Mar. Lug 16th, 2024

” L’índimentícato doftor Borsellino, uomo di elevato spessore gi ridico e umano, credente e
religíoso praticante, possessorc di quel grande dono della fede, forza che smuoye i fondali degli
oceani e le yíscere delle montagne (…).” Così esordisce un detenùto della Casa Circondariale di
Locri neÌ suo commento d€dicato al Giudice Paolo Borsellino, con il quale si è conclusa la
rappresentazione teatrale “ll corno di Olifante”, pofiato in scena a Locri dalla compagnia “Teatro
Stabile Assai” della Casa di Reclusione di Rebibbia il 22 agosto e che ha concluso, per volontà della
compagnia e gîazie all’aùtolizzazione della Casa Circondariale di Locri, anche la manifestazione
serale, svoltasi a Madna di Sant’Ilario dello Jonio presso il Piazzale del “Sacro cuore”.
Lo spettacolo teatale è stato donato ai detenùti di Loc dall’Associazione di Promozione Sociale
“PoÌiteia – dentro Ia Ciftà”, che nell’ambito del progefto “ll Plareta o”, autodzzato dalla Dircttrice
Patrizia Delfino, per permettere ai detenuti di pafecipare a corsi di teatro ed afte tenuti da
professionisti, ha presentato il progetto “Un palcoscenico oltre le sbarre”.
Già lo scorso anno, il Presidente dell’associazione awocato Elena Gratteri e il vicepresidente
awocato Maria Teresa Badolisani avevano proposto, prima delìa costituzione dell’associazione, di
ospitare la compagnia di Rebibbia e con la collaboúzione della dottoressa Patrizia Delfino e
deÌÌ’area edrìcativa, mppresentata dalla dottoressa Maria Valeriani, dal dottor Alberto Rossi e dalla
dottoressa Marika Foti, è stato possibile realizzare lo spettacolo “Scusate si so nato pazzo”, che
denunciava il disagio mentale prodotto dal ca-rcere.
Quest’anno in occasione del venticinquesimo anniversario della morte del Giudice Borsellino, per
celebnre la memoria dell’indimenticato magistrato e la forza di resistenza dei suoi familiari, la
compagnia “Teatro Stabile Assai” ha presentato un inedito panllelismo della sua morte con quella
del paladino Orlando.
Due eroi a confionto che harlno deciso di andarc incontro alla morte, pur di maritenere ben saldi i
propri ideali. Né Paolo Borsellino, né Orlando hanrÌo scelto la strada più facile che li avrebbe, di
certo, condotti alla salvezza. Dalla scena dedicata al paladino di Roncisvalle, che entra sul
palcoscenico intonando una canzone di Fossati e dialoga con la compagna sulla necessita di noll
suonare il corso di olifante per guadagnare un posto scolpito nell’etemità! alle scene successive in
cui si sono altemati il figlio e la moglie di Borsellino e Paolo Borsellino e ciovanni Falcone, il
pathos è diventato più intenso.
Se, infatti, Orlando si è dimostrato un eroe dalla vena comica, che con il suo atteggiamento ha
stappato piit di un sordso del pubblico; I’abbraccio tra Manfredi e sua madre, l’apparizione in
sogno di Giovami, che ha tentato di persuadere il suo fratemo amico a chiedere il trasferimento da
Palermo e le lacrime cariche di rabbia e noslalgia di Manftedi haano, senza dubbio, fatto riflettere
tutti sulla grande figura del giudice Borsellino e sulla forza immensa della moglie e dei figli nel
voler conoscere la verità sulle stragi.
Alla gande emozione portata sul palcoscenico dagli atto della compagnia si è aggiunta quella
degli attori improwisati del carcere di Locri, che hanno recitato dei pezzi sui due Giudici simbolo
della lesalità e della lotta alla mafia.
La recitazione è stata intervallata da bellissime canzoni degli U2, di Bob Marley, di Ivano Fossati
che a volte hanno intensificato la commozione, aÌtre hanno alleggeito la perfomance.
Alla fine dello spettacolo, è intenenuta la Dott-ssa Caterina Pacileo, anche come delegata della
direttrice, per esprimere i ringraziarnenti alla compagnia di Rebibbia, al sìio regista, Dott. Antonio
Turco, cogliendo la genialità deì parallelisno, ed aìl’associazione Politeia – Dento la Citta
promofice della manifestazione, che attrave$o il suo presidente ha, a sua volta ringrazialo, Ia
direzione del carcere, la polizia penitenziada e l’area educativa per aver petmesso la reallzzazio\e
del progetto- La compagnia “Teatro Stabile Assai”, infne, è stata omaggiata di un crocifisso in
felro bathrto, realizzato dai detenuti e consegnato da un loro rapprcsentante.

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