Gio. Ott 3rd, 2024

Il mistero della morte di Fausto Borgioli si riapre dopo 32 anni con nuove rivelazioni sull’esecuzione e il ruolo della ‘ndrangheta.

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La Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha fatto luce sull’omicidio di Fausto Borgioli, avvenuto il 19 ottobre 1992 in via Strozzi, Milano, vicino all’oratorio “Don Orione”. Considerato un esponente legato al clan di Francis Turatello, Borgioli fu freddato a colpi d’arma da fuoco in circostanze che per anni sono rimaste un enigma per le forze dell’ordine. Oggi, una svolta clamorosa sembra essere arrivata grazie a un’intercettazione del luglio 2020, in cui Giuseppe Caminiti, sospettato di essere vicino alla potente ‘ndrina degli Staccu di San Luca, avrebbe ammesso il suo coinvolgimento.

Durante una conversazione intercettata, Caminiti, già indagato per illeciti legati alla gestione dei parcheggi allo stadio Meazza, ha fatto riferimento a un “danno” commesso in zona Montegani, a Milano. Solo successivamente, nel gennaio 2021, Caminiti ha rivelato che quel “danno” era l’omicidio di un uomo residente proprio in via Montegani 10: Fausto Borgioli. “Era una delle situazioni peggiori della mia vita”, avrebbe confessato, fornendo dettagli che hanno permesso di collocare l’omicidio nel periodo tra il 1991 e il 1992.

L’omicidio di Borgioli, rimasto irrisolto per oltre tre decenni, era già stato oggetto di indagini negli anni ’90, quando Caminiti era stato indicato come uno dei sospetti, ma le prove non furono sufficienti per incriminarlo. Secondo le ricostruzioni dell’epoca, Borgioli era sospettato di essere un informatore della polizia, circostanza che avrebbe decretato la sua condanna a morte per mano della malavita. Giorgio Tocci, collaboratore di giustizia, aveva già fornito testimonianze importanti in passato, descrivendo il ruolo di Caminiti nell’esecuzione e confermando che l’omicidio era stato ordinato per eliminare una possibile minaccia.

Ora, con le nuove confessioni e le prove raccolte, la giustizia sembra vicina a chiudere un capitolo oscuro della Milano degli anni ’90, segnato dalla presenza della criminalità organizzata e dai legami con la ‘ndrangheta calabrese.