Sab. Lug 27th, 2024
Nicola Morra nella sede dell'Fnsi durante iniziativa per chiedere l'immediata approvazione di una legge contro querele bavaglio e minacce ai cronisti, Roma 19 Novembre 2019. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Presidente con delegazione commissione a Crotone per audizioni

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"La commissione ha diverse idee e

spunti ma poi si scopre che il Governo cambia la normativa con

cui si erogano le interdittive antimafia alle aziende. Per cui

mi domando, da presidente della Commissione, che senso abbia

continuare a produrre testi e proposte se poi il Governo avanza

le sue proposte che vanno in tutt’altra direzione?”. Lo ha detto

il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola

Morra, prima dell’inizio delle audizioni previste oggi a Crotone

con i vertici delle forze dell’ordine e le associazioni di

categoria.

“Siamo qui – ha poi aggiunto – perché per troppo tempo è

stata trascurata la pericolosità della ‘ndrangheta crotonese.

Negli ultimi anni la rilevanza della ‘ndrangheta crotonese

paradossalmente è emersa grazie ad indagini compiute fuori dalla

provincia. Mi riferisco all’inchiesta Aemilia ed alle numerose

inchieste della Dda di Catanzaro che hanno palesato la

pervasività della ‘ndrangheta, riferibile a Cutro e non solo,

che è riuscita ad inquinare settori importanti del mondo

produttivo anche in altre parti d’Italia. La ‘ndrangheta non è

da perimetrare alla sola provincia di Reggio Calabria, ma ci

sono altre realtà che meritano approfondimento. Se riusciremo a

fare questo con dovuta intelligenza e capacità di

approfondimento significa che istituzioni democratiche avranno

vinto. Se continueremo a non percepire alcuni segnali allora i

problemi permarranno”.

A Crotone saranno sentite anche le associazioni di categoria

perché la Commissione vuole capire le dimensioni del fenomeno

dell’usura. “Abbiamo alle spalle – ha detto – un’audizione,

quella di Cosenza, da cui è emersa la reticenza se non a volte

l’omertà di tantissimi. Le denunce a Cosenza si sono rarefatte

se non estinte: significa che o non c’è usura o non c’è chi

denuncia. Sappiamo che questo è un territorio dove l’esercizio

del credito legittimo e legale è stato ulteriormente indebolito

a causa anche della crisi sistemica degli istituti locali:

allora forse qualche domanda potrebbe avere la risposta. La

‘ndrangheta ha avuto la capacità di rendere povero un territorio

potenzialmente ricco come quello calabrese. Dobbiamo domandarci

se non c’è una correlazione, a mio avviso di natura inversamente

proporzionale, tra un’economia sottoposta a regole democratiche

che è sempre più in retromarcia ed una economia che calpesta

quelle regole, una economia criminale che fa fatturati e

profitti sempre più importanti”.

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