Mer. Lug 17th, 2024

Un connubio scellerato
tra ‘ndrangheta e professionisti.
È quello che emerge
dalle carte dell’operazione
“Euro-Scuola”, coordinata
dalla Dda di Reggio Calabria,
che ha portato ieri
all’arresto di 15 persone. In
cabina di regia secondo i
magistrati c’erano loro, Pietro
Circosta e Luca Maio,
l’ingegnere di Martone e
il penalista locrese. A finire
sotto sequestro l’istituto
statale d’arte “Panetta” ed
il professionale per l’industria
e l’agricoltura “Ipsia”,
entrambi ubicati a Locri, ritenuti
dagli inquirenti totalmente
abusivi. «L’avvocato
Maio – scrive il gip Nicolò
Marino nell’ordinanza di
custodia agli arresti domiciliari-
si è interessato ad entrambi
gli iter amministrativi
degli immobili oggetto
dell’indagine ed era un socio
di fatto, beneficiario delle
vicende delle società dei
Circosta sin dalla loro costituzione.
È preoccupantechiosa
il gip- la sua messa
a disposizione della sua professionalità,
anche nell’intrapresa
carriera politica,
per perseguire senza pudore
alcuno, interessi illeciti in
danno della cosa pubblica e
a vantaggio di una cosca di
‘ndrangheta». Secondo l’accusa,
chi ha gestito i progetti
si è curato anche di eludere
la normativa antimafia, per
esempio omettendo la comunicazione
alla Provincia
reggina di atti con i quali
Antonio Circosta, socio accomandatario,
comunicava
la modifica della compagine
sociale, rappresentando falsamente
la fuoriuscita dalla
sua società di alcuni soci
oggi indagati indagati: Antonio,
Rocco, Cosimina e Lucia
Maiorana, che di fatto,
invece, rimanevano comunque
soci della società. Tutto
per consentire a persone
vicine ai Cordì di percepire
indebitamente, in relazione
alla locazione degli immobili
da parte della Provincia
di Reggio Calabria, un
canone di locazione assolutamente
incongruo. Frode
che si sarebbe ripetuta
nell’esecuzione dei contratti
di locazione e compravendita
dell’immobile adibito a
Scuola d’Arte, stipulato con
la Provincia di Reggio Calabria.
Le accuse mosse dal
pm Antonio De Bernardo
vanno dalla truffa aggravata
e continuata, all’abuso d’ufficio
e frode nelle pubbliche
forniture. Tutti i reati sono
aggravati dall’aver agevolato
la cosca dei Cordì. L’operazione
messa a segno ieri è la
prosecuzione delle attività
investigative effettuate dalla
Dda dopo la pax mafiosa tra
le cosche Cordì e Cataldo
impegnate per anni in una
lunga faida. Dal 2004 al
2005 infatti, l’affare dell’edilizia
scolastica ha rappresentato
una delle scintille
che aveva fatto riaccendere
la guerra di mafia a Locri,
con l’uccisione di Giuseppe
Cataldo, classe 1969. Adesso
la Dda fa luce sugli appalti
delle due scuole. Per il legale
Maio il gip così motiva
i domiciliari: «le operazioni
illecite da lui condotte – già
nella qualità di consigliere
della Provincia di Reggio
Calabria, poi anche nella
qualità formale di socio delle
società del Circosta e comunque
quale socio di fatto,
cointeressato, beneficiario
delle vicende delle suddette
società, con particolare riferimento
alla costruzione,
locazione e vendita degli
immobili dove sono state
allocati l’Istituto d’Arte e
l’Ipsia, acclarano la concreta
e attuale sussistenza del
pericolo di recidiva».
Ilario Balì

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