Ven. Set 20th, 2024

Crotone, 20 settembre 2024 – Una vasta operazione contro la criminalità organizzata è stata portata a termine oggi dai Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone, con il supporto delle unità di Catanzaro, Vibo Valentia, Cosenza e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria. Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, il G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro ha emesso un provvedimento cautelare che ha portato all’arresto di 31 persone, indagate per reati gravi tra cui “associazione per delinquere di tipo mafioso”, “estorsione”, “usura”, “traffico di stupefacenti” e numerosi reati in materia d’armi.

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Di questi, 15 indagati sono stati condotti in carcere, 7 sono stati posti agli arresti domiciliari e 9 sottoposti all’obbligo di dimora. Le indagini, avviate nell’ottobre 2020, sono partite da un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore cutrese, condotto da tre degli odierni arrestati. Da questo singolo evento, l’indagine ha progressivamente allargato il proprio raggio d’azione, rivelando le dinamiche interne al clan di ‘Ndrangheta di Cutro, soprattutto dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri.

Un ruolo centrale nell’indagine lo ha giocato la famiglia Martino, legata a Grande Aracri, in particolare la moglie e i due figli di Vito Martino, già detenuto, che hanno cercato di affermarsi come gruppo autonomo in contrapposizione ai rivali Ciampà-Dragone. Il conflitto tra queste due famiglie ha evidenziato la lotta per il controllo del territorio nella zona di Cutro.

L’operazione odierna è la continuazione naturale delle operazioni Kyterion ed Aemilia, e ha trovato conferme nelle dichiarazioni di collaboratori di giustizia come Giuseppe Liperoti, Salvatore Muto e Angelo Salvatore Cortese. Le indagini hanno rivelato l’esistenza di una “bacinella” associativa, alimentata dallo spaccio di ingenti quantità di stupefacenti, i cui profitti erano utilizzati per sostenere economicamente affiliati e famiglie dei detenuti. L’area di maggiore operatività del traffico di droga risultava essere la direttrice Cutro-Cosenza-Catanzaro, con quest’ultimo capoluogo come snodo principale.

L’intimidazione, l’estorsione ai danni di commercianti e l’usura sono state modalità tipiche con cui l’organizzazione ha esercitato il controllo del territorio. Un episodio di usura è sfociato in un procedimento penale separato, con l’arresto di due persone e il deferimento di una terza. Durante le indagini, le forze dell’ordine hanno sequestrato armi in due operazioni distinte, nel 2021 e nel 2022.

Un ulteriore episodio di rilievo è stato il danneggiamento delle auto di membri della famiglia Martino, avvenuto con l’avallo del boss Domenico Mico Megna, evento significativo per comprendere l’evoluzione delle relazioni di potere tra le varie cosche locali.

L’intera indagine si è basata su intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre a pedinamenti e riscontri investigativi. Durante l’esecuzione delle misure cautelari, sono state effettuate perquisizioni personali e domiciliari.

Va ricordato che l’intero procedimento è attualmente in fase di indagine, e le accuse devono ancora essere provate in un processo. Le difese degli indagati avranno modo di presentare le proprie deduzioni nel corso del contraddittorio giudiziario.