Sab. Nov 2nd, 2024

Il Consiglio comunale di Locri sarebbe a rischio scioglimento, e correrebbe anche il rischio di subire un secondo dissesto finanziario. È quanto emerge da una nota sottoscritta da quattro consiglieri comunali di Locri e trasmessa al prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani e alla Corte dei Conti di Catanzaro nonché al presidente del consiglio stesso Miki Maio. I quattro firmatari, i consiglieri comunali Raffaele Sainato e Anna Sofia (entrambi eletti nella lista di maggioranza “Tutti per Locri”), Vincenzo Carabetta e Michele Ratuis, (eletti nella lista di minoranza “Scelgo Locri”) nella nota segnalano «anomalie» dovute a gravi sviste dell’Amministrazione comunale nell’iter dell’approvazione del bilancio 2019 con deliberazione del Consiglio comunale n. 5 del 24 luglio 2020. Identica «anomalia – aggiungono – sarebbe stata commessa anche nell’approvazione del rendiconto di bilancio 2020 approvato con deliberazione di consiglio comunale numero 19 del 10 agosto 2021».

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L’anomalia segnalata dai quattro consiglieri comunali riguarderebbe il disavanzo di 782 mila euro emersi nel rendiconto 2019. Nella nota – dopo aver premesso che la Corte Costituzionale, con sentenza 28 gennaio 2020, n. 4, dichiarava «l’illegittimità costituzionale dell’art. 2 comma 6, del D.L. 19 giugno 2015 n. 78 convertito, con modificazioni, nella legge 6 agosto 2015 n.125, nonché dell’art. 1, comma 814, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 nella misura in cui consentivano di utilizzare le anticipazioni di liquidità al di fuori dei ristretti limiti del pagamento delle passività pregresse nei termini sanciti dal D.L. n. 35 del 2013” i firmatari evidenziano che il legislatore, «per consentire agli enti locali di evitare situazioni di squilibrio dei propri bilanci, in sede di conversione del Decreto Legge 30 dicembre 2019, n. 162 (convertito con modificazioni in Legge 28 febbraio 2020, n. 8), all’art. 39 quater stabiliva che i disavanzo “può essere ripianato in non più di quindici annualità, a decorrere dall’esercizio finanziario 2021, in quote annuali costanti”. Questa possibilità – continuano – è data alle condizioni dettate dal comma 2 del menzionato articolo dove viene previsto espressamente che “le modalità di recupero del disavanzo devono essere definite con deliberazione del consiglio dell’ente locale, acquisito il parere dell’organo di revisione, entro quarantacinque giorni dall’approvazione del rendiconto. La mancata adozione di tale deliberazione è equiparata a tutti gli effetti alla mancata approvazione del rendiconto di gestione”».

Sainato e gli altri evidenziano che il comune di Locri ha approvato il rendiconto della gestione 2019 «senza rispettare quanto previsto dalla normativa succitata». E anche per l’anno 2021 ha ripetuto tale procedura approvando il rendiconto della gestione 2020, «manifestando, in questa occasione, l’intenzione di voler ripianare la somma scaturita dal disavanzo in quindici annualità, a decorrere dall’anno 2021». Però «l’Ente ha omesso, nei 45 giorni successivi all’adozione del rendiconto di gestione, di stabilire, con deliberazione dell’organo consiliare, le modalità di ripiano del disavanzo di amministrazione, derivante dall’adeguamento ex art. 39 quater cit., nonché di acquisire il prescritto parere dell’Organo di revisione dell’Ente».

Infine, i quattro consiglieri comunali richiamano l’art. 227 comma 2 bis del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Tuel), che statuisce che «in caso di mancata approvazione del rendiconto di gestione entro il termine del 30 aprile dell’anno successivo, si applica la procedura prevista dal comma 2 dell’articolo 141». La quale dispone che «i consigli comunali vengono sciolti quando omettono l’approvazione dei bilanci».

FONTE GAZZETTA DEL SUD