Sembrava averlo anticipato il presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto, durante la conferenza stampa in cui ha comunicato l’ammontare del debito sanitario: “Occorre aspettare cosa succederà per il Sant’anna ” e così è stato. Stamane la Guardia di Finanza ha difatti eseguito a carico della Spa e del suo legale rappresentante, un sequestro conservativo, fino alla concorrenza della somma di oltre 20 milioni di euro.
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Il provvedimento è stato emesso dal Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Calabria su richiesta della Procura Regionale della Corte dei Conti, con il coordinamento Procuratore Regionale Romeo Ermenegildo Palma e dal Vice Procuratore Generale Giovanni Di Pietro, nei confronti della casa di cura Villa S.Anna Spa di Catanzaro e del relativo amministratore pro tempore, Rosanna Frontera.
La vicenda, lo ricordiamo nasce dalle indagini svolte dal Nucleo Pef delle fiamme gialle su dei presunti doppi pagamenti che l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro avrebbe effettuato alla casa di cura, per le stesse prestazioni, con l’ipotesi conseguente di un danno erariale ascrivibile sia al management della clinica che ai vertici pro tempore dell’Asp.
In particolare, le indagini si sono focalizzate su un contratto di cessione tra Villa Sant’anna Spa e la società Opera Spv Srl, contratto che riguardava credito che scaturiva da alcune fatture emesse dalla casa di cura nei confronti dell’Azienda sanitaria e che gli investigatori ritengono di un valore nominale gonfiato.
Secondo gli inquirenti, dunque, dopo la cessione l’Opera Spv avrebbe eseguito un’operazione di cartolarizzazione del credito acquistato facendosi assegnare, in assenza di un’adeguata difesa da parte dell’Asp, diversi milioni di euro nell’ambito di 9 procedure esecutive azionate innanzi ai Tribunali di Modena e di Roma.
Il procedimento contabile conseguentemente instaurato ha portato, lo scorso 29 novembre, alla condanna in primo grado di sei persone a risarcire un danno erariale pari, appunto, a oltre 20 milioni di euro, comprensivo della rivalutazione monetaria e degli interessi legali, “per aver sottoposto l’Asp di Catanzaro ad azioni esecutive tese al riconoscimento di crediti già soddisfatti”, spiegano gli inquirenti.
Da qui il provvedimento di sequestro eseguito oggi ed emesso dal Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Calabria su richiesta della Procura Regionale della stessa magistratura contabile, un’attività che è stata coordinata dal Procuratore Regionale Romeo Ermenegildo Palma e dal Vice Procuratore Generale Giovanni Di Pietro.
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