Ha trovato un cantore d’eccezione anche oltre Oceano – dopo essersi fatto conoscere e apprezzare sui mercati di Francia, Regno Unito, Canada, Svizzera, Polonia, Germania, Repubblica Ceca e Kirghizistan – lo zibibbo prodotto da Giovanni Celeste Benvenuto, assurto tra le eccellenze dell’enologia calabrese.
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E’ Eric Asimov, critico del New York Times e nipote del celebre scrittore Isaac. E così, sulle prestigiose pagine del quotidiano newyorchese, il giovane vignaiolo di Francavilla Angitola (Vibo Valentia), che ha ridato nuova vita ad una produzione locale finita nel tempo in una sorta di ingiusto oblio, ha potuto ottenere una meritata consacrazione per il suo vino inserito, assieme ad altre etichette blasonate, nella top ten dei migliori bianchi del Belpaese.
Ma come nasce questo zibibbo secco che si fregia anche della denominazione Igp e che nulla ha da invidiare a quelli prodotti in Sicilia? Le uve vengono coltivate in regime biologico sulle colline a strapiombo di Francavilla Angitola ad un’altitudine di 350 metri sul livello del mare su terrazze naturali realizzate in un terreno ricco di minerali. Qui si vendemmia, a mano, tra la seconda e la terza decade di settembre, nelle ore più fresche della giornata e applicando una rigorosa selezione manuale dei grappoli. Segue tutto il lavoro di pigiatura, macerazione, pressatura e fermentazione che regala a questo vino le peculiari caratteristiche organolettiche come il grado alcolico 13,5, il colore giallo paglierino con riflessi verdolini e un profumo intenso e complesso, aromatico, con spiccate note minerali e di agrumi e fiori. Nato in Abruzzo, dove la sua famiglia si era trasferita dopo un passaggio a Roma, Giovanni Celeste Benvenuto, laureato in Scienze e tecnologie agrarie e con alle spalle master e la qualifica di sommelier, ha poi deciso di tornare in Calabria per dedicarsi, rapito dai luoghi di origine della sua famiglia e nel ricordo del nonno, alla coltivazione dei terreni di famiglia. E adesso, dopo anni di impegno e passione, per lui è arrivato il momento di godersi la ribalta e questo riconoscimento importante che proietta il suo zibibbo oltre i confini italiani, confermando la validità della sua scelta di vita e di lavoro. . ” Non ricordo di aver visto lo zibibbo da nessuna parte – ha scritto Asimov sul Nyt – tranne che dalla Sicilia, ma questo viene dalla Calabria, la punta dello stivale italiano, dove Giovanni Celeste Benvenuto coltiva biologicamente. Il vino è fragrante, dai profumi sinceri, e scende facilmente. Come molti moscati , è un ottimo accompagnamento estivo”.
Parole che sono musica per il giovane vignaiolo calabro-abruzzese. “È una enorme soddisfazione – sostiene Benvenuto – ritrovarsi tra i migliori 10 bianchi secondo il New York Times è come raggiungere la vetta dalla quale ti fermi ad ammirare il percorso fatto, pronto poi per ripartire ancora più carico.Aver recuperato lo Zibibbo e poterlo raccontare al mondo è il mio gesto di amore verso la Calabria che amo e che mi ha accolto con amore.”