Dom. Nov 17th, 2024

La Corte ha sospeso i termini di custodia per i 34 imputati

Il tempo di smaltire le festività natalizie che si ricomincia a confrontarsi nelle aule dei tribunali reggini, nei vari processi che sono incardinati dallo scorso anno. Il mese di gennaio inizia con la Corte di appello di Reggio Calabria alle prese con il filone dell’abbreviato del maxiprocesso “Mandamento Ionico”, rinviato per sciogliere la riserva sulle richieste di rinnovazione del dibattimento, sulle quali il collegio, composto dalla presidente Olga Tarzia e dai giudici togati Cinzia Barillà e Francesca Di Landro, dovrebbero pronunciarsi all’udienza di domani.

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In sintesi le parti hanno chiesto la riapertura dell’istruttoria per l’esame di alcuni testimoni e l’acquisizione di documentazione di vario genere. Ha chiesto la riapertura del dibattimento anche la Procura Generale che attraverso il dottore Francesco Tedesco ha depositato alcuni documenti.

Il filone in abbreviato di “Mandamento Ionico” riguarda 34 imputati, con la Corte che ha accolto la richiesta della Procura ed ha sospeso i termini di custodia. Gli imputati sono accusati, a vario titolo e con modalità differenti, di reati che vanno dalla partecipazione all’associazione mafiosa unitaria denominata ‘ndrangheta e altri reati fine aggravati dalla finalità di agevolare l’attività della predetta associazione mafiosa.

Per rimanere solo al maxiprocesso “Mandamento Ionico”, il mese di gennaio è destinato allo studio della sentenza del filone dell’ordinario che si è concluso con il Tribunale di Locri, (presidente Accurso, giudici Logozzo e Di Maria) che, in sintesi, ha riconosciuto la penale responsabilità per 67 imputati assolvendone altri 102. I giudici di piazza Fortugno hanno depositato il 17 dicembre le motivazioni che si racchiudono in 1761 pagine dove si ripercorre il lungo e complesso dibattimento che attraverso una “lettura d’insieme” ha trattato «ben 18 locali di ‘ndrangheta, 16 dei quali appartenenti al cosiddetto mandamento jonico, un altro (ovverosia quello di Sinopoli) appartenente al mandamento tirrenico, cui si aggiunge la trattazione della cosca dei Serraino, rientrante nel mandamento di Reggio Centro e, precisamente, nel locale omonimo».

In questo mese le parti sono chiamate a decidere se proporre ricorso in appello, depositando i motivi di impugnazione, oppure lasciar scorrere i 45 giorni previsti dal codice per mandare la sentenza definitiva.

Dagli esiti dei due filoni del processo “Mandamento Ionico” trova sostanziale conferma la circostanza che: «La ‘ndrangheta è un’organizzazione segreta – scrivono i giudici di Locri – che si alimenta di contatti e di informazioni riservate, le quali devono essere connotate da attualità per consentire a chi la gestisce in ruolo di vertice di intervenire in modo tempestivo ed adeguato, al fine di risolvere le numerose questioni che si svolgono al suo interno e, soprattutto, per disinnescare le tensioni più pericolose che, se non affrontate con il tempismo necessario e con le dovute cautele, rischiano di tracimare in azioni violente, dagli esiti imprevisti».

fonte gazzetta del sud

SERVIZIO DI GIANLUCA SCOPELLITI