Sab. Lug 27th, 2024

Non ho parole per descrivere l’immane tragedia che ha colpito l’intera comunità di Soverato, per la perdita di una loro figlia, la giovane Simona Cavallaro, aggredita e uccisa da un branco di cani nella montagna di Satriano. 

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Un fatto tremendo che però, in questo caso, non può ridursi a essere  interpretato come una semplice fatalitá. 

Questa morte è l’emblema del sottosviluppo in cui è precipitato negli ultimi trent’anni la Calabria per la mancata tutela e manutenzione del territorio. 

Stiamo assistendo a un lento e costante abbandono della montagna e dei boschi. Processo inesorabile iniziato da almeno qualche decennio. 

Lá dove vi erano sentieri e strade battute ora vi è 

una terra di nessuno invasa dalla vegetazione e minacciata da incendi che hanno devastato il territorio in modo irreversibile. Tutto questo per colpa dell’uomo che non fa la manutenzione del territorio.

Lo sappiamo tutti, perché tutto è sotto gli occhi di tutti che un territorio così abbandonato diventa anche facile preda di frane e alluvioni. Ma non solo: nel caso della drammatica morte di Simona Cavallaro esistono responsabilità oggettive perché un luogo frequentato doveva essere sorvegliato e non può essere lasciato alla macchia. Il fatto che un branco di cani circolasse per quei luoghi e nessuno prendesse provvedimenti è un fatto gravissimo soprattutto perchè il randagismo era un fatto risaputo e molto diffuso. La Regione ha la responsabilità di tutto ciò e non ha attenuanti. 

Rivolgo le mie preghiere alla povera Simona e ai suoi genitori, che dovranno affrontare la vita senza più la loro adorata figlia

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