I titoli della Renda ed i meriti della politica.
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Che sia io ad assumere la difesa d’ufficio della manager Di Furia, sembra una condizione surreale. Tuttavia la assumo e lo faccio con chiarezza e determinazione assoluta. Ho letto e, successivamente, ascoltato le richieste avanzate dal PD (perdutamente dementi) circa le invocate dimissioni della Di Furia perché non sapeva che la dottoressa Renda non risultava iscritta all’ elenco dei direttori sanitari idonei per gestire la azienda sanitaria di Reggio Calabria. La manager ha mille difetti e più di mille momenti di non piena sintonia con i cittadini della provincia di Reggio Calabria che necessitano di cure e assistenza ospedaliera, ma ho constatato che si impegna a recuperare ritardi e sanare rovine lasciate da chi l’ha preceduta in questo incarico , nonostante le macerie ed il marciume che incontra quotidianamente. Per l’ ospedale di Locri sta facendo gradatamente il proprio dovere istituzionale.
Le ho detto,tra le altre cose,che spesso incontra politici e dirigenti medici che nel modo di fare e capire tanto è basso il loro livello mentale e culturale che pensano che il congiuntivo sia figlio della città congiuntivite . Sicuramente il PD ,che se ne strafotte,al pari dei consiglieri sordomuti del centrodestra, della sanità calabrese è ,in ordine gerarchico e cronologico, l’ ultimo a poter parlare di trasparenza e coerenza etica nella vita politica e sanitaria della nostra regione. Mi verrebbe da suggerire alla dottoressa Di Furia di chiedere gli elenchi dei consulenti, degli staff,degli esperti che sono stati nominati in questa legislatura dai consiglieri e dagli assessori regionali e quanto costano ai calabresi tutti. La stragrande maggioranza, diversamente dalla Renda che non risulta iscritta in nessun elenco, risulterebbe iscritta nell’ albo nazionale della “Buoncostume” della Polizia e dei nullafacenti e truffatori abituali.Lo chieda dottoressa Di Furia ,così capiremo se postriboli e lupanari siano conosciuti e frequentati dai nostri rappresentanti in consiglio regionale.
Pino Mammoliti