Il presidente del Consiglio regionale traccia un bilancio dell’integrazione tra ospedali e della Facoltà di Medicina a Catanzaro, pur ammettendo che restano sfide cruciali per la Sanità calabrese
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A meno di due anni dall’istituzione dell’Azienda unica “Dulbecco” e dalla firma del protocollo d’intesa, il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, fa il punto della situazione sul settore sanitario calabrese. Tra le questioni al centro del dibattito, la fusione fra gli ospedali “Pugliese-Ciaccio” e “Mater Domini”, e la Facoltà di Medicina dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, che sta tornando al centro delle polemiche politiche.
«La legge istitutiva di “Dulbecco” rappresenta uno degli aspetti più significativi della mia legislatura», afferma Mancuso, concludendo: «Mi auguro che, al termine del mio mandato, questo grande ospedale universitario abbia contribuito a migliorare la sanità calabrese, abbattendo la migrazione sanitaria e formando professionisti pronti a rimanere e lavorare in Calabria». Un tema, quello della mobilità passiva, che continua a pesare enormemente sulla regione, con molti calabresi costretti a cercare cure fuori dal territorio regionale.
Integrazione tra ospedali e Facoltà di Medicina
Mancuso sottolinea i progressi compiuti grazie alla fusione delle due principali strutture ospedaliere del capoluogo, un processo che ha portato all’integrazione amministrativa e del personale, seppur con difficoltà. «I risultati sono ancora poco visibili per la cittadinanza, ma uno degli obiettivi principali era quello di garantire la continuità e la sicurezza della Facoltà di Medicina dell’UMG e delle sue Scuole di specializzazione», spiega il presidente, enfatizzando che senza questa fusione l’Università di Catanzaro avrebbe rischiato di perdere importanti opportunità.
Tuttavia, Mancuso riconosce che l’assistenza sanitaria continua a presentare delle criticità, e ci sono ancora molte sfide da affrontare per migliorare la qualità dei servizi offerti.
Le sfide future e i problemi burocratici
Uno degli aspetti più attesi è la realizzazione del Pronto Soccorso al Policlinico, per cui sono stati stanziati 25 milioni di euro. Tuttavia, Mancuso evidenzia come le difficoltà burocratiche stiano rallentando l’attuazione dei progetti. «Il protocollo d’intesa prevedeva questo investimento, ma l’Atto aziendale, ancora da validare dalla Regione, deve essere inviato al Ministero, e questo rappresenta un passaggio obbligato», spiega Mancuso. Nonostante questi rallentamenti, il presidente assicura che si tratta di «problemi burocratici che riguardano tutti i settori, non solo la Sanità».
Guardando al futuro, uno degli obiettivi principali è ridurre la mobilità passiva e quindi il numero di calabresi che continuano a cercare cure fuori regione. «La vera misura del successo dell’integrazione sanitaria sarà la diminuzione della migrazione sanitaria a partire dal 2025», afferma Mancuso, aggiungendo che il lavoro di governance per raggiungere questo traguardo è ancora lungo.
Conclusioni
In conclusione, Mancuso ribadisce l’importanza di portare a termine gli interventi previsti, ma riconosce che la strada da percorrere è ancora lunga. «Il nostro impegno è far sì che la Calabria non sia più una terra di emigrazione sanitaria, ma una regione in grado di attrarre professionisti e di garantire ai cittadini cure di qualità», conclude il presidente del Consiglio regionale. La sfida, dunque, è aperta e la sanità calabrese continua a essere uno dei temi centrali del dibattito politico e sociale della regione.