SALVINI E TAJANI PERDONO RISPETTIVAMENTE -15.22% e -13.01%
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In calo anche Conte. Stabile il capitale reputazionale di Renzi e Letta. Di Maio e Meloni in crescita
Secondo l’analisi di svolta da Reputation Rating, l’agitato clima politico in seguito all’elezione di Mattarella al Colle non ha giovato alla reputazione del centro-destra. Nessun leader ha tenuto fede alle proprie posizioni, e adesso si iniziano a contare i danni a livello reputazionale. Ad essere maggiormente colpiti, in vero, risultano i Driver reputazionali Leadership & Innovation e CSR (Responsabilità Sociale). Gli Stakeholder con la reazione più negativa sono soprattutto Cittadini e Istituzioni politiche.
Prendendo in considerazione il periodo d’esame di gennaio 2022, in seguito alla nomina di Mattarella come Presidente della Repubblica, si è rilevato un generale calo della reputazione di due dei principali esponenti del centro-destra – Salvini e Tajani, che registrano un calo in media di circa 14 punti percentuali.
Questo è quanto emerge dalla nuova analisi realizzata dal Reputation Rating, l’unico motore di ricerca e comparazione di Brand basato su un algoritmo che offre una valutazione completa, tangibile, affidabile e imparziale della Reputazione di Paesi e Organizzazioni; l’algoritmo “Reputation Rating” pesa e misura le dimensioni della reputazione, certificando una serie di parametri oggettivi e soggettivi, attraverso la tecnologia blockchain.
Dopo la scorsa settimana, il direttorio degli schieramenti politici deve fare i conti con un generale calo della fiducia e reputazione da parte dell’elettorato. Nessun leader è uscito come più forte dalla bagarre, a partire da quelli di centrodestra costretti ad incassare la debacle più pesante: Matteo Salvini risulta agli occhi dei cittadini la figura che più di altre ha perso l’occasione di sfruttare il suo peso fra i grandi elettori. Questo si è tradotto in termini di reputazione in una sconfitta agli occhi di un italiano su tre. Assieme a lui tutta la coalizione della destra risente del contraccolpo dell’elezione del Colle: in termini di gradimento anche Tajani di Forza Italia perde circa l’1%. Giorgia Meloni è stata una delle poche a non uscire fortemente danneggiata nell’immagine dopo la conferma del Mattarella bis: ha per tutto il tempo tenuto le distanze da alcune scelte condivise dai colleghi di coalizione, e questa coerenza le ha garantito (a livello di reputazione personale) una preziosa crescita di 2 punti percentuali.
Il PD, che ha seguito la tornata nel riserbo quasi totale, è riuscito a contenere i danni d’immagine entro livelli di guardia. Il segretario Enrico Letta, nel giro dei votanti di centrosinistra, continua sul trend di credibilità precedente a gennaio, stabilizzandosi sul 30% e facendo sì che i giorni caldi delle elezioni non affliggessero anche il suo partito che rimane attorno al 20% nei sondaggi generali.
Altra situazione di sostanziale stabilità quella di Italia Viva che, come gruppo, cresce sensibilmente nei sondaggi generali fino al 2,3% e vede il suo leader, Matteo Renzi, uscirne bene assieme a Letta e Meloni incassando un incremento di fiducia nella leadership del 4,2% e dando nuovo vigore alla sua immagine di uomo politico. Nella lotta intestina al movimento 5 Stelle, risulta molto in calo la leadership di Conte a fronte di una crescita del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
La ricerca del Reputation Rating
La ricerca reputazionale è stata effettuata incrociando dati derivanti da: analisi di media intelligence delle principali testate nazionali e internazionali; Web reputation analysis; indagini statistiche pubbliche. Il tutto sotto la lente dell’algoritmo brevettato del Reputation Rating.
Scendendo più nel dettaglio del crollo reputazionale rilevato dal ReputationRating, notiamo che ad essere maggiormente impattati sono i Driver della Leadership & Innovation (-15.93%); e della CSR (Responsabilità Sociale) (-11.95%).
“Il Mattarella-bis, con la sostanziale continuità del Governo Draghi, è una buona notizia per la reputazione del nostro Paese. Basti pensare ai nostri stakeholder esteri: investitori e istituzioni politiche internazionali si sono già posti più che positivamente nei confronti del binomio Mattarella-Draghi. Nel corso del 2021, come già documentato da precedenti analisi del nostro algoritmo, la reputazione dell’Italia ha toccato percentuali di crescita a doppia cifra. Optare per una soluzione di continuità nell’implementazione degli investimenti del Pnrr sembra essere la strada giusta per la sostenibilità futura dello Stivale. È la Reputazione dei partiti politici ad uscirne fortemente danneggiata. Vista la situazione e l’immobilità del paese ci si aspettava o una conferma più celere o una assunzione di responsabilità maggiore” – commenta così Davide Ippolito, cofondatore di ReputationRating.
A percepirlo, e dunque parliamo di Stakeholder, sono per lo più i Cittadini (-16.39%) come rilevato specialmente dalla Sentiment Analysis che tra blog post, Social e Forum ha registrato un Sentiment negativo (54%) attorno alle principali keyword inerenti a Salvini e Tajani.
Anche le Istituzioni politiche – anche a livello internazionale – sono tra gli altri Stakeholder che hanno reagito peggio (-13.74%).
Joe Casini, cofondatore di ReputationRating, commenta così questo calo: “La nomina di Sergio Mattarella non deve stupire, ma lancia un monito a tutti i leader di partito: occorre mostrare maggior visione sistemica delle problematiche del Paese, offrendo un piano strategico di intervento che sia più inclusivo e sostenibile. La nomina di Mattarella, che possiamo pacificamente definire come “non prevista” dallo stesso Presidente, da un lato lancia un buon segnale per la reputazione del Paese; dall’altro getta ombra sull’immagine attuale dei Partiti, incapaci di dettare le regole di un futuro sostenibile e condiviso con tutti gli stakeholder del sistema-Italia”.