È passato un anno esatto dalla visita lampo del Presidente Giuseppe Conte a Locri.
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Oggi è
obbligatorio interrogarsi e chiedersi “Chi l’ha visto?” che fine ha fatto e,
soprattutto cos’ha fatto per la Locride a distanza di un anno e dopo tante
belle parole e promesse.
Nei prossimi giorni proverò a scrivergli una
lettera per avere risposte immediate, senza promesse e utopie.
«A
gennaio ci rivedremo qui a Locri, ritorno con tutte le necessarie soluzioni.
Oggi è stata un’importante giornata di studio, solo un giro di ricognizione» –
parola di Giuseppe Conte.
Era il 23 novembre 2018 ed è passato esattamente
un anno dalla visita istituzione del Presidente del Consiglio di ministri e
nessuno si è più visto a Locri. Sarebbe un caso del noto programma “Chi l’ha
visto” perché sembrerebbe sparito e non solo.
Il
presidente Conte non è più venuto a Locri ma non ha dato dimostrazione alcuna
di volersi interessare della nostra terra, né di dare una risposta in merito
all’emergenza ospedale Locri; eppure fu chiaro allora: «Troveremo la giusta
soluzione perché questo territorio non rimanga isolato».
Quando il professor Conte venne a trovarci a
Locri, fu una visita improvvisa, non programmata, una visita atipica ma che ci
aveva riempito il cuore di speranza in quanto abituati a visite per
commemorazioni o a visite elettorali. Il signor Conte, nella qualità di
Presidente del Consiglio dei ministri, ci disse di essere a Locri stimolato
dalla nostra civile battaglia in difesa dell’ospedale per un “giro di
ricognizione”. Tante belle promesse, totale discontinuità con
i politici del passato definiti “chiacchieroni” dallo stesso Conte
che aveva inteso differenziarsi con un approccio diverso e
“operativo”.
Il 23
novembre 2018, in una giornata autunnale dal sapore primaverile, fummo
chiamati dal Prefetto Michele Dibari nell’accogliente Caserma del Gruppo
Carabinieri, dove la mancata programmazione dell’incontro giustificava anche
l’anomalo cerimoniale istituzionale.
Ascoltammo increduli e speranzosi le testuali
parole del Presidente: «Questa è una terra che deve essere indennizzata per i
torti subiti, meritate attenzione e soluzioni per il problema della sanità e
del vostro ospedale, servono adeguate politiche del lavoro per risolvere il
problema della disoccupazione. La vostra terra merita altro. Siete stati presi
in giro fino ad oggi. Ora cambiamo registro. Invertiamo la rotta! A gennaio ci
rivedremo qui a Locri, ritorno con tutte le necessarie soluzioni. Oggi è stata
un’importante giornata di studio, un giro di ricognizione».
Proprio in quelle belle parole avevano
riposto fiducia e speranza. Ma le parole tali si sono dimostrate. Solo ed
esclusivamente parole. Gennaio è passato e un altro sta arrivando perché, per
verità e onestà, il Presidente Conte ha detto nel mese di gennaio ma senza
precisare l’anno. Non abbiamo più avuto alcuna notizia. Uscendo dalla Caserma
dei Carabinieri, sede del blindatissimo incontro, il Presidente Conte aveva
inteso rimarcare con grande enfasi che sarebbe ritornato a breve
(gennaio) per portare risposte e soluzioni». Quanta amarezza! A distanza di un
anno a chi dovremmo rivolgerci per rintracciarlo? Dovremmo invitarlo? A far
cosa? L’ennesima pugnalata o presa in giro? Di imbroglioni, passatemi il
termine ma la rabbia è tanta, ce ne sono fin troppi e con una situazione così
delicata in cui versa la nostra terra, senza nessun diritto alla salute e alle
cure primarie, non possiamo permetterlo. La comunità della Locride con in testa
i suoi rappresentanti istituzionali è stata ancora una volta illusa prima e
mortificata dopo dal superficiale atteggiamento di un politico. Questa volta
però il politico non è uno normale ma il capo del Governo in persona. Non
meritavamo la passerella del professore come uno dei tanti ciarlatani
parlamentari e consiglieri regionali abituati a approfittare del consenso
elettorale della Locride senza nulla restituire alla comunità. Non meritavamo
un simile atteggiamento addirittura dalla più alta carica del governo
nazionale. Così comportandosi, ha dato dimostrazione che tra lui e i “politici
chiacchieroni” di tutti gli schieramenti non c’è alcuna differenza. Anzi
si, una c’è. Gli altri purtroppo li abbiamo scelti noi calabresi anche se il
ventaglio di proposte tra le quali scegliere era molto basso, lui invece lo
abbiamo subito per una scelta verticistica. E allora non avendo la fortuna di
un suo contatto diretto, non ricevendo da un anno nessun cenno da Roma, perché
in fondo a noi interessano risposte e non visite, una provocatoria soluzione
potrebbe essere realmente quella di rivolgerci alla redazione di “Chi l’ha
visto?”, rispettando sempre il dramma di chi vive situazioni di scomparsa dei
propri cari. Qui a sparire è la speranza, la voglia di lottare c’è ma la
rassegnazione sta prendendo il sopravvento e un popolo che si abbatte è un popolo
che non vive ma sopravvive. Siamo stanchi di aspettare e non potendo fare
altro, scriverò personalmente al Presidente, perché, voglio sperare ancora
nella sua serietà, nella sua volontà a determinarsi in azioni concrete, perché
al momento nessuna attenzione è stata posta verso le aree depresse. Gli
scriverò e gli farò notare che gennaio è abbondantemente trascorso, che da quel
23 novembre è trascorso un anno senza avere alcuna notizia né diretta né
indiretta. Gli ricorderò che il decreto legge straordinario sulla Calabria,
conseguenza delle denunce e degli scandali amplificati dal programma televisivo
“Le Iene”, non ha portato alcun beneficio a Locri, a Reggio Calabria, a
Catanzaro, in Calabria!! Lo informerò, perché forse distratto, che il rapporto
“Svimez” ha annunciato la morte della Calabria con camera ardente allestita a
Catanzaro alla cittadella ; gli ribadirò che oggi non solo l’ospedale di Locri
ma anche quelli delle zone periferiche della Calabria rischiano la chiusura per
mancanza di risorse umane e attrezzature. Gli ricorderò che la
disoccupazione ha raggiunto livelli spaventosi e che i calabresi devono essere
aiutati e non stuprati. L’ennesima delusione che, però, non dovrà scalfire la
determinazione di chi questo territorio lo ama e, a tutti costi, vorrà farlo
risorgere, a prescindere dalle visite e passerelle. Chiederò espressamente di
evitare le “gite delle illusioni”, di magia vogliamo credere solo a Babbo
Natale, almeno lui i doni li porta…»
Dalla Residenza Municipale, 22/11/ 2019
F.to
Il Sindaco
Giovanni Calabrese