Dom. Lug 28th, 2024

Il ministro dell’Interno nell’informativa alla Camera: “Da Frontex no segnalazioni di pericolo. La prima chiamata alle 4”

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“Sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal governo costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l’onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nell’informativa urgente alla Camera sul naufragio del 26 febbraio al largo di Cutro in Calabria. Nella tragedia sono morti oltre 70 migranti.

“Voglio rinnovare prima di tutto il cordoglio, mio personale e di tutto il governo, per le vittime di questo ennesimo, tragico, naufragio e la vicinanza alle loro famiglie e ai superstiti”, ha esordito Piantedosi che subito dopo ha ricordato il bilancio delle vittime, salito a 72, “non è ancora definitivo”: di queste 28 sono minori. I superstiti sono 80: “Di questi, 54 sono accolti nel locale Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo (Cara), 12 nel Sistema Sai a Crotone, otto sono ricoverati in ospedale, due minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e tre soggetti, presumibilmente gli scafisti, sono stati arrestati. I sopravvissuti sono afghani, iraniani, pakistani, palestinesi, siriani e somali”.

E dopo aver espresso “profonda gratitudine alla Calabria che, da sempre, accoglie con solidarietà e generosità i tanti migranti che sbarcano sulle sue coste e che affronta questa tragedia con compostezza e dignità non comuni”, ha precisato che ”la segnalazione Frontex circa l’imbarcazione non rappresentava una situazione di pericolo” e ”non c’erano state chiamate di soccorso di nessun genere”.

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