Nell’arco di 10 anni, ma con ultime riforme fatto passo indietro
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“Mi arrabbio e mi dispiaccio, quando si parla di riforma della giustizia, perché sono convinto che, senza disturbare la Costituzione, sia possibile abbattere le mafie nell’arco di 10 anni. Il problema è avere il coraggio e la libertà di creare gli strumenti giusti. Noi abbiamo una buona base come legislazione antimafia ma è ovvio che le ultime riforme hanno sostanzialmente segnato un passo indietro nel contrasto alle mafie, alla criminalità organizzata e comune ed alle zone grigie”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, presentando a Vibo Valentia, nel corso del Festiva Leggere&Scrivere, il suo libro più recente, “Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e altre storie di lotta alle mafie”, scritto insieme al giornalista Antonio Nicaso. “L’improcedibilità – ha aggiunto Gratteri, intervistato da Mimmo Famularo, direttore del giornale on line Calabria7 – non è altro che una ghigliottina per i processi. C’erano tante altre opzioni prima di arrivare a questo: era possibile, per esempio, recuperare centinaia di magistrati fuori ruolo, potenziare alcuni uffici giudiziari accorpandoli e facendoli lavorare a regime, procedere ad una forte depenalizzazione dei reati cosiddetti bagatellari e tipizzare la possibilità di ricorrere in Appello e in Cassazione in modo più stringente, e anche altro”.