Mer. Set 18th, 2024

“L’Asp non ha intenzione di chiudere le postazioni di continuità assistenziale”. La rassicurazione proviene dalla voce del commissario straordinario dell’Azienda, Giuseppe Giuliano, all’incontro con gli amministratori del territorio vibonese della Conferenza dei sindaci per discutere di Atto aziendale ma anche di ospedali, e servizi sanitari. Tuttavia, a risaltare nitidamente è stata l’assenza della maggioranza degli amministratori locali (su 48 ne erano presenti 23, meno della metà), circostanza a più riprese stigmatizzata dai loro colleghi in aula: “Sembra che ad alcuni sindaci non interessino le vicende sanitarie del territorio salvo poi lamentarsi sugli organi di informazione”. “La legge dice che ne servono 10 e invece ne abbiamo 39 – ha esordito Giuliano – mentre il numero dei medici deve attestarsi a 45 mentre al contrario ad operare sono 113. Non se ne trovano altri e pertanto questo numero non mi consente di tenere aperte 39 postazioni, al massimo 32 e sempre per legge devono fare 12 ore e non 24”, ha commentato Giuliano che poi ha garantito: “Non è mia intenzione chiuderle”; quindi un appello ai sindaci ad avere comprensione “nei confronti del management quando capita che una postazione rimane chiusa proprio perché non c’è possibilità di avere medici, fermo restando – ha precisato – che c’è possibilità che il sanitario possa spostarsi in un altro paese in caso di emergenza”. Ma è sulla discrezionalità del medico che l’Asp ha le mani legate: “Questi è pagato per recarsi a domicilio in caso di chiamata ma spetta a lui decidere se il paziente necessita di essere visitato a casa. Il problema è che spesso tale decisione non viene quasi mai presa. Il Commissario non ha potere sui medici convenzionati che hanno un ampio margine di autonomia, l’unica soluzione è quella di licenziarli ma mi ritroverei con una figura in meno mentre gli interessati un posto di lavoro lo trovano comunque”. Giuliano, nell’annunciare che nella giornata odierna incontrerà i consiglieri regionali per ragionare sull’accorpamento delle sedi e sulla possibilità di aumentare le ore da 24 a 36 sopperendo così alla riduzione delle postazioni stesse, si è poi focalizzato sugli ospedali: “A Vibo ho lasciato tutto com’era; a Tropea e Serra ho mantenuto un equilibrio dettato dall’esistente e ho aggiunto strutture a valenza dipartimentale, per avere certa autonomia e per staccarli da Vibo anche se queste ultime devono superare il vaglio della Regione. Se tale proposta dovesse passare i due ospedali del territorio sarebbero sicuramente diversi da come erano prima sia come gestione che organizzazione”, ha argomentato aggiungendo che per quanto concerne gli interventi per infarto si è “stipulato un accordo che prevede una forma molto attenuata di telemedicina cardiologica per tutti e tre gli ospedali che in un secondo momento sarà integrata con il 118 e infine riuscire ad integrarlo con l’ictus; la società ci metterà a disposizione degli appositi caschi e i sanitari per la lettura dei dati. In questo modo si ridurrebbero gli accessi impropri al Pronto soccorso”. Case di comunità. Altro tema affrontato è stato quello delle case di comunità precisando che “nessuna di queste può sopprimere un ospedale ma anzi camminerà di pari passo con esso”. Subito dopo gli interventi dei vari sindaci a partire da Cosimo Piromalli (Spadola) che ha posto una serie di interrogativi al commissario soprattutto sui servizi sanitari nel vasto comprensorio serrese, per poi passare a Peppe Condello (San Nicola Da Crissa), che ha parlato di “scarsa rappresentanza politica alla Regione sui temi della sanità”, a Salvatore Solano (Stefanaconi) che ha chiesto di organizzare un incontro con il commissario ad Acta, Roberto Occhiuto, a Giuseppe Pizzonia che ha rilevato la necessità di sensibilizzare la categoria dei medici e rimarcato l’esigenza che tutte le istituzioni lavorino in sinergia. A seguire Alfredo Barillari (Serra) che ha invitato Giuliano a pubblicare manifestazioni di interesse aperte anche ai medici pensionati da più di due anni dalla stessa Azienda, e siglare convenzioni per reperire quanto più personale possibile, rilevando, al contempo, l’assenza all’ospedale di Serra di un reparto per le acuzie. E ancora i sindaci di Parghelia (Landro), Limbadi (Mercuri), Mileto (Giordano) mentre quello di Monterosso (Lampasi) ha abbandonato polemicamente l’aula al momento dell’intervento della presidente dell’organismo, Maria Limardo (sindaco di Vibo), denunciando il mancato coinvolgimento del comitato ristretto (del quale fa parte) sui temi discussi ieri sera. Da parte sua, il primo cittadino del capoluogo ha rilevato il “fallimento della sanità politicizzata” e invitato gli amministratori ad “abbandonare i soliti campanilismi; spesso è meglio fare un passo indietro per raggiungere uno scopo più ampio, in questo caso dei servizi sanitari migliori”. Prima dell’inizio della seduta il sindaco Condello ha rassegnato le dimissioni da componente del comitato ristretto della Conferenza dei sindaci per via del mancato coinvolgimento dell’organismo sulle comunicazioni del Commissario da parte del presidente Maria Limardo (sindaco di Vibo) abbandonando l’aula nel momento dell’intervento di quest’ultimo seguito dal collega di Monterosso (Antonio Lampasi) che però allo stato resta al suo posto in seno al Comitato. Ad entrambi la Limardo ha replicato affermando di aver “ritenuto opportuno convocare l’assemblea generale dei sindaci proprio per condividere con tutti i colleghi gli argomenti esposti dal commissario, quindi nel pieno rispetto della democrazia”. 

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