Gio. Ago 8th, 2024

di Raffaella Silvestro

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Palaviglianiti è stato arrestato il 3 agosto da Polizia Spagnola, Udyco Central, e dai carabinieri

del comando provinciale di Bologna, nucleo investigativo,

coordinati dal procuratore Giuseppe Amato e dai pm Roberto

Ceroni e Michele Martorelli, in collaborazione con Eurojust

(Filippo Spiezia) e in raccordo con il Servizio di cooperazione

internazionale di polizia.

Ritenuto elemento apicale dell’omonimo casato ‘ndranghetista,

tuttora operante nei comuni di San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri

(Reggio Calabria) con ramificazioni nel Nord Italia, in

particolare in Lombardia, e nel Sud America per la gestione del

traffico internazionale di stupefacenti, Paviglianiti era già

stato condannato all’ergastolo (pena in seguito sostituita con

la reclusione per 30 anni) per una serie di omicidi,

associazione di tipo mafioso e reati di droga, commessi a

partire dagli anni ’80.

Ha avuto un ruolo di prim’ordine, spiegano i carabinieri, nel

corso della cosiddetta seconda guerra di mafia, quando insieme

ad altre famiglie di ‘Ndrangheta della provincia di Reggio

Calabria aveva appoggiato la cosca De Stefano nella sanguinosa

faida con i Condello.

L’indagine che ha portato a rintracciarlo nasce dal nuovo

provvedimento emesso dalla procura bolognese, arrivata dopo un

ricorso in Cassazione che ha rilevato il calcolo errato che

aveva rimesso in libertà il boss.

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