Il comitato “DifendiAmo l’ospedale” di Locri è intervenuto per segnalare quella che viene definita “la disorganizzazione della campagna vaccinale” nel comprensorio locrideo.
“Cresce l’indignazione dei cittadini – apre così la nota diffusa agli organi di stampa – per la disorganizzazione con cui viene condotta nella Locride la campagna vaccinale anti-Covid che, per concretizzarsi in tempi brevi, avrebbe avuto necessità di un piano operativo dettagliato, dalla gestione delle prenotazioni, alla logistica e al personale coinvolto. Invece, a distanza di un mese dalla delibera dei Commissari dell’ASP di Reggio Calabria n.107 del 11 febbraio scorso, la realtà è ben diversa.
Continua....
1) Dell’accordo sul coinvolgimento diretto dei medici di medicina generale nella campagna vaccinale, avvenuto a livello regionale lo scorso 20 febbraio, non c’è ancora traccia operativa. A dire il vero, nei giorni scorsi, sono apparsi sulla stampa appelli da parte degli stessi medici di famiglia che evidenziano il mancato concreto coinvolgimento. Nel Lazio, solo a titolo di esempio, ad oggi, sono circa 2.000 i medici di medicina generale che sono stati già approvvigionati con i vaccini per un totale di oltre 38 mila somministrazioni. Cos’è che impedisce, con un accordo regionale stilato, l’utilizzo della diffusa rete di medici di base che sarebbe nelle condizioni di poter vaccinare in tempi rapidissimi un gran numero di persone?
2) Per quanto riguarda i punti vaccinali territoriali, è stato fatto nei giorni scorsi un sopralluogo presso il Consorzio termale di Antonimina, per verificare l’idoneità della struttura. I locali sono stati ritenuti idonei, ma non si riesce a comprendere cosa manchi per partire. Verrà realizzato o farà la fine di tante altre promesse? Ad oggi abbiamo un solo punto vaccinale territoriale, a Siderno, per i 42 comuni della Locride, che vanno da Palizzi a Monasterace. Gli stessi operatori sanitari evidenziano, con note apparse sulla stampa, che un solo centro territoriale non può essere sufficiente. Il centro vaccinale territoriale ha un enorme carico di lavoro che viene svolto dagli operatori con grande spirito di sacrificio, ma è accettabile continuare ad operare in queste condizioni? E’ così difficile rendersi conto del fatto che una campagna vaccinale di massa, per raggiungere gli obiettivi prefissati, ha bisogno di più punti fissi vaccinali territoriali ed anche di unità mobili? Strutture come quella delle Terme, messa a disposizione dai Sindaci di Locri e di Antonimina, ma anche altre, da adibire allo scopo, non sono certo difficili da reperire in una situazione di così grave emergenza.
3) Ci costa personalmente che ci sono medici ed infermieri in pensione ed associazioni di volontariato che hanno dato, gratuitamente, la disponibilità ad essere coinvolti nella campagna di vaccinazione. Non riusciamo a comprendere quali siano i problemi reali che non consentono l’utilizzo di queste preziose risorse.
4) Per quanto riguarda i vaccini, dal report del Ministero della Salute, aggiornato al 10 marzo, sappiamo ufficialmente che in Calabria, delle 213 mila dosi consegnate, ne sono state somministrate 150 mila, cioè il 70 %. Un dato che pone la nostra regione, nel confronto con le altre, agli ultimi posti per utilizzo dei vaccini. Se questi sono i dati, è difficile allora spiegare perché mancano i vaccini. Sono messi da parte per garantire le seconde dosi? Certamente, maggiore trasparenza su questi aspetti non guasterebbe.
5) Anche il sistema di prenotazione è fuori controllo ed una ridda di informazioni contrastanti stanno generando grande confusione ed anche difficoltà operative ai medici di medicina generale. Purtroppo, a distanza di due mesi, non è ancora a regime il sistema di prenotazioni online realizzato da Poste italiane, a cui la nostra regione ha aderito. L’informatizzazione avrebbe garantito, attraverso l’agenda digitale, un servizio più semplice ed efficace, evitando così i pericolosi assembramenti che si continuano a registrare.
Nel frattempo, le notizie, che arrivano sull’andamento della circolazione delle nuove varianti del virus, sono molto preoccupanti ed abbiamo necessità di fare presto, di non perdere neanche un giorno di tempo. Questa incapacità organizzativa, nelle condizioni in cui ci troviamo, non è assolutamente accettabile. Non ci interessa sapere di chi siano le responsabilità. Pensiamo che il diritto dei cittadini di potersi vaccinare in tempi rapidi debba essere tutelato in tutte le sedi, comprese, se necessario, – conclude la nota – quelle giudiziarie”.