“Quando non si pensa a quello che si dice è quando si dice quello che si pensa.” Cit.
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Vorrei fare una premessa, anzi due.
La prima è che prendere le distanze da certe discussioni non significa in alcun modo negare le differenze tra nord e sud né l’esistenza di tanti imbecilli, sia a settentrione che a meridione, irragionevolmente mossi da pregiudizi razziali.
La seconda è che, se è proprio necessario discutere di questi temi, per la loro complessità storica, sociologica e antropologica si devono evitare rivendicazioni ideologiche.
Dico ciò perché credo inutile, oltre che fuorviante per gli interessi della Calabria, il dibattito sullo spot di Klaus Davy. Comunque, siccome non voglio sottrarmi dall’esprimere un parere personale ritengo sgarbata la “pubblicità comparativa” sulla costa dei gelsomini ideata dal massmediologo; offensiva la risposta del Fatto Quotidiano; spropositate le reazioni da nord a sud di politici e intellettuali.
Penso, invece, che la Calabria vada raccontata per quello che è: “Una terra baciata da Dio e violentata dagli uomini (pochi)”, bellezze naturali inebrianti e cumuli di spazzatura, colonne greche che si stagliano nel cielo e opere incompiute che martoriano il territorio. Terra dove convivono i fasti del passato (prossimo e remoto) che narrano la genialità dell’uomo mediterraneo e gli scempi del presente che testimoniano fragilità e solitudine dell’uomo moderno, il virtuosismo del popolo calabrese e le nefandezze del potere.
Qui non sono in discussione le bellezze della Calabria, innegabili, uniche e incomparabili ma l’uso spregiudicato che se ne vorrebbe fare per nascondere non le bruttezze ma il male ei suoi responsabili.
Solo un confronto autentico e intellettualmente onesto può aiutare la soluzione dei problemi.
Fossi un Sindaco delle Locride non mi farei abbindolare da falsi profeti. Mi preoccuperei di sapere quali opere sono ricomprese nel piano strategico nazionale per questo territorio. Quale sarà il futuro delle ferrovia e quali investimenti sono previsti per la SS 106 nel tratto Reggio Calabria – Catanzaro. E se, come sembra, l’ANAS non intende investire per il rifacimento di questo tratto, quali fondi sono destinati alla sua messa in sicurezza e alle trasversali. Senza inutili passarelle, vorrei conto della sanità e dello smaltimenti dei rifiuti. E poi chiederei a gran voce del futuro delle Città Metropolitana e della sua pianificazione strategica quale città proiettata nel mediterraneo, delle sorti dell’aeroporto dello stretto e del porto di Gioia Tauro opere indispensabili agli scambi commerciali, dei collegamenti veloci con l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, della realizzazione della pedemontana e dei porti turistici sulla Ionica per far godere appieno della montagna con i suoi meravigliosi centri, favorire il turismo da diporto e aprire le vie del mare.
Avv. Giuseppe Serranò
Responsabile Dipartimento Regionale “Politiche per il Mezzogiorno” Fratelli d’Italia