Mar. Lug 16th, 2024

Il presidente dell’Antimafia in Senato dopo le comunicazioni del premier Conte: «In questa terra votarsi alla Madonna significa mandare segnali che un ministro dovrebbe evitare». Il capo del Viminale contrattacca: «Questo senatore dice che non si può pregare, alla faccia della democrazia»

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«Matteo Salvini dopo che l’8 di agosto ha fatto sapere urbi et orbi che bisognava interrompere l’esperienza di governo ha avviato un tour, non un pellegrinaggio, incontrando cittadini, venendo contestato, ma soprattutto ostentando il rosario. Ora in terra di Calabria ostentare il rosario, votarsi alla Madonna, dove c’è il santuario cui la ‘ndrangheta ha deciso di consegnarsi, significa mandare messaggi che uomini di Stato, soprattutto ministri degli Interni devono ben guardarsi dal mandare». Così il senatore M5s Nicola Morra parlando nell’aula del Senato dopo le comunicazioni del premier dimissionario Giuseppe Conte.
«Ma sicuramente è stato per ignoranza, quindi padre perdonalo perché non sapeva quello che faceva», ha detto ancora il presidente della commissione Antimafia.
PAURA DELL’ANTIMAFIA Matteo Salvini, ha detto ancora Morra, «ha avuto paura di venire in commissione» antimafia «perché non ha idea di cosa sia un’azione di contrasto alle mafie».
«Il 7 di agosto – ha poi raccontato Morra – avendo la possibilità di parlare con il ministro degli Interni, gli ho chiesto quando avrebbe avuto intenzione di farsi vedere in Aula. Salvini mi ha toccato con il palmo delle mani e mi ha detto: “Non ti preoccupare, verrò il più presto possibile”».
Visto che poi ha aperto la crisi «mi sono sentito preso per il naso. Un ministro della Repubblica non può prendere per i fondelli l’Aula del Parlamento».
SALVINI: «MORRA OFFENDE I CALABRESI» A distanza di un’oretta, in diretta Facebook dal Viminale, Salvini ha così replicato a Morra: «Secondo il presidente della Commissione antimafia io avrei mandato un messaggio alla ‘ndrangheta, ma vi rendete conto? Questa è un’offesa a tutti i calabresi, a tutti i cattolici, a tutti gli italiani. Stando a questo senatore grillino quindi – ha detto il leader della Lega – in Calabria non si può pregare, non si può tirar fuori il rosario o affidarsi alla Madonna. Va beh… Alla faccia della libertà e della democrazia».
MANGIALAVORI SULLA CRISI: «ORA SI VOTI» In riferimento alla complessiva vicenda della crisi di governo, si registra una riflessione del senatore di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori: «Finalmente, dopo più di un anno di fallimenti e litigi quotidiani sulla pelle degli italiani, il governo del cambiamento (in peggio) è finito in archivio. Non lo rimpiangeremo. Il presidente della Repubblica, da autentico uomo delle istituzioni e da massimo garante della Costituzione, saprà trovare – ha sostenuto Mangialavori – la soluzione migliore per fare uscire il Paese dalla crisi in cui è stato catapultato da un esecutivo che ha peggiorato tutti gli indicatori economici e sociali. Per quanto ci riguarda, diciamo no agli inciuci di palazzo e alle alleanze politiche illogiche e contro natura. Il ritorno immediato alle urne è, a nostro avviso, l’unico modo per superare questa fase drammatica della nostra storia».

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