di “bookmaker”, effettuando una raccolta
illegale di denaro nei punti scommesse attestati in Toscana, Liguria, Lombardia e nelle province di Siracusa, Catania
e Crotone. Nel corso delle indagini – indirizzate verso società maltesi che avevano strutturato sul territorio italiano
una ramificata rete commerciale – è stato, altresì, rilevato l’esercizio abusivo di attività creditizia, l’organizzazione
di corse clandestine di cavalli, l’allestimento di “bische clandestine”, il riciclaggio e il traffico di sostanze stupefacenti.
Nell’ambito del mandamento centro, oltre ai menzionati DE STEFANO29, CONDELLO30, LIBRI e TEGANO, si registra
l’operatività della ‘ndrina SERRAINO, attiva nei quartieri reggini di San Sperato e nelle frazioni di Cataforio, Mosorrofa e Sala di Mosorrofa e nel comune di Cardeto. Nel mese di luglio, nell’ambito dell’operazione “TheoremaRoccaforte”31, la Polizia di Stato e i Carabinieri hanno eseguito una misura restrittiva nei confronti di 14 esponenti
della cosca LIBRI, a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto illegale
di armi aggravati dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni e violenza privata. Il provvedimento scaturisce
dagli esiti di due distinte ed articolate indagini, che hanno consentito di documentare le estorsioni imposte dalla
cosca nei quartieri di Cannavò, San Cristoforo, Vinco Pavigliana, Mosorrofa, Gallina, Modena, Ciccarello, San Gior28 P.p. 5585/2015 RGNR DDA di Reggio Calabria, provvedimento eseguito il 14 novembre 2018.
29 Importanti pronunciamenti giudiziari hanno riguardato la cosca nel semestre. In particolare, nel mese di novembre 2018, nel corso del processo
“Trash” (p.p. 5264/16 RGNR – maggio 2017) il GUP di Reggio Calabria ha irrogato 6 condanne (3 le assoluzioni), per un totale di 90 anni di
reclusione, a carico di esponenti della cosca DE STEFANO. Gli imputati erano riusciti, attraverso società di riferimento, ad intercettare ingenti
risorse pubbliche destinate al servizio della raccolta dei rifiuti.
30 Anch’essi colpiti da importanti esiti giudiziari. Il 18 settembre 2018, nell’ambito del processo “Sansone” (p.p. 3820/2008 RGNR DDA – 882/10
RGNR DDA del 15 novembre 2016), il GUP del Tribunale di Reggio Calabria ha deliberato 46 condanne, comminando pene per un totale di
oltre 500 anni di reclusione, a carico di esponenti delle cosche CONDELLO e ZITO-BERTUCA di Villa San Giovanni.
31 P.p. 1440/2013 RGNR DDA – 780/2014 RGGIP DDA – 70/2016 ROCC – 120/2016 ROCC, provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito il 31 luglio 2018.
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2. CRIMINALITÀ ORGANIZZATA CALABRESE 27
gio, Reggio Campi. Inoltre, sono stati acquisiti elementi circa le modalità di affiliazione, con particolare riferimento
a “gradi” e “doti” tipiche dell’ordinamento ‘ndranghetista, acclarando le procedure di reimpiego delle risorse della
“cassa comune”, i cui proventi venivano usati per il sostentamento delle famiglie degli affiliati detenuti o reinvestiti
attraverso la costituzione di società operanti in diversi attività commerciali, fittiziamente intestate a soggetti compiacenti, ma di fatto gestite dai vertici della consorteria. Nel medesimo contesto operativo è stato eseguito un sequestro preventivo di 6 imprese operanti nel settore edile e commerciale, per un valore di circa 1 milione di euro.
Nel quartiere di Santa Caterina si registra l’operatività della cosca LO GIUDICE32, a sud della città risultano attivi
i FICARA-LATELLA, mentre nei rioni Modena e Ciccarello insistono i gruppi ROSMINI e BORGHETTO-ZINDATO-CARIDI.
Nel mese di agosto, a Reggio Calabria, la Guardia di finanza ha eseguito un decreto di confisca di beni33 nei confronti di un imprenditore del settore edile, ex sorvegliato speciale di P.S., ritenuto intraneo alla cosca ROSMINI.
Il complesso dei beni colpiti dal provvedimento (un’impresa individuale esercente l’attività di commercio all’ingrosso di materiale da costruzione, 6 immobili, 2 veicoli, rapporti bancari/assicurativi e disponibilità finanziarie)
è stato stimato in circa 2,5 milioni di euro.
A sud della città, nel quartiere Gebbione, è attiva la cosca LABATE, anch’essa colpita da provvedimenti ablativi.
Nel mese di luglio, infatti, la Guardia di finanza ha eseguito un decreto di confisca di beni34 avente ad oggetto
un ingente patrimonio, costituito da imprese commerciali, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, riconducibile a 3 soggetti collegati alla citata cosca. Il provvedimento ha riguardato il patrimonio e le quote sociali
di 5 complessi aziendali, 62 beni immobili (fabbricati e terreni) siti in Reggio Calabria, 3 autoveicoli e rapporti finanziari/assicurativi e disponibilità finanziarie, per un valore di circa 33 milioni di euro.
Altrettanto ingente il provvedimento di confisca, eseguito ad ottobre dalla DIA, che ha riguardato35 i beni di un
imprenditore reggino operante nel settore del commercio di prodotti casalinghi ed alimentari, anch’egli vicino
ai LABATE. Il provvedimento ha interessato 4 società di capitali ed una ditta individuale, tutte con sede a Reggio
32 Il 10 ottobre 2018, a Reggio Calabria, la Polizia di Stato ha eseguito 2 ordini di carcerazione (p.p. 2478/07 DDA di Reggio Calabria), emessi
dalla locale Procura Generale presso la Corte d’Appello a carico di due esponenti della cosca LO GIUDICE che devono rispondere di associazione di tipo mafioso, violazioni in materia di armi, danneggiamento, reati contro il patrimonio ed altro.
33 Proc. n. 144/2016 – 66/2018 Provv, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria. Il provvedimento, eseguito il 14 agosto 2018, trae origine dalle
attività investigative eseguite nell’ambito dell’operazione “Araba Fenice”, condotta dalla Guardia di finanza nel 2013 con l’esecuzione di 47
provvedimenti restrittivi ed il sequestro di beni del valore di circa 90 milioni di euro. In tale contesto, il citato imprenditore era stato colpito
da una misura cautelare personale, per rispondere, tra l’altro, di associazione di tipo mafioso.
34 Proc. n. 40/2016 RGMP-60/2018 Provv, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito il 10 luglio 2018.
35 Proc. n. 17/2017 RGMP-93/2018 Provv, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito il 30 ottobre 2018.
Relazione
del Ministro dell’Interno
al Parlamento sull’attività svolta
e sui risultati conseguiti dalla
Direzione Investigativa Antimafia
28 RELAZIONE SEMESTRALE AL PARLAMENTO
Calabria, 7 immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro. Nei confronti
dell’imprenditore è stata disposta anche la misura della sorveglianza speciale.
Nella frazione cittadina di Trunca sono tuttora attivi gli ALAMPI, alleati con la cosca LIBRI, anch’essi colpiti, nel
semestre, dall’azione ablativa. Ad ottobre 2018, la Guardia di finanza ha eseguito due decreti di sequestro di
beni36 nei confronti di due affiliati, aventi ad oggetto unità immobiliari, terreni, rapporti finanziari e assicurativi,
per un valore complessivo di 1,6 milioni di euro37. Il successivo dicembre 2018, i Carabinieri hanno eseguito un
decreto di sequestro di beni38 a carico di un altro soggetto contiguo sempre agli ALAMPI.
A Melito di Porto Salvo permane la presenza della cosca IAMONTE39, che esprime la tendenza a conseguire i
propri affari anche fuori regione, come emerso nell’ambito dell’operazione “Nebbia calabra40“, conclusa nel mese
di novembre dalla Guardia di finanza e più diffusamente descritta nel paragrafo dedicato all’Emilia Romagna.
Nel mese di agosto, inoltre, la Guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro di beni41, per un valore
complessivo di circa 2 milioni di euro, nei confronti di un imprenditore attivo nel settore degli autotrasporti e
contiguo con la menzionata cosca IAMONTE e con quella dei PIROMALLI. Sempre nei confronti di un affiliato
alla cosca IAMONTE, già condannato nell’ambito dell’operazione “Ada”, militari dell’Arma dei carabinieri hanno
eseguito, nel mese di dicembre, a Melito di Porto Salvo, un consistente sequestro di beni.
Nel comune di Scilla42 risulta attiva la cosca NASONE-GAIETTI, colpita, a luglio 2018, da 2 decreti di sequestro di
beni43, sempre ad opera dell’Arma dei carabinieri, nei confronti di due fratelli esponenti del sodalizio in parola. Il prov36 Eseguiti il 23 ottobre 2018. Le figure criminali dei proposti erano emerse all’esito della nota operazione “Crimine” del 2010, in quanto inseriti
nel locale di ‘ndrangheta operante nelle frazioni del capoluogo reggino di Trunca e Allai ed, in tale veste, condannati nel 2012, rispettivamente,
alla pena di anni 4 e mesi 8 di reclusione ed alla pena di anni 6 di reclusione.
37 L’uomo, destinatario di misura cautelare personale nell’ambito dell’operazione “Rifiuti Spa 2” conclusa nel mese di luglio 2014 con l’esecuzione
di 24 ordinanza di custodia cautelare nei confronti di altrettanti appartenenti alla cosca ALAMPI (p.p. 5567/08 RGNR DDA – 5136/09 RG GIP,
è stato condannato, nel successivo processo, alla pena di anni 4 e mesi 8 dalla locale Corte d’Appello.
I beni attinti dalla misura ablativa (quote di proprietà di due aziende, rapporti bancari, polizze vita e prodotti finanziari) ammontano ad un
valore di circa 300 mila euro.
38 Proc. 118/2018 RGMP – 66/2018 Provv. Sequ, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria
39 Nel mese di ottobre, la Corte di Cassazione ha confermato, nell’ambito del processo “Ada” (conclusa nel febbraio 2013 con l’arresto di 65
affiliati e con il sequestro di beni per 4 milioni di euro), la sentenza della Corte d’Appello reggina irrogando 38 condanne definitive contro
esponenti dalla cosca IAMONTE per un totale di oltre 230 anni di reclusione.
40 P.p. 17815/15 RGNR – 13939/16 RG GIP, emessa dal GIP del Tribunale di Bologna e conclusa il 28 novembre 2018.
41 Proc. n. 56/2018 RGMP – 37/2018 Sequ, emesso da Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito il 10 agosto 2018.
42 Oggetto di scioglimento, con D.P.R. 22 marzo 2018, per infiltrazioni mafiose.
43 Proc. n. 42/2018 RGMP – 27/18 Sequ e 46/2018 RGMP – 29/18 Sequ.
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vedimento ha interessato 2 abitazioni, 2 fabbricati e conti correnti, per un valore complessivo di circa 650 mila euro.
A Villa San Giovanni risultano egemoni gli ZITO-BERTUCA-BUDA-IMERTI, mentre a Bagnara Calabra prevalgono
gli ALVARO-LAURENDI, nei comuni di Roghudi e Roccaforte del Greco risultano operativi i PANGALLO-MAESANO-FAVASULI e ZAVETTIERI44, e a S. Lorenzo, Bagaladi e Condofuri si conferma la presenza della cosca PAVIGLIANITI, legata alle famiglie FLACHI, TROVATO, SERGI e PAPALIA45. La spiccata capacità di inquinamento
dell’economia legale da parte di questi gruppi è emersa, nello scorso mese di luglio, nell’ambito dell’operazione
“Via col vento”46, eseguita dai Carabinieri con la cattura di 13 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, illecita concorrenza con violenza o minaccia e danneggiamento, aggravati dal
metodo mafioso, e induzione indebita a dare o promettere utilità. L’indagine, avviata nel 2012, ha documentato
una sistematica infiltrazione, da parte dai sopracitati PAVIGLIANITI, ma anche dei MANCUSO di Limbadi (VV),
dei TRAPASSO di Cutro (KR) e degli ANELLO di Filadelfia (VV), nel complesso delle opere necessarie alla realizzazione dei parchi eolici47 nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, esercitando un
condizionamento anche attraverso attività di natura estorsiva, per cui le imprese appaltatrici non colluse si vedevano
costrette a corrispondere alle cosche una percentuale sull’importo delle opere da realizzare.
Nel medesimo contesto operativo è stato eseguito un sequestro preventivo di 6 società riconducibili agli indagati
(una delle quali con sede nella provincia di Reggio Calabria) con relativi patrimoni aziendali, quote sociali e conti
correnti, per un valore complessivo stimato in circa 42 milioni di euro.
Su Condofuri opera il locale di Gallicianò. Nel mese di novembre, la DIA ha eseguito un provvedimento48 di confisca di beni nei confronti del capo del predetto locale49, che ha riguardato 6 unità immobiliari site in Reggio Calabria e disponibilità finanziarie per un valore di 500 mila euro. Contestualmente, il Tribunale reggino ha disposto
la sottoposizione del soggetto alla misura della sorveglianza speciale di P.S con obbligo di soggiorno per anni 4,
in quanto ritenuto socialmente pericoloso perché indiziato di appartenenza ad un’associazione mafiosa.
44 “Federati” dopo gli anni della sanguinosa “faida di Roghudi”.
45 Caratterizzate da significative proiezioni lombarde e stabili rapporti con le cosche reggine dei LATELLA e dei TEGANO, nonché con i TRIMBOLI di Platì e gli IAMONTE di Melito Porto Salvo.
46 P.p. 421/12 RGNR DDA – 200/13 RG GIP – 47/16 ROCC emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria ed eseguita il 12 luglio 2018.
47 Le attenzioni degli investigatori si sono focalizzate sugli impianti di Piani di Lopa-Campi di Sant’Antonio (RC), sul parco eolico di Amaroni
(CZ) e su quello di San Biagio e quello di Cutro (KR).
48 Proc. n. 19/2017 RGMP – 95/18 Provv., emesso dal Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito il 13 novembre 2018.
49 Condannato, nel 2001, dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria per associazione di tipo mafioso quale preposto alla riscossione di
tangenti per conto della cosca LIBRI; nel 2016, dalla Corte di Appello reggina ad anni 12 e mesi 6 di reclusione per associazione di tipo mafioso.
In tale contesto, è stato ritenuto “capo locale” di Gallicianò.
Relazione
del Ministro dell’Interno
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e sui risultati conseguiti dalla
Direzione Investigativa Antimafia
30 RELAZIONE SEMESTRALE AL PARLAMENTO
– Mandamento TIRRENICO
Le cosche del mandamento tirrenico continuano ad esprimere una spiccata propensione imprenditoriale. Peraltro,
negli ultimi anni si sono registrati mutamenti strutturali ed organici negli storici casati di ‘ndrangheta, con nuove
alleanze strategiche tra gruppi finalizzate al controllo delle attività illecite o al mantenimento degli equilibri criminali dell’area.
Particolarmente incisiva, anche nel semestre, è risultata l’azione di contrasto e di aggressione ai patrimoni da
parte della Magistratura e della polizia giudiziaria, soprattutto con riguardo all’area della Piana di Gioia Tauro.
Proprio in questo territorio si continua a registrare l’operatività dei gruppi PIROMALLI e MOLÈ50, in ultimo
proiettati anche nel controllo del settore dei giochi e delle scommesse, come emerso nell’ambito della già richiamata operazione “Galassia”.
Nel mese di luglio, a Gioia Tauro, all’esito dell’operazione “Building”, la Guardia di finanza ha eseguito il sequestro di beni51 nei confronti di 4 esponenti della famiglia BAGALÀ (collegata ai PIROMALLI52), già emersi nell’ambito delle operazioni “Ceralacca”53, “Cumbertazione”54 e “Martingala”55. Le investigazioni
economico/patrimoniali hanno evidenziato la sproporzione dei patrimoni nella loro disponibilità e permesso di
individuare le fonti illecite dalle quali avevano tratto le risorse. Il provvedimento ha interessato l’intero capitale
50 Alleate sino all’omicidio di Rocco MOLÈ, avvenuto nel febbraio 2008, a seguito del quale si è registrata una vera e propria scissione.
51 N. 29/18 RGMP – 31/18 Provv. Sequ – 30/18 RGMP – 32/18 Provv. Sequ. – 32/18 RGMP – 35/18 Provv. Sequ. – 33/18 RGMP – 36/18 Provv.
Sequ., emessi dal Tribunale di Reggio Calabria ed eseguiti il 25 luglio 2018.
52 In proposito, il Tribunale ha ritenuto che “A fronte di rapporti consolidati nel tempo ed intrapresi dai soggetti storici della famiglia BAGALÀ…con i
vertici del clan PIROMALLI, su cui hanno in modo convergente riferito tutti i collaboratori, l’attività imprenditoriale del proposto e…., forte di tale indissolubile legame sedimentato nel tempo è risultata certamente funzionale alle finalità associative di monopolio economico del territorio nel settore delle pubbliche commesse, assumendo il rapporto con la cosca un carattere biunivoco stabile, continuativo e fortemente personalizzato”.
53 P.p. 6776/11 RGNR Tribunale di Reggio Calabria, condotta dalla Guardia di finanza tra il 2012 ed il 2014, conclusa con la complessiva esecuzione di 25 misure cautelari personali nei confronti di soggetti (tra i quali due dei quattro proposti) responsabili di associazione per delinquere
finalizzata alla turbata libertà degli incanti, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio, nonché con il sequestro di beni per un valore stimato
in circa 48 milioni di euro.
54 P.p. 1707/13 RGNR DDA di Reggio Calabria, conclusa dalla Guardia di finanza nel mese di gennaio 2017 con l’arresto di 27 soggetti ritenuti
responsabili – a vario titolo – di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall’art. 7 L. 203/1991, turbata libertà
degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici, tra cui i quattro soggetti proposti, nonché di provvedimenti reali cautelari su 44 aziende, per un valore complessivo pari a 224 milioni di euro. La citata operazione aveva fatto luce sulle cointeressenze di gruppi imprenditoriali di Gioia Tauro (in particolare, collegati alla famiglia BAGALÀ) con la cosca PIROMALLI, che anche
attraverso i predetti soggetti avrebbe acquisito il controllo del settore degli appalti indetti dal Comune di Gioia Tauro e da quelli limitrofi,
nonché da altri Enti.
55 P.p. 54/14 RGNR DDA di Reggio Calabria, condotta nel mese di febbraio 2018 dalla DIA e dalla Guardia di finanza con l’arresto di 27 persone
– tra cui due dei proposti – facenti parte di un articolato sodalizio criminale, responsabili di associazione di tipo mafioso, riciclaggio ed autoriciclaggio, associazione per delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, con l’aggravante – per alcuni di essi – del metodo mafioso.
Contestualmente, era stato eseguito il sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di circa 119 milioni di euro. Ai vertici del
sodalizio sono stati identificati soggetti riconducibili alle cosche BARBARO-”I Nigri” e NIRTA-”Scalzone”.

sociale di 5 imprese operanti nel settore delle grandi opere edili ed infrastrutture, nonché quote societarie di altre
6 imprese, 161 immobili (tra fabbricati e terreni), 7 autovetture e beni di lusso, rapporti finanziari ed assicurativi,
nonché disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di 115 milioni di euro.
Nel mese di agosto, sempre a Gioia Tauro, un altro consistente sequestro56 è stato eseguito dalla Polizia di Stato
a carico di un esponente della cosca PIROMALLI57, cui sono stati sottratti diversi terreni – alcuni dei quali all’interno di un complesso turistico avente sede a Parghelia (VV) – per un valore stimato di circa 1,5 milioni di euro58.
Sul piano generale, resta sempre attuale la vocazione delle cosche della Piana a rivolgere i loro interessi criminali
anche fuori regione. Ne è un esempio l’operazione “Gioia Tauro ai Castelli59“, conclusa dalla Polizia di Stato nel
mese di luglio – meglio descritta nel paragrafo dedicato alla regione Lazio – che ha portato all’arresto di 3 esponenti della cosca MOLÈ, attivi nel settore turistico/ricettivo e responsabili di intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento di valori. All’esito dell’attività sono stati sequestrati società ed immobili situati a Rocca di
Papa (RM) e a Gioia Tauro, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.
Anche nei confronti della cosca dei PIROMALLI, nel corso mese di novembre, si è concretizzato, sul piano giudiziario, quanto accertato, nel 2017, con l’operazione “Provvidenza”60: il Tribunale di Reggio Calabria ha condannato 11 imputati, esponenti del clan, che avevano scelto il rito abbreviato, comminando pene per un totale di
oltre 150 anni di reclusione.
L’analisi delle dinamiche geo-criminali dell’area mostra, ancora una volta, come il porto di Gioia Tauro rappresenti
una delle rotte preferite dai trafficanti internazionali di stupefacenti.
56 Decreto n.154/2016 RGMP – 63/2016 emesso dal Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito il 7 agosto 2018.
57 Già colpito, nell’ottobre 2016, da un sequestro di beni per un valore di circa 50 milioni di euro.
58 Come già anticipato nel paragrafo dedicato al Mandamento centro, sempre nel mese di agosto, la Guardia di finanza ha eseguito un decreto
di sequestro di beni – per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro – nei confronti di un imprenditore attivo nel settore degli autotrasporti, interessato da segnalazioni di operazioni sospette inviate da intermediari finanziari, che hanno consentito di dimostrare la sua contiguità con le cosche IAMONTE e PIROMALLI. Proc. n. 56/2018 RGMP – 37/2018 Sequ, emesso da Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito
il 10 agosto 2018.
59 P.p. 3149/15 RGNR – 2004/15 RG GIP, provvedimento emesso da GIP del Tribunale di Roma ed eseguito il 9 luglio 2018.
60 L’operazione (p.p. 206/2017 RGNR DDA), eseguita dai Carabinieri nel gennaio 2017 nei confronti di soggetti affiliati ai PIROMALLI, ha, tra
l’altro, portato al sequestro di 21 attività commerciali, tra le quali due negozi di abbigliamento ubicati in un centro commerciale di Pradamano
(UD). La sentenza di condanna è stata emessa il 16 novembre 2018.
2° semestre
2018
2. CRIMINALITÀ ORGANIZZATA CALABRESE 33
Continuano a riscontrarsi ingerenze delle cosche PESCE e BELLOCCO nelle varie attività illecite nel comprensorio
di Rosarno-San Ferdinando, dal traffico di armi e stupefacenti61 all’infiltrazione nell’economia locale e nelle attività portuali, dalle estorsioni alla gestione del settore dei giochi e delle scommesse, come riscontrato dalla recente
operazione “Galassia”62, già descritta in precedenza.
Nel mese di luglio, a Rosarno, nell’ambito dell’operazione “Ares”63, i Carabinieri hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto nei confronti di 39 soggetti appartenenti o contigui alle famiglie CACCIOLA e GRASSO64, radicate nella Piana di Gioia Tauro e riconducibili alla società di Rosarno. Costoro devono rispondere, a vario titolo,
di associazione di tipo mafioso, traffico internazionale di stupefacenti, tentato omicidio, estorsione, detenzione
di armi, danneggiamento, minaccia, intestazione fittizia e rimpiego di denaro di provenienza illecita. Il provvedimento ricostruisce, tra l’altro, l’evoluzione degli assetti della cosca CACCIOLA, che nel 2013 si era scissa nei
due rami contrapposti dei CACCIOLA-GRASSO e dei CACCIOLA65, a seguito dell’uccisione, decisa proprio dal
clan, di un suo esponente cha aveva avuto una relazione extraconiugale.
Sul versante del narcotraffico internazionale, vero core business del gruppo, è stato documentato il trasferimento,
tra il settembre 2017 e giugno 2018, di circa 300 kg di cocaina partiti dal porto di Puerto Ventura (Colombia) con
destinazione finale Anversa (BE). Sono stati altresì accertati fitti rapporti con le organizzazioni criminali della
penisola iberica, da dove è stato possibile documentare il trasferimento di almeno 500 chili di hashish, provenienti
dal Marocco ed indirizzati alle “piazze di spaccio” del Nord Italia.
61 Il 5 ottobre 2018, a Rosarno ed a Candidoni, nell’ambito dell’operazione “We Are Family” (p.p. 2054/2018 RGNR – 1619/2018 RG GIP), i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Palmi, nei confronti di 4 persone ritenute responsabili di produzione e coltivazione di sostanze stupefacenti in concorso. Il provvedimento cautelare costituisce l’esito di una mirata
attività d’indagine, condotta nei mesi di luglio e agosto 2018 che ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine alla produzione e coltivazione di una vasta piantagione di canapa indiana composta da oltre 28.000 piante coltivate all’interno di un agrumeto in disuso. Tra gli arrestati figurano i figli di un esponente della cosca PESCE, coinvolto nell’operazione “All Inside” dell’aprile 2010 (p.p. 4302/06
RGNR DDA – 3567/07 RG GIP – 36/10 ROCC), condannato, nel settembre 2011, a 9 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso ed intestazione fittizia di beni e destinatario di decreto di confisca beni (n. 237/11 RGMP – 134/12 Provv., emesso dal Tribunale di Reggio Calabria
nel 2011), con contestuale irrogazione della sorveglianza speciale di PS per anni 4 con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.
62 P.p. 5585/2015 RGNR DDA di Reggio Calabria, provvedimento eseguito il 14 novembre 2018.
63 P.p. 66/2015 RGNR DDA di Reggio Calabria, provvedimento eseguito il 9 luglio 2018.
64 Alcuni dei quali, all’atto della cattura, si sono resi irreperibili. In tale contesto, il 2 novembre 2018, a Sant’Eufemia d’Aspromonte i Carabinieri
hanno proceduto alla cattura del latitante RASO Pietro, esponente della cosca CACCIOLA-GRASSO; mentre il 6 marzo 2019, a Madrid (Spagna)
sono stati catturati il capo cosca GRASSO Rosario, di anni 37, inserito nell’Elenco dei Latitanti Pericolosi del Ministero dell’Interno ed il narcotrafficante internazionale DI MARTE Giuseppe, di anni 31.
65 L’indagine ha permesso di acclarare che i componenti dei due gruppi in conflitto avevano iniziato a muoversi armati, pronti per sostenere un
eventuale conflitto a fuoco, con armi detenute e trasportate attuando diversi escamotage, come quello di occultarle all’interno dei vani degli
airbag delle autovetture.
Relazione
del Ministro dell’Interno
al Parlamento sull’attività svolta
e sui risultati conseguiti dalla
Direzione Investigativa Antimafia
34 RELAZIONE SEMESTRALE AL PARLAMENTO
Nel corso delle indagini è stata fatta luce, altresì, sulle consolidate cointeressenze tra le cosche in argomento e
quelle attive nel Mandamento ionico di San Luca e Platì, nonché con la famiglia mafiosa catanese dei PILLERA, per
la gestione dell’importazione di ingenti quantitativi di stupefacente. Infine, è stato accertato il ricorso, da parte
del gruppo dei CACCIOLA-GRASSO, ad una impresa di fuochi pirotecnici per il confezionamento di ordigni
esplosivi. Oltre alle misure cautelari, al termine dell’inchiesta sono state sottoposte a sequestro preventivo 5 attività commerciali, 1 fondo agricolo e 1 autovettura, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro66.
Un ulteriore provvedimento67 di sequestro è stato eseguito, nel mese di novembre, dai Carabinieri nei confronti
di un esponente della cosca CACCIOLA-GRASSO, coinvolto nell’operazione “Ares”, colpendo esercizi commerciali e agricoli, immobili, terreni e conti correnti, del valore di circa 1 milione di euro.
Tornando alla mappatura criminale dell’area, nel comune di Palmi insistono le cosche GALLICO e PARRELLOBRUZZESE.
Nel mese di ottobre i Carabinieri hanno arrestato a Roma il latitante MORGANTE Filippo, esponente di spicco
della ‘ndrina GALLICO, ricercato da ottobre 2017, dovendo scontare una condanna definitiva a 18 anni di reclusione68 per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione e
detenzione abusiva di armi.
Nell’area di Seminara, invece, l’operatività delle cosche SANTAITI-GIOFFRÈ (detti “’Ndoli-Siberia-Geniazzi”) e
CAIA-LAGANÀ-GIOFFRÈ (detti “Ngrisi”) è segnata da un momento di sofferenza, atteso che i principali esponenti risultano, allo stato, tutti detenuti.
In tale contesto, nel mese di settembre, a San Ferdinando e Seminara, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza
di custodia cautelare69 nei confronti di 3 soggetti ritenuti responsabili dell’omicidio di GIOFFRÈ Fabio Giuseppe,
esponente di vertice dell’omonima cosca di Seminara, commesso il 21 luglio 2018. Le indagini hanno permesso
di risalire all’esecutore materiale, un imprenditore agricolo contiguo ai GRASSO di Rosarno, vittima delle mire
estorsive avanzate dalle famiglie LAGANÀ e SANTAITI.
66 Il 2 agosto 2018 lo stessa polizia giudiziaria ha eseguito un ulteriore provvedimento restrittivo nei confronti di altri 7 soggetti con ruoli di
rilievo nell’ambito del contesto mafioso di appartenenza.
67 N. 111/18 RGMP – 61/2018 Provv. Sequ., emesso dal Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito il 22 novembre 2018.
68 Emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta “Cosa Mia” del 2010,
condotta dai Carabinieri nei confronti di affiliati alle cosche GALLICO-MORGANTE-SGRÒ-SCIGLITANO e BRUZZISE-PARRELLO, infiltrate
negli appalti per i lavori di ammodernamento dell’autostrada A3. Il latitante è stato catturato il 21 ottobre 2018.
69 P.p. 4205/2018 RGNR DDA, provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito il 21 settembre 2018.
2° semestre
2018
2. CRIMINALITÀ ORGANIZZATA CALABRESE 35
Nell’area di Rizziconi permane l’operatività70 della famiglia CREA71, con proiezioni anche nel centro e nord Italia,
mentre nell’area di Castellace di Oppido Mamertina si rileva la presenza delle cosche RUGOLO-MAMMOLITI72,
POLIMENI-MAZZAGATTI-BONARRIGO e FERRARO-RACCOSTA.
Nell’area di Sinopoli, Sant’Eufemia e Cosoleto insistono gli ALVARO, i quali, nel mese di settembre, sono stati
interessati dagli esiti dell’operazione “Iris”73. In particolare, i Carabinieri hanno eseguito, nelle province di Reggio
Calabria, Milano e Torino, il fermo di indiziato di delitto di 19 soggetti, ritenuti associati a quel clan, ma anche a
vario titolo responsabili di estorsione, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo
e dalle finalità mafiose.
L’indagine, avviata nel 2013, ha consentito di delineare gli assetti attuali e gli interessi criminali della cosca ALVARO, documentando le cointeressenze con articolazioni degli altri mandamenti della provincia reggina (in particolare con i PELLE “Gambazza”, i MOLLICA, i MAZZAGATTI, i LAROSA, i MORABITO, i RUGOLINO ed i
CALLEA di Reggio Calabria) e confermandone il ruolo egemone nell’area compresa tra i comuni di Oppido Mamertina, Sinopoli, Delianuova e Cosoleto. È stata, altresì, comprovata la consolidata capacità degli ALVARO di
accaparrarsi importanti appalti pubblici nell’area, nonché finanziamenti regionali e comunitari per il credito sociale e per il sostegno all’agricoltura. Nel medesimo contesto è stato eseguito il sequestro preventivo di 2 società
e di conti correnti, per un valore di circa 1 milione di euro.
Di particolare rilievo la circostanza che la misura cautelare abbia interessato anche il Sindaco di Delianuova e un
consigliere della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Proprio in conseguenza di tali collegamenti tra ammi70 Il 29 novembre 2018, a Rizziconi (RC), la Polizia di Stato ha eseguito un decreto di confisca (n. 78/16 RGMP – 103/2018 Provv., emesso dal
Tribunale di Reggio Calabria) nei confronti di un ex consigliere comunale di quel centro. L’uomo, tratto in arresto nel maggio 2014 dalla Polizia
di Stato nell’ambito dell’operazione “Deus” (p.p. 8305/10 RGNR DDA – 5041/11 RG GIP – 50/13 ROCC, nei confronti di 16 appartenenti della
cosca CREA) quale partecipe ed esecutore delle disposizioni dei vertici del sodalizio, è stato successivamente colpito, nel giugno 2016, da un
decreto di sequestro beni. Rinviato a giudizio, nell’aprile 2018 è stato assolto dal Tribunale di Palmi (RC) per non aver commesso il fatto. Tuttavia, con l’ultimo provvedimento ablativo, pur considerando l’intervenuta assoluzione, peraltro non definitiva, il Tribunale reggino non ha
ritenuto di poter giungere a conclusioni diverse rispetto a quelle già espresse con il precedente decreto di sequestro. Il provvedimento di confisca ha riguardato 2 appezzamenti di terreno, 1 appartamento ed 1 impresa individuale con sede a Rizziconi, per un valore stimato in circa
500 mila euro.
71 Si richiama, in tale ambito, l’omicidio, avvenuto il 25 dicembre 2018 nel centro storico di Pesaro, di BRUZZESE Marcello, a seguito di un agguato dalle modalità tipicamente mafiose, nel corso del quale sono stati esplosi 30 colpi di pistola cal. 9. La vittima era fratello del collaboratore
Girolamo, già esponente della cosca CREA di Rizziconi (RC).
72 In relazione ai quali si rimanda agli esiti dell’operazione “Pollino-European ‘ndrangheta connection” di seguito descritta.
73 P.p. 437/2014 RGNR DDA di Reggio Calabria, provvedimento eseguito il 24 settembre 2018 e confermato, il successivo 18 ottobre 2018, con
l’esecuzione di due distinte ordinanze di custodia cautelare: in carcere 17 indagati e 2 agli arresti domiciliari.
Relazione
del Ministro dell’Interno
al Parlamento sull’attività svolta
e sui risultati conseguiti dalla
Direzione Investigativa Antimafia
36 RELAZIONE SEMESTRALE AL PARLAMENTO
nistratori e ‘ndrangheta, il Comune di Delianuova è stato sottoposto al provvedimento di scioglimento74.
Già nell’ordinanza di custodia cautelare si legge che “…il citato primo cittadino è stato eletto avvalendosi dell’appoggio
elettorale della locale cosca criminale con il compito di curare gli interessi della consorteria secondo gli accordi preelettorali
precedentemente stilati…”75.
L’interesse delle cosche per accaparrarsi le erogazioni pubbliche è stato confermato, nel mese di dicembre, anche
dall’operazione “Cerere”76, conclusa dai Carabinieri con l’esecuzione a Palmi, Seminara e Sinopoli di un’ordinanza
di custodia cautelare nei confronti di 8 persone. Quest’ultime si sono rese responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, falso e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aggravate dalla finalità di agevolare le consorterie mafiose. Il provvedimento scaturisce dalla pervasività mafiosa nel settore agricolo finalizzata
al conseguimento, mediante azioni fraudolente, delle erogazioni pubbliche dei “Fondi Europei Agricoli di Garanzia e di Sviluppo Rurale” (F.E.A.G.A. e F.E.A.S.R.). Gli indagati, contigui alle cosche GALLICO di Palmi, ALVARO di Sinopoli, LO GIUDICE di Reggio Calabria e CAIA – LAGANÀ di Seminara – avevano ottenuto, tra il
2010 e il 2018, con la complicità di incaricati di pubblico servizio, l’erogazione di contributi di centinaia di migliaia
di euro erogati dall’Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (AR.C.E.A.)77.
Permane, da ultimo, l’operatività delle famiglie FACCHINERI e ALBANESE- RASO-GULLACE di Cittanova,
AVIGNONE-ZAGARI-VIOLA-FAZZALARI di Taurianova, alle quali si aggiungono il sodalizio SPOSATO-TALLARIDA e, nella frazione San Martino del comune di Taurianova, gli ZAPPIA e i CIANCI-MAIO-HANOMAN.
Alcuni segnali rivelano una ripresa delle tradizionali attività estorsive imposte dalle cosche sulle fasce produttive
locali. In particolare, nel mese di dicembre, a San Martino di Taurianova, nell’ambito dell’operazione “Quieto vi74 Sciolto con D.P.R. del 21 novembre 2018.
75 La relazione del Prefetto nel soffermarsi sulla figura del sindaco, precisa che “…da fonti tecniche di prova risulta che lo stesso nel corso di un
colloquio rivendicava di essere un uomo della cosca, di avere sempre tutelato gli interessi della ‘ndrina e che, pur senza alcuna sollecitazione esterna, aveva
sempre favorito nell’assegnazione di lavori pubblici persone «vicine» ad ambienti controindicati..”.
76 P.p. 3256/2017RGNR DDA – 2913/2017 RG GIP – 23/2018 ROCC DDA di Reggio Calabria, provvedimento eseguito il 13 dicembre 2018.
77 Gli indebiti percettori, privi dei requisitivi soggettivi poiché gravati da misure di prevenzione personale o condannati per delitti di criminalità
organizzata, grazie alla complicità e al sistematico contributo degli incaricati di pubblico servizio operanti per conto di un consorzio olivicolo,
dissimulavano il proprio stato carcerario – una di essi, al vertice della cosca GALLICO, è ristretta ininterrottamente dal 2010 ed è detenuta in
regime speciale ex art. 41bis O.P. – in modo da proporsi all’organismo pagatore della Regione Calabria, A.R.C.E.A., in qualità di imprenditori
agricoli in attività. Le indagini hanno permesso di accertare numerose anomalie, di carattere formale e sostanziale, afferenti la trattazione
delle domande di accesso ai contributi ovvero la soppressione di documenti che, per legge, avrebbero dovuto essere custoditi dagli stessi incaricati di pubblico servizio. Nel medesimo contesto, il consorzio olivicolo è stato sottoposto alla misura cautelare dell’interdizione dall’esercizio dell’attività di assistenza agricola e sono stati eseguiti sequestri per equivalente delle occorrenze finanziarie degli indagati per una somma
complessiva di oltre 220.000 euro.
2° semestre
2018
2. CRIMINALITÀ ORGANIZZATA CALABRESE 37
vere” 78 della Polizia di Stato, veniva accertato che il capo della cosca CIANCI-MAIO-HANOMAN, ristretto in carcere79, avrebbe continuato, nonostante la detenzione, a dirigere le estorsioni del sodalizio perpetrate a danno di
proprietari terrieri, imprenditori e commercianti.
L’attività investigativa ha coinvolto 8 soggetti, ritenuti esponenti della predetta cosca, arrestati per associazione
di tipo mafioso, estorsione e intestazioni fittizia di beni. Inoltre, gli accertamenti hanno riscontrato il ruolo determinante di alcune donne sia nella gestione del denaro del clan, sia per assicurare le comunicazioni del capo
famiglia detenuto con l’esterno, riportando i messaggi ai destinatari.
Tuttora attivi risultano i LONGO-VERSACE di Polistena, i POLIMENI-GUGLIOTTA di Oppido Mamertina, i
PETULLÀ-IERACE-AUDDINO, LADINI, FORIGLIO-TIGANI di Cinquefrondi e i LAROSA di Giffone. Nel mese
di novembre, nell’ambito del processo “Saggio Compagno” 80, il Tribunale di Palmi ha condannato 15 esponenti
delle cosche PETULLÀ, LADINI e FORIGLIO, per un totale di oltre un secolo di reclusione.
Il comune di Laureana di Borrello81 vede attivi i sodalizi LAMARI e CHINDAMO- FERRENTINO. Nel mese di
settembre, a Reggio Calabria, nell’ambito del filone con rito abbreviato del processo “Lex82“, il GUP ha pronunciato una sentenza di condanna per un totale di oltre 100 anni di reclusione, nei confronti di 12 imputati appartenenti alle cosche CHINDAMO- FERRENTINO e LAMARI.
78 P.p. 8291/2014 RGNR DDA – 211/2016 RG GIP – 5/2016 ROCC, provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito
il 20 dicembre 2018.
79 In quanto colpito con altri 5 sodali, nel marzo 2014, da misura cautelare a conclusione dell’inchiesta “Vecchia Guardia” (p.p. 80/2014 DDA
Reggio Calabria) sempre con l’accusa di analoghe condotte estorsive verso imprenditori locali.
80 P.p. 9483/15 RGNR DDA di Reggio Calabria. L’operazione veniva conclusa dai Carabinieri nel mese di dicembre 2015 con 36 fermi di indiziato
di delitto a carico di esponenti delle cosche LADINI, PETULLÀ e FORIGLIO ed il sequestro preventivo di beni del valore di 500 mila euro. Il
17 novembre 2018 è intervenuta la suddetta condanna.
81 Oggetto di scioglimento, con D.P.R. 15 maggio 2017, per infiltrazioni mafiose.
82 Relativo all’operazione conclusa il mese di novembre 2016, con l’esecuzione di 41 fermi di indiziato di delitto a carico di esponenti delle cosche
CHINDAMO-FERRENTINO e LAMARI di Laureana di Borrello (RC) e con il sequestro di beni del valore di 30 milioni di euro.

– Mandamento IONICO
Le cosche del mandamento jonico confermano la loro spiccata propensione per il traffico internazionale di stupefacenti, riuscendo a movimentare grandi quantitativi di droga grazie ai consolidati rapporti di affidabilità con i
fornitori stranieri.
Per quanto attiene alla mappatura geo-criminale dei sodalizi del mandamento ionico, si richiama, in primo luogo, il
locale di Platì, nell’ambito del quale si conferma l’operatività delle cosche federate BARBARO-TRIMBOLI-MARANDO.
Nel locale di San Luca83 risultano, invece, tuttora egemoni le cosche PELLE-VOTTARI-ROMEO84 e NIRTA-STRANGIO85 che, analogamente alle altre compagini ‘ndranghetiste del mandamento jonico non disdegnano, nelle loro
proiezioni extraregionali, relazioni con i sodalizi di altra matrice. Ne è esempio l’operazione “Gramigna”86 – meglio
descritta nel paragrafo dedicato al Lazio – conclusa nel mese di luglio dai Carabinieri tra Roma, San Luca e Cosenza, con l’arresto di 31 soggetti, tra i quali esponenti della famiglia CASAMONICA ed un affiliato alla famiglia
STRANGIO, fornitore di partite di cocaina destinate al sodalizio romano.
Da segnalare, inoltre, come nell’area di San Luca abbiano trovato rifugio diversi latitanti. Nel mese di novembre,
i Carabinieri hanno arrestato, proprio in quel comune della Locride, CALLIPARI Antonio, legato alla cosca NIRTA-
”Versu”, ricercato dal settembre 2017 in quanto sottrattosi all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare
emessa nell’ambito dell’inchiesta “Ignoto 23”87 della DDA di Milano, in relazione al reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti88.
83 Il paese di San Luca è da sempre considerato la mamma dei locali di ‘ndrangheta, custode della tradizione, della “saggezza”, delle regole istitutive
che costituiscono il patrimonio “valoriale” di tutte le cosche, elementi suggellati dalla presenza sul suo territorio del Santuario della Madonna
di Polsi. Nel territorio di San Luca si annoverano anche ulteriori famiglie, variamente legate ai due schieramenti principali ed in particolare:
PELLE-Vancheddu, GIAMPAOLO-Ciccopeppe, GIAMPAOLO-Nardo, GIORGI-Suppera, MAMMOLITI-Piantuni, NIRTA-Terribile, ROMEO-Terrajanca, STRANGIO-Fracascia, STRANGIO-Iancu 2, PELLE-Focu, PIZZATA-Mbrugghiuni, MANGLAVITI-Curaggiusi.
È sintomatico di quanto la presenza criminale eserciti la sua nefasta influenza sul territorio, il fatto che oggi il Comune di San Luca continui
ad essere gestito da una Commissario prefettizio per mancanza di candidature in occasione delle elezioni comunali del giugno 2018.
84 Di questo sodalizio fa parte la ‘ndrina ROMEO-Staccu, la ‘ndrina VOTTARI-Frunzu, la ‘ndrina GIAMPAOLO-Russello e la ‘ndrina PELLE-Gambazza, tutte legati da vincoli di parentela e/o comparaggio.
85 Al sodalizio partecipano la ‘ndrina NIRTA-Scalzone, la ‘ndrina GIORGI-Ciceri, la ‘ndrina STRANGIO-Jancu, la ‘ndrina NIRTA-Versu, la ‘ndrina
MAMMOLITI-Fischiante, la ‘ndrina GIORGI-Boviciano e la ‘ndrina STRANGIO-Barbaro, tutte legati da vincoli di parentela e/o comparaggio.
86 P.p. 44106/15 RGNR – 34237 RG GIP DDA di Roma, provvedimento eseguito il 17 luglio 2018.
87 P.p. 28886/15 RGNR – 7383/15 RG GIP DDA di Milano, provvedimento eseguito il 9 novembre 2018.
88 Sul suo conto, inoltre, pendeva un’ulteriore misura restrittiva emessa nell’ambito del p.p. 2296/17RGNR – 232/18 RG GIP di Reggio Calabria, del
13 marzo 2017, in ordine al delitto di violenza privata aggravata e tentata rapina in concorso, per avere minacciato, a San Luca, il 5 maggio 2017,
una troupe televisiva di Rai3 nel corso delle videoriprese effettuate per il programma “Presa diretta”, andato in onda il successivo 25 settembre.

40 RELAZIONE SEMESTRALE AL PARLAMENTO
La spiccata vocazione delle cosche della Locride ad intessere relazioni funzionali al traffico internazionale di stupefacenti ha trovato, nel mese di dicembre, un’ulteriore conferma nella menzionata operazione “Pollino89-European
‘ndrangheta connection”. L’indagine, coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, ha visto impegnate Autorità Giudiziarie e Forze di polizia italiane (Polizia di Stato e Guardia di finanza) e di altri Paesi, in
un’azione congiunta contro la ‘ndrangheta e le sue proiezioni in Europa e nel Sud America. Le attività sono state
svolte in provincia di Reggio Calabria, Germania, Paesi Bassi e Belgio, nei confronti di diversi esponenti di famiglie
della Locride, quali i PELLE-VOTTARI di San Luca, gli IETTO di Natile di Careri e gli URSINI di Gioiosa Ionica.
L’operazione è il frutto del lavoro svolto nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation
Team) costituita il 18 ottobre 2016 presso Eurojust, tra Magistratura e Forze di Polizia di Italia, Paesi Bassi e
Germania90.
Più nel dettaglio, l’indagine si è sviluppata su due filoni investigativi: il primo ha fatto luce su come la ‘ndrangheta
si fosse ormai stabilizzata nel Nord Europa, per interessarsi al narcotraffico e al riciclaggio di denaro; l’altro filone
ha invece riguardato specificamente il traffico internazionale di stupefacenti.
La Squadra Investigativa Comune è riuscita, così, a scoprire un gruppo criminale di stampo ‘ndranghetista, operante in Italia e nel Nord Europa, all’interno del quale un esponente della famiglia GIORGI, originario di Bovalino,
rappresentava il principale punto di riferimento delle cosche della Locride, per il reinvestimento di capitali illeciti.
Capitali reinvestiti sul territorio olandese e tedesco principalmente nel settore immobiliare e della ristorazione.
Non a caso, è stato scoperto che un ristorante ed una gelateria di Brüggen (nell’area tedesca della Renania settentrionale-Westfalia) venivano utilizzati come supporto logistico ai carichi di cocaina provenienti dall’America Latina, poi stoccati tra Olanda, Belgio e Germania e destinati in diverse regioni italiane.
Dalle indagini è emerso, altresì, come alcuni esponenti delle cosche ‘ndranghetiste dei PELLE-VOTTARI, ROMEO –
“Stacchi” e GIORGI – “Ciceri” di San Luca, fossero da anni stabilmente residenti nel nord Europa, da dove coordinavano le importazioni di cocaina dall’America Latina, restando pur sempre in contatto con la Calabria. Oltre alle
citate cosche, le indagini hanno coinvolto anche esponenti delle famiglie MARANDO, MAMMOLITI e STRANGIO.
89 P.p. 6089/2015 RGNR DDA (cui è stato riunito il p.p. 2868/2016 RGNR DDA) – 2109/2016 RG GIP della DDA di Reggio Calabria. Provvedimento eseguito il 5 dicembre 2018.
90 In particolare hanno aderito: per l’Italia, la Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e Reparti della Polizia di Stato e della Guardia
di finanza; per i Paesi Bassi la Procura di Zwolle e il F.I.O.D. (Corpo olandese di polizia fiscale ed economica) di Eindhoven; per la Germania
la Procura di Duisburg e il Bundeskriminalamt (B.K.A.) di Wiesbaden. L’iniziale accordo è stato ampliato con l’ingresso dell’Agenzia Europol,
per i profili d’analisi e coordinamento, e lo specifico apporto di Belgio e Svizzera, in qualità di membri osservatori e cooperanti, in base ad accordi di natura rogatoriale.

. CRIMINALITÀ ORGANIZZATA CALABRESE 41
È stato evidenziato come i porti maggiormente utilizzati per i traffici internazionali di stupefacenti fossero, oltre
quelli di Anversa e Rotterdam91, anche quelli di Gioia Tauro e, in misura minore, Genova, Livorno, Napoli e Salerno.
Altro aspetto di rilievo emerso dalle indagini, è rappresentato dal tentativo dei calabresi di pagare i carichi di
droga ai referenti sudamericani, in particolare brasiliani, con i Bit Coin; operazione non riuscita per l’incapacità
dei narcos sudamericani di utilizzare tali strumenti di pagamento innovativi.
Per quanto attiene alla rete di distribuzione dello stupefacente, alcuni pregiudicati turchi, da anni trapiantati in
Germania, ove gestivano un autonoleggio, erano preposti alla realizzazione di doppifondi nelle autovetture. Il
trasporto del narcotico in Italia era stato, invece, delegato a fidati ed esperti corrieri che raggiungevano la Calabria
e la Lombardia, dove la cocaina veniva immessa in commercio.
Un altro aspetto significativo attiene ai rapporti, rilevati grazie alla sinergica collaborazione con la D.E.A. americana, tra le cosche di ‘ndrangheta monitorate ed altri soggetti di spessore criminale, tra cui la compagna di un
esponente di spicco del clan CAPPELLO di Catania e due soggetti casertani. Mentre quest’ultimi curavano i collegamenti con i cartelli colombiani, la donna manteneva rapporti con le consorterie calabresi, anche al fine di garantire lo “scarico” della cocaina nei porti italiani ed europei.
A conclusione delle attività, sono stati arrestati, in contemporanea, in diversi Stati europei e del Sud America, 90
soggetti accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, associazione di tipo mafioso, riciclaggio, fittizia intestazione di beni ed altri reati, aggravati dalle modalità mafiose.
Nel locale di Africo risulta egemone la cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI. In tale contesto, l’azione
di contrasto svolta nel semestre ha portato significativi risultati con riguardo alla cattura dei latitanti. Il 7 luglio
2018, nella frazione Migliarino del comune di Vecchiano (PI), la Polizia di Stato ha arrestato il latitante Giovanni
MORABITO, figlio del capo dell’omonimo sodalizio di Africo. L’uomo, irreperibile dal 22 maggio 201892, deve
scontare 5 anni di reclusione per truffa e falsificazione di documenti. Inoltre, il 1° agosto 2018, a Martinengo (BG),
i Carabinieri hanno arrestato il latitante CUPPARI Simone, originario di Brancaleone, sottrattosi, nel novembre
2017, alla cattura nell’ambito dell’operazione “Banco Nuovo-Cumps”93.
91 A titolo esemplificativo, dallo scambio informativo con il FIOD olandese è stato possibile ricostruire un episodio criminale, risalente al 2015:
il sodalizio, sfruttando una ditta costituita ad hoc ed intestata ad una “testa di legno”, aveva tentato di importare, con la complicità di trafficanti
di Guyana e Suriname, un carico di 95 kg di cocaina, sottoposto a sequestro nel porto di Rotterdam.
92 Quando era sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Livorno e di presentazione alla p.g. per tre giorni
alla settimana.
93 P.p.1618/10 RGNR – 169/11 RG GIP – 72/14 ROCC emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria e conclusa il 7 novembre 2017, quando

Passando al locale di Siderno, si segnala l’operatività della cosca COMMISSO, in contrapposizione a quella dei
COSTA-CURCIARELLO.
A tal proposito, nel mese di agosto, il Consiglio Comunale di Siderno è stato sciolto94 per la “fitta rete di rapporti
di parentela, di affinità e di frequentazione che legano diversi membri degli organi elettivi e dell’apparato burocratico del comune […] ad esponenti della ndrangheta locale”. Nella proposta a firma del Ministro dell’Interno vengono stigmatizzate “le minacce intimidatorie di cui sono stati destinatari, a febbraio 2016 ed a dicembre 2017, un consulente dell’ente
e tre componenti il consiglio comunale, uno dei quali […] a febbraio dello scorso anno aveva anche subito l’incendio della
propria autovettura”. Viene, altresì, riportato come la consorteria criminosa locale abbia, in vista delle consultazioni
amministrative di maggio 2015, “assicurato il proprio sostegno elettorale in favore di un soggetto candidatosi alla carica
di consigliere comunale … poi eletto”. Nel settore dei contratti pubblici si sarebbe fatto ripetutamente ricorso, non
da meno, alla procedura dell’affidamento diretto.
Nel locale di Marina di Gioiosa Ionica operano le cosche AQUINO-COLUCCIO e MAZZAFERRO con proiezioni
operative anche sul centro-nord del Paese e all’estero.
Per ciò che concerne il locale di Gioiosa Jonica, si segnala la cosca URSINO-URSINI, federata con la menzionata
cosca dei COSTA-CURCIARELLO di Siderno, nonché la cosca JERINÒ. In tale contesto, nel mese di ottobre, a
Gioiosa Jonica, la Guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro di beni95 a carico di un soggetto ritenuto
appartenente al predetto locale, già coinvolto nell’ambito dell’operazione “Typographic-Acero bis96“ per i reati di
usura ed esercizio abusivo del credito, aggravato dalle modalità mafiose. Il provvedimento ha riguardato il patrimonio aziendale di una ditta, 12 fabbricati e 7 terreni ubicati a Gioiosa Jonica, 4 autoveicoli, 2 motocicli e 3 polizze assicurative, per un valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro.
Ancora, nel mese di novembre, a Reggio Calabria ed anche nei territori di Milano, Torino, Alessandria, Agrigento
la Polizia di Stato e l’Arma dei carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 46 soggetti ritenuti responsabili, a
vario titolo, di associazione di tipo mafioso, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, violenza e minaccia a pubblico
ufficiale, illecita concorrenza con violenza e minaccia, turbata libertà degli incanti, estorsione, rapina, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, violazione della legge sulle armi, ricettazione, tutti aggravati dal ricorso metodo mafioso ovvero commessi al fine di agevolare la ‘ndrangheta, nonché di cessione di diversi quantitativi di stupefacenti. L’operazione costituisce la sintesi di due diversi, ma convergenti
segmenti di indagine svolti nei confronti della criminalità organizzata radicata in Africo Nuovo, Motticella, Bruzzano Zeffirio, Brancaleone e
zone limitrofe della fascia jonica reggina.
94 Con D.P.R. 9 agosto 2018.
95 Proc. n. 35/18 RGMP – 43/18 Sequ., provvedimento emesso dal Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito il 24 ottobre 2018.
96 P.p. 6767/16 RGNR DDA (stralcio del p.p. 8256/10 RGNR DDA) di Reggio Calabria, condotta dalla Guardia di finanza e dai Carabinieri nel
2016 con l’esecuzione di 34 provvedimenti restrittivi personali ed il sequestro di beni per un valore di oltre 15 milioni di euro nei confronti di
esponenti delle cosche URSINO-MACRÌ e JERINÒ.

e Novara, la Guardia di finanza ha eseguito97 2 decreti di sequestro98, rispettivamente nei confronti di un imprenditore edile e di uno operante nel settore degli inerti e del calcestruzzo. Il provvedimento ha interessato imprese
commerciali, immobili, veicoli, quote societarie, beni di lusso, rapporti finanziari e assicurativi, nonché disponibilità finanziarie, per un valore complessivo stimato in oltre 212 milioni di euro. I provvedimenti sono scaturiti
a seguito dell’operazione “Cumbertazione”99, che aveva fatto luce su come i due imprenditori, imputati per associazione di tipo mafioso in quanto contigui alla cosca URSINO di Gioiosa Jonica, si erano dimostrati in grado di
orientare le commesse per le forniture di calcestruzzo e di materiali bituminosi in favore delle proprie imprese.
Nell’area di Monasterace ed in quelle limitrofe di Stilo, Riace, Stignano, Caulonia e Camini, si rileva l’operatività
della cosca RUGA-METASTASIO-LEUZZI, legata ai GALLACE della vicina Guardavalle (CZ). Nel comune di
Caulonia sono, altresì, presenti i VALLELONGA.
Le cosche CATALDO e CORDÌ hanno trovato un equilibrio con la spartizione del comprensorio di Locri, cui si
sarebbero attenuti anche i sodalizi AVERSA-ARMOCIDA, URSINO e FLOCCARI, satelliti delle due principali cosche, così come emerso dall’operazione “Mandamento Jonico”100 del mese di luglio 2017.
Nel comune di Sant’Ilario dello Jonio è attiva la cosca BELCASTRO-ROMEO, mentre nel comune di Careri insistono le famiglie CUA-RIZIERO, IETTO101 e PIPICELLA.
Nel comune di Bruzzano Zeffirio esercita la propria influenza la cosca TALIA-RODÀ; nel comune di Antonimina
la cosca ROMANO; ad Ardore la cosca VARACALLI; a Ciminà le cosche NESCI e SPAGNOLO; a Cirella di Platì la
cosca FABIANO, mentre a Canolo102 si segnala la presenza della cosca RASO.
97 In data 8 novembre 2018.
98 Proc. n. 33/2017 RGMP – 61/2018 RGMP – 54/2018 Sequ. e n. 94/18 RGMP – 48/18 Sequ., emessi dal Tribunale di Reggio Calabria ed eseguiti
l’8 novembre 2018.
99 P.p. 1707/13 RGNR DDA di Reggio Calabria, conclusa dalla Guardia di finanza nel mese di gennaio 2017 con l’esecuzione di 27 misure
cautelari a carico di soggetti ritenuti responsabili – a vario titolo – di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere aggravata
dall’art. 7 L. 203/1991, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici, tra cui i
quattro soggetti proposti, nonché di provvedimenti reali cautelari su 44 aziende, per un valore complessivo pari a 224 milioni di euro. La
citata operazione aveva disvelato le cointeressenze di gruppi imprenditoriali di Gioia Tauro (in particolare, collegati alla famiglia BAGALÀ)
con la cosca PIROMALLI, che anche attraverso i predetti soggetti avrebbe acquisito il controllo del settore degli appalti indetti dal Comune di
Gioia Tauro e da quelli limitrofi, nonché da altri enti quali l’ANAS S.p.A.
100 P.p. 1095/2010 RGNR DDA di Reggio Calabria.
101 In relazione ai quali si rimanda anche agli esiti della già segnalata operazione “Pollino-European ‘ndrangheta connection”.
102 Comune sciolto con D.P.R. del 5 maggio 2017.
Relazione
del Ministro dell’Interno
al Parlamento sull’attività svolta
e sui risultati conseguiti dalla
Direzione Investigativa Antimafia

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