Mer. Nov 20th, 2024
Dei 169 imputati, 122 rischiano quasi 2.000 anni di carcere

Si è conclusa la discussione del maxiprocesso “Mandamento Ionico” che si definisce con il rito ordinario con alla sbarra 169 imputati. Il lungo e complesso procedimento nato dall’operazione dei carabinieri e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha coinvolto imputati della Locride e, in minima parte, anche dell’Area Grecanica reggina. La Procura, lo ricordiamo ha chiesto 122 condanne per un totale di poco meno di duemila anni di reclusione, con pene che vanno da un minimo di 3 a un massimo di 30 anni. La Procura antimafia reggina contesta reati che vanno dalla partecipazione a un’associazione mafiosa alla detenzione illegale di munizioni ed armi comuni da sparo e da guerra rese clandestine, turbativa d’asta, illecita concorrenza con violenza e minaccia, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, truffa e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e numerosi altri delitti collegati, tutti aggravati dalla finalità di agevolare l’attività della predetta associazione mafiosa.

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Dopo la requisitoria dei pubblici ministeri e le conclusioni delle parti civili si è proceduto agli interventi degli avvocati difensori che si sono succeduti nel corso di diverse settimane. Il Tribunale di Locri (presidente Fulvio Accurso, a latere Gabriella Logozzo e Giovanna Di Maria), ha rinviato al 15 giugno per eventuali repliche e per dare inizio, verosimilmente, a una camera di consiglio che si prospetta particolarmente lunga.

Da rilevare che il dibattimento del maxiprocesso sin dall’inizio è stato organizzato con la predisposizione all’interno del Palazzo di Giustizia di un sistema di multivideoconferenza per consentire di assistere a distanza, sia agli imputati detenuti sia al pubblico, al quale era riservata una specifica aula. Grazie a questo sistema multimediale la discussione si è svolta nel rispetto delle disposizioni governative, con la garanzia della presenza anche degli imputati detenuti fuori regione.

Rocco Muscari (Gazzetta del Sud)

SERVIZIO DI NICODEMO BARILLARO