Mar. Ago 6th, 2024

Il gup di Reggio Calabria ha rinviato a giudizio i quattro medici coinvolti nell’inchiesta che punta a fare luce sulla morte dell’ex presidente del Catanzaro Giuseppe Cosentino. Una morte sospetta avvenuta il 13 luglio del 2020 nel reparto di Rianimazione del policlinico Mater Domini di Catanzaro. Si tratta dei quattro operatori sanitari già destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari in servizio alla clinica Villa Caminiti di Villa San Giovanni, dove l’imprenditore aveva subito un intervento chirurgico dopo il quale, all’aggravarsi delle sue condizioni, era stato trasferito prima nell’ospedale di Polistena e poi nel Policlinico universitario del capoluogo di regione per un ultimo, disperato tentativo di salvargli la vita. Saranno giudicati dal Tribunale monocratico di Reggio Calabria (prima udienza dibattimentale fissata per il 16 novembre) Antonio Trimarchi, 62 anni di Palmi, chirurgo responsabile dell’equipe operatoria della casa di cura; Maurizio Tescione, 70 anni, di Reggio Calabria, anestesista; Domenico Antonio Foti, 53 anni, di Reggio, consulente cardiologo; Luca Messina, 44 anni, di Reggio, medico di guardia. L’accusa nei loro confronti è omicidio colposo. Titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore reggino Nunzio De Salvo mentre come parte offesa è stata indicata Ambra Cosentino, figlia dell’ex patron del Catanzaro (assistita dall’avvocato Ettore Tigani). Nel collegio difensivo compaiono gli avvocati Giuseppe Milicia, Maria Scaramozzino, Giuseppe Mazzetti, Carlo Morace e Natale Polimeni.

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Le ipotesi accusatorie

L’imprenditore aveva subito un intervento chirurgico nella clinica “Villa Caminiti” di Villa San Giovanni. Quando le sue condizioni si sono aggravate, Cosentino è stato trasferito prima nell’ospedale di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, e poi nel reparto di rianimazione dell’Azienda ospedaliera “Mater Domini” di Catanzaro dove è morto il 13 luglio 2020. L’ex presidente del Catanzaro Calcio, secondo l’accusa, sarebbe stato operato di colecistectomia per via laparoscopica nonostante le linee guida avrebbero imposto di rinviare l’intervento di almeno 12 mesi da un precedente impianto di stent coronarici effettuato nel settembre 2019. Stando all’indagine, “in assenza di una condizione d’urgenza che giustificava l’intervento chirurgico”, Cosentino sarebbe stato esposto “al rischio concreto di emorragia addominale, di fatto verificatasi”. La decisione di operare, presa dal responsabile dell’equipe medica, secondo gli inquirenti, non sarebbe stata contrastata né dall’anestesista né dal consulente cardiologo. Il medico di guardia, infine, non avrebbe effettuato “un’adeguata fase di monitoraggio post operatorio del paziente”.

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