Lun. Ago 5th, 2024

<<<LA REGIONE REVOCHI LA CONVENZIONE>>>

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Il Tribunale di Locri con sentenza 270/2020 condanna l’Istituto di cure medical e psychology – cooperativa sociale arl (convenzionata con il servizio sanitario regionale) con sede in Bianco R.C. “vedi foto” (anche conosciuto con l’acronimo “CEJRI” centro di riabilitazione per disabili) che sui media vanta di essere un’eccellenza in campo riabilitativo, ma la realtà è diversa.

La vicenda risale al 2012 quando Nicola (mio figlio), soggetto già danneggiato da un vaccino obbligatorio quindi, con grave disabilità psicofisica, era in trattamento riabilitativo presso il “CEJRI”, e durante una seduta di fisioterapia subiva un incidente per mani della terapista “Maria Grazia Staltari” (incaricata appunto dal cejri) che anziché curarlo, lo faceva cadere a terra con il viso in avanti causandogli oltre ad una tumefazione delle labbra, la rottura degli incisivi quindi, un danno permanente.

La stessa terapista, su richiesta dei genitori relazionava l’accaduto quindi, “assumendosi” le responsabilità dell’incidente, mentre il CEJRI non era assicurato pertanto, non in grado di avviare la procedura di risarcimento danni, ma non è finita…

L’Avv.to Macrì Carmelo, difendendo la struttura, ha denunciato i genitori del minore per diffamazione dicendo che facevano false e denigratorie accuse, ma ovviamente erano i fatti esposti come anche dichiarati dalla terapista, ed il giudice avendo ritenuto le affermazioni “giuste critiche” ha chiesto l’archiviazione. Come dire… prima mi danneggi e poi mi denunci? “oltre al danno la beffa”???

Alla luce di ciò, viene messo in mora il cejri, ma ci sono voluti ben 4 anni di trattamenti dentistici, 8 ricoveri c/o l’Ospedale l’Annunziata di Cosenza e relative anestesie affinché le cure mediche fossero concluse in quanto, a causa della sua patologia Nicola è un soggetto non collaborante pertanto, ha subito i trattamenti odontostomatologici in narcosi generale. Di conseguenza ogni seduta dentistica è stata eseguita in sala operatoria pertanto, oltre al dentista e la sua equipe, è stato obbligatorio l’ausilio di anestesisti e rianimatori come in un intervento chirurgico. Lascio immaginare il sacrificio e la sofferenza del ragazzo e della famiglia che già in condizioni “normali” vive in situazione di stress.

In conclusione, tutte le cure del caso e le relative spese sono state documentate al fine di chiedere bonariamente solo un rimborso spese (senza abusare in quanto, si trattava di un incidente), ma l’indennizzo viene negato dal cejri, che preferisce le vie legali pur sapendo che avrebbero comportato ulteriori costi e comunque di soccombere.

Tuttavia, l’atteggiamento dei vertici della struttura è sempre apparso distante e insensibile, anche difronte ad una realtà in cui ci si attendeva un’assunzione di responsabilità. Infatti, non si comprende come si può operare su persone già fragili ed in condizioni di disabilità senza avere i requisiti.

Alla Regione chiedo (alla luce della sentenza) che revochi subito la convenzione alla cooperativa, e contestualmente invii gli organi competenti e la Guardia di Finanza affinché prendano provvedimenti al fine di effettuare le dovute verifiche per stabilire la regolarità dei requisiti e l’idoneità di questa struttura quindi, se può continuare ad operare sui disabili oppure no, e pertanto, se idonea o meno svolgere l’attività.

PS:
Autorizzo gli organi di informazione e di stampa.

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