Novità sul processo per l’omicidio del commerciante Angelo Ronzello, di 26 anni, ucciso la notte del primo aprile 2010 in un agguato a Monasterace. Ronzello, che aveva trascorso la serata assieme ad alcuni amici, secondo la ricostruzione dei carabinieri, è stato ucciso con sei colpi di fucile caricato a pallettoni sparati da due sicari appostati nel buio. A distanza di quasi sette anni da quel barbaro omicidio, poche settimane fa sono stati arrestati due fratelli di Monasterace, Remo e Maurizio Sorgiovanni, di 31 e 28 anni. I due sono accusati di omicidio aggravato dalla premeditazione e per aver commesso il fatto per futili motivi. Secondo quanto ricostruito, infatti, sembrerebbe che Ronzello fu ucciso perché aveva osato chiedere il pagamento di una fornitura di mangimi da 40 mila euro e perché avrebbe manifestato la sua volontà di affrancarsi da ambienti criminali. Alla base degli arresti vi sarebbe una intercettazione ambientale captata dagli investigatori nel corso della quale i due avrebbero fatto riferimento ad un articolo di giornale sull’omicidio e alla paura di essere arrestati. Oggi, tuttavia, la difesa di Remo e Maurizio Sorgiovanni ha depositato una istanza alla Procura affinchè il pm titolare del fascicolo chieda al gip un’udienza per la trascrizione delle conversazioni ambientali. Si chiede la nomina di un perito che abbia conoscenza del dialetto locale in cui sono avvenuti i dialoghi. Per la difesa, infatti, la conversazione non farebbe riferimento alcuno all’assassinio di Ronzello, bensì ad un colloquio in carcere che i due dovevano fare con un loro congiunto. La frase incriminata: “Adesso ci arrestano, scemo”, per il legale sarebbe, invece, “Ah attaccala, scemo” da collegare ad una espressione dialettale per far riferimento ad un pacco da consegnare al colloquio che doveva essere chiuso bene.
ALESSANDRA BEVILACQUA Redazione@telemia
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