Mer. Lug 17th, 2024

A gestire il business degli sbarchi lungo la rotta ionica sono clan dell’est Europa uniti a organizzazioni turche. Lo scrive ‘L’Espresso’ nel numero in edicola domenica e di cui il settimanale ha diffuso un’anticipazione. “Mentre il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ordina la chiusura dei porti, annuncia trionfante che gli sbarchi sono stati azzerati e punta il dito verso le navi delle Ong accusate di essere “taxi del Mediterraneo”, c’è un piccolo e silenzioso fenomeno che sta crescendo intorno alle nostre coste ma al quale il vice premier non ha mai dedicato nemmeno un tweet” scrive L’Espresso che poi aggiunge che le organizzazioni “aggirano i muri europei percorrendo la rotta ionica a bordo di costose barche a vela o potenti motovelieri intestati a società fittizie e spesso battenti bandiera americana” utilizzando equipaggi che “sono autentici fantasmi: tutti di nazionalità russa o georgiana, incensurati e mai schedati dalla polizia internazionale”. Il nuovo business, prosegue il settimanale, è gestito da una rete di scafisti che trasporta i migranti in cambio di compensi da capogiro. “Per le forze dell’ordine si tratta un rebus ancora tutto da comporre, riconducibile alla mafia russa, che dopo aver conquistato il monopolio nel settore dei furti in appartamento e del riciclaggio in tutta Europa ora ha affondato le mani anche nel traffico di migranti”. Secondo quanto riporta L’Espresso, gli investigatori calcolano che “per ogni passeggero gli scafisti guadagnino fino a 10mila euro a testa, in gruppi di circa 70 persone alla volta per una media di cinquemila viaggi all’anno”. I passeggeri sono spesso “curdi, siriani o iracheni e la loro fuga verso l’Europa parte dal quartiere Aksaray a Istanbul: è lì – conclude l’articolo – che avvengono i primi contatti con le potenti organizzazioni criminali”.

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