«Mi sono fatto coraggio e mi sono convinto che avrei dovuto portare a termine, nella maniera più chiara possibile, la mia intenzione di denunciare tutto quanto a mia conoscenza». Sono le parole di un imprenditore che ha scelto di collaborare con i carabinieri e la Procura antimafia reggina per uscire dal giogo dell’estorsione praticata nei suoi confronti dalle cosche di ‘ndrangheta di Locri. Un percorso collaborativo che è stato supportato dai carabinieri che, insieme agli investigatori della Guardia di Finanza hanno messo a segno l’operazione chiamata “Riscatto – Mille e una Notte”.
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Nel racconto del testimone di giustizia emerge uno scenario inquietante. Un emissario delle consorterie locresi lo andava a trovare nei vari cantieri, in quelli privati ma soprattutto su quelli dei lavori pubblici, per richiedere una tangente a nome e per conto delle “famiglie” di Locri, per poi pretendere un pagamento che, forse per non destare sospetti o per evitare eventuali intercettazioni, avvenivano «a Locri, nella pubblica via».
È il caso del pagamento di una tangente di 4 mila euro per i lavori di ristrutturazione di un edificio scolastico: «Per lavorare in maniera tranquilla e scongiurare eventuali ritorsioni quali danneggiamenti ai beni della mia ditta, in data 4 aprile 2015, a Locri, per strada, ho consegnato 3 mila euro (…) In data 8 maggio 2015, anche questa volta a Locri e nella pubblica via, ho consegnato mille euro».
Fu invece da 3 mila euro la mazzetta versata ai clan per i lavori di valorizzazione di Palazzo Nieddu-Del Rio, edificio com’è noto di grande valenza storico-culturale di Locri, e luogo simbolo della lotta contro la criminalità organizzata, dove nell’ottobre del 2005 fu assassinato Francesco Fortugno. «Per la mia tranquillità e per non avere problemi al cantiere – ha raccontato l’imprenditore – in data 21 novembre 2015 ho consegnato il denaro chiestomi, a Locri, per strada».
Un modus operandi che si è concretizzato anche per i lavori di manutenzione idraulica dei valloni che attraversano il territorio comunale di Locri: «Anche in questo caso – è il testimone che parla – la consegna del denaro è avvenuta a Locri nella pubblica via».
Fonte : Rocco Muscari – Gazzetta del Sud