Il centrosinistra si dibatte nell’incertezza totale, e dall’altra parte… si tenta di stravincere. Un gruppo di leader vi starebbe lavorando, mentre Sainato prepara la sua mossa. Ma nell’attesa è tutto fermo, compreso l’ormai noto dilemma Fontana-Cappuccio.
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La novità è che a cinque settimane dal termine ultimo per la presentazione delle liste alle elezioni comunali del 14 e 15 maggio…non ci sono novità. Almeno, nessuno ha preso posizione in maniera ufficiale, rendendo l’idea di una scena politica cittadina in cui le mosse dei vari attori sono cristallizzate, componendo un unico, grande, fermo immagine in cui si attende solo che qualcuno disattivi il tasto “pausa”.
E per molti l’onere di sbloccare la situazione gettando sul piatto il primo candidato sindaco a “sicuro ”
grava sul gruppo di “Tutti per Locri” che rappresenta la maggioranza uscente in consiglio comunale. ma
per la verità, nemmeno dalla compagine che governa da quasi dieci anni è giunta un’indicazione univoca
in tal senso, dando l’impressione, all’esterno, di oscillare tra la voglia di puntare sull’usato sicuro e proporre il sindaco facente funzioni Giuseppe Fontana e quella di allargare la base elettorale investendo su un candidato di estrazione moderata come Alfredo Cappuccio, dopo aver stretto un accordo in tal senso col gruppo di “Comunità solidale” coordinato dal commercialista Ettore Lacopo e del quale fanno parte, tra gli altri, i fratelli Pino e Fabio Mammoliti. Una soluzione, quella di Cappuccio, che appariva come
quasi definitiva a inizio settimana, ma che col passare dei giorni lascia sempre meno certezze, congelando, di fatto, quasi tutto il panorama politico cittadino, che di fatto, attende una mossa. Già, perché se non si dovesse concretizzare l’ipotesi di accordo su Cappuccio con “Comunit à Solidale” quest’ultima prenderebbe, con tutta probabilità, percorsi differenti.
E il gruppo di Raffaele Sainato? L’ex consigliere regionale ha già una lista pronta di candidati al civico
consesso e per ora si esprime solo con l’immagine di copertina del proprio profilo Facebook, sulla quale martedì aveva inserito una grafica in cui preannunciava una imminente conferenza stampa per manifestare la propria posizione in vista delle amministrative di maggio, senza indicarne né l’ora e né la
data. Quella grafica non c’è più ed è stata sostituita con un primo piano dello stesso Sainato che “indossa” un sorriso sornione, come di chi sta preparando una mossa a sorpresa.
Già, perché al di là delle note stampa diramate nei giorni scorsi, tra cui quella del circolo di Fratelli
d’Italia che conferma – qualora ce ne fosse bisogno – il sostegno alla maggioranza uscente, l’indiscrezione più interessante riguarda il tentativo, sottotraccia, che alcune figure di spicco della politica cittadina starebbero facendo per ricongiungere tutte le anime del centrodestra locrese. Un lavorio sotterraneo che vedrebbe nell’ex sindaco e attuale presidente del Gal “Terre Locridee” Francesco Macrì (che comunque
non conferma l’indiscrezione) uno dei principali artefici. Ora, considerando che il centrodestra a Locri è
maggioritario e che suoi esponenti sono sia in “Tutti per Locri” che in “Scelgo Locri” che nel gruppo di Sainato, se davvero dovesse riuscire sarebbe una vera e propria impresa sul piano politico, considerando le spaccature interne degli ultimi anni, e tale da consegnare agli elettori una coalizione rigenerata e in grado da giocare un ruolo da favorita. E sarebbe proprio questo tentativo in corso ad aver modificato in corsa i piani di più di un leader cittadino che ora attenderebbe l’esito della “super trattativa”.
E il fronte opposto? L’ala sinistra (DeMa più “Storia e Progresso per Locri”) rimane sulla posizione più
intransigente improntata alla netta discontinuità con chi ha amministrato negli ultimi due lustri e attende
che qualche potenziale alleato possa rompere gli indugi. LocRinasce e Partito Democratico, invece, hanno diffuso una nota stampa a testa nello spazio di sette giorni, in cui, usando un politichese stretto, si sono detti per la discontinuità e hanno manifestato disponibilità al dialogo con chi ne condivide le finalità.
Un tepore, il loro che forse non può bastare ad accendere l’entusiasmo di un elettorato a tutt’oggi privo
di riferimenti certi.
fonte gazzetta del sud