Gio. Ago 8th, 2024

Nei giorni scorsi si é tenuta presso la sede del Tribunale di Locri la requisitoria del PM Marzia Currao nell’ambito del processo per l’omicidio di Vincenzo Cordì, il cameriere di Marina di Gioiosa Jonica trovato carbonizzato all’interno della propria autovettura il 13 novembre 2019 in località Scialata del comune di San Giovanni di Gerace. Sul banco degli imputati, nell’aula del Tribunale di Locri, la convivente  Susanna Brescia, accusata di omicidio in concorso con i figli poco più che ventenni avuti da una precedente relazione, Francesco e Giuseppe Sfara, e l’amante della donna, Giuseppe Menniti.

Continua dopo la pubblicità...


CAMPAGNA-ANTINCENDIO-2024_6x3mt-4_page-0001
futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Nelle precedenti udienze sono stati sentiti testi e consulenti tecnici dell’accusa e della difesa. La requisitoria é durata 7 ore e mezza. Queste le richieste del PM:Susanna Brescia: ergastolo, Sfara Francesco e Menniti Giuseppe 30 anni, Sfara Giuseppe, assoluzione per non aver commesso il fatto. I quattro imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Macrì, Menotti Ferrari, Antonio Ricupero e Girolamo Curti, mentre la famiglia di Cordì è assistita dall’avvocato Rocco Guttà.

La pubblica accusa è rappresentata in aula dal pm Marzia Currao, titolare dell’indagine. A presiedere la Corte d’Assise Amelia Monteleone, giudice a latere Mariagrazia Galati. Il collegio é composto anche da sei giudici popolari. Oggi il processo è continuato  con l’ arringa del difensore di parte civile avvocato Rocco Guttà e quella del difensore dell’imputato Giuseppe Sfara Avvocato Francesco Macrì .

lr-ecodellalocride.it

Dopo la requisitoria del pm Marzia Currao, che ha invocato l’ergastolo per Susanna Brescia, accusata di omicidio aggravato dalla premeditazione nei confronti del suo compagno Vincenzo Cordì, il cameriere trovato carbonizzato in auto nel 2019 a San Giovanni di Gerace, oggi davanti alla Corte d’Assise di Locri è stato il turno delle arringhe delle difese. Allineato sulle posizioni della procura locrese Rocco Guttà, l’avvocato di parte civile della famiglia Cordì, il quale alla corte presieduta dal giudice Amelia Monteleone ha chiesto per conto dei familiari un risarcimento danni pari a 500 mila euro. «Contro gli imputati sono emersi gravi elementi indiziari sia da tabulati telefonici che da immagini video – ha tuonato il legale in aula – ed è stata accertata anche da parte della Brescia una gelosia patologica sfociata in odio verso il suo compagno, soprattutto nel momento in cui lui ha minacciato di andare via da casa e portare con sé i figli. Per questo motivo – ha concluso Guttà – lei si è messa in testa di ucciderlo».

E’ stato poi il turno dell’avvocato Francesco Macrì, nell’interesse dell’imputato Giuseppe Sfara, per il quale la procura ha chiesto l’assoluzione. Dopo aver ricordato la figura della vittima come «Un ragazzo buono e disponibile con tutti, il penalista si è soffermato sulla posizione del suo assistito. «Giuseppe Sfara è completamente estraneo a quanto avvenuto in quelle ore – ha spiegato Macrì – l’unico elemento indiziario, vale a dire il rifornimento di carburante diverse ore prima dei fatti contestati, non è collegato a quanto avvenuto quella sera. Tra lui e la vittima i rapporti erano ottimi». La settimana prossima a discutere saranno i legali degli altri imputati prima dell’ingresso della corte in camera di consiglio per la delibera della sentenza.

Ilario Balì-ilreggino.it

Print Friendly, PDF & Email