Mar. Lug 16th, 2024

E’ stato condannato ieri a 3 mesi e 20 giorni di carcere, con pena sospesa, l’aggressore di Liliana Esposito. La madre di Massimiliano Carbone assassinato sotto casa nel settembre del 2004 mentre rientrava da una partita di calcetto. Come ogni giorno dopo la morte del figlio, Liliana si trovava in visita alla tomba di Massimiliano al cimitero di Locri quando un uomo M.V. di 56 anni l’affrontò minacciandola e tentando di impedirle di chiamare i soccorsi. La minaccia e l’aggressione sono state subito denunciate ai carabinieri della locale stazione ed è seguita l’immediata identificazione dell’aggressore, riconosciuto anche da testimoni.
Una aggressione vile, subita in pieno giorno ed in un contesto che dovrebbe dirsi sicuro, anche per la sua sacralità. Nei mesi addietro Liliana, maestra in pensione, testimoniò in aula ripercorrendo quei momenti di terrore. “T’ammazzu puru a tia, u capiscisti ora?”, stando al suo racconto, le sarebbe stato riferito da quell’uomo condannato adesso per aggressione e lesioni personali. Dopo quel giorno la donna, come testimonia la documentazione sanitaria agli atti, avrebbe riportato uno “stato d’ansia di tipo reattivo”. Il magistrato ha indicato il termine di 90 giorni per il deposito della motivazione.
Ancora impuniti, invece, gli autori dell’agguato che quel settembre di 11 anni fa spezzarono per sempre la vità del giovane imprenditore.

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ALESSANDRA BEVILACQUA

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