Mar. Lug 16th, 2024

Il filone dell’abbreviato del processo scaturito dall’operazione “Riscatto – Mille e una notte” si è concluso ieri davanti ai giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria con la conferma della condanna per Gianfranco Alì (4 anni e 8 mesi), la rideterminazione della pena, previa esclusione della contestata aggravante, nei confronti di Vincenzo Cordì (cl. 1957) condannato a 4 anni, con assoluzione da un capo di imputazione; e le condanne di Domenico Cordì (cl. 1991) (9 anni) di e Bruno Zucco (8 anni). I giudici reggini hanno mandato assolto Antonio Cordì (cl. 1997), già condannato in primo grado a 4 anni, per il quale ha concluso l’avv. Domenico Maria Lupis che ha chiesto l’assoluzione anche sulla scorta del contenuto di una relazione tecnica dell’allora consulente di parte, nel frattempo deceduto, ing. Sergio Lupis. Infine i giudici dell’appello hanno dichiarato “non doversi procedere” nei confronti di Domenico Schirripa, essendo il reato contestato estinto per prescrizione previa esclusione dell’aggravante contestata. Per questo ultimo imputato ha concluso l’avv. Giovanni Scarfò, che ha evidenziato l’insussistenza di connessioni tra il proprio assistito e soggetti ritenuti a vario titolo vicini a consorterie criminose, ottenendo l’estinzione del reato che in primo grado aveva comportato una condanna a 16 mesi con pena sospesa. Nel processo sono intervenuti anche gli avvocati Alvaro, Albanese, Mittica, Vannetiello e Furfaro.

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L’inchiesta “Riscatto – Mille e una notte” è stata eseguita dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza che hanno ricostruito l’operatività di gruppi criminosi facenti capo alla consorteria Cordì di Locri. Nel corso dell’indagine è emerso l’interesse del clan nella gestione del cimitero di Locri. L’inchiesta si è caratterizzata anche dall’aver individuato l’interesse delle ‘ndrine di Locri sugli appalti pubblici, sui quali, secondo un sistema collaudato, pretendevano una tangente del 3% del valore dell’opera in corso di realizzazione. Altri filoni della maxioperazione hanno riguardato il racket delle estorsioni a commercianti di Locri che negli anni avrebbero versato il “pizzo” sia in denaro che in “regalie”.

A novembre dello scorso anno si è concluso il filone dell’ordinario con il Tribunale di Locri che ha disposto 9 condanne, per complessivi 141 anni e 4 mesi di reclusione, e 7 assoluzioni.

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