«Per ora il centrodestra si dimette solo attraverso comunicati stampa e, per dire la verità, hanno parlato esattamente una settimana dopo il nostro primo intervento in merito alla sentenza Miramare che ha riguardato Falcomatà e scimmiottandone i contenuti. Insomma, ci hanno messo un bel po’ a fotografare la situazione politica e a prendere una decisione. E il comunicato che è stato diffuso ieri notte mi è sembrato più frutto di un’imposizione dall’alto che conseguenza di una volontà effettiva dei consiglieri comunali a dimettersi. Non so se poi lo faranno veramente e non so se otterranno lo scopo, questo è un problema che riguarda loro. Posso solo osservare che se l’alternativa a Falcomatà deve essere l’ennesima cugina, comare o amica di qualche notabile, allora non so quale sia la peggiore fra le due alternative. Tra l’altro, la prima cosa che ha detto Giusy Princi, la neo vicepresidente della Regione Calabria, è che grazie a lei i giovani calabresi non abbandoneranno più la regione. La dottoressa Princi si è presa una bella responsabilità e può star sicura che valuteremo con estrema attenzione nei prossimi mesi l’impatto delle sue esternazioni. Ma, al di là di queste aspirazioni, che peraltro sono legittime e ci auguriamo vengano portate a termine, il quadro di Reggio Calabria è desolante e devastante da qualsiasi punto di vista lo si osservi. Da una parte a menare le danze sono i soliti Nino De Gaetano e Sebastiano Romeo, ma non avevamo alcun dubbio: fin dal giorno del dopo elezioni avevamo detto e scritto che sarebbe stato così. Dall’altra, invece, a dominare sono incertezza ed eccessiva timidezza nel voler abbandonare piccole posizioni di privilegio. L’auspicio è naturalmente che il centrodestra porti fino in fondo e sia coerente con i suoi enunciati. Intanto si assiste allo sgretolamento a livello nazionale e non solo della reputazione di una città in cui a comandare sono le solite bande di impresentabili. A proposito, i puristi della legalità in merito ai kingmaker delle trattative non hanno niente da dire?». Lo ha dichiarato il giornalista e massmediologo Klaus Davi.
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