Mar. Set 17th, 2024

La proposta di schierare Nico Stumpo in entrambi i listini fa esplodere la protesta. I territori esclusi chiedono rappresentanza e minacciano un disimpegno in occasione del voto: «A queste condizioni non ci stiamo». Inviata una controproposta a Roma

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Liberi e litigiosi. Nel partito di Grasso infuriano le polemiche dopo le prime indiscrezioni sulle candidature nei listini proporzionali di Camera e Senato. In particolare, è il piazzamento riservato a Nico Stumpo ad agitare gli animi in Calabria. L’ultimo vertice romano di Leu ha fissato alcuni punti fermi per i listini regionali. E il nome del deputato crotonese, uno dei fondatori del partito, si è nettamente imposto su tutti gli altri. Stumpo, infatti, secondo lo schema di massima disegnato nel corso dell’ultima trattativa, dovrebbe essere il capolista in entrambi i collegi proporzionali calabresi, quello Nord e quello Sud. L’altro punto fermo è il leader di Sinistra italiana Angelo Broccolo, proposto al primo posto nel proporzionale al Senato. Due decisioni che, sebbene non ufficiali, hanno scatenato la reazione dei vari leader locali – da Reggio a Vibo, passando per Cosenza – che reclamano spazio e rappresentanza per tutti i territori tagliati fuori da un posto utile in lista.
Una bella grana, per la formazione di Bersani e D’Alema, obbligata a trovare una sintesi per non far naufragare un progetto appena nato. Il rischio concreto è che, senza una redistribuzione più equa delle candidature, molti big si tirino indietro dalle sfide degli uninominali. «Non ci possono chiedere di sacrificarci nel maggioritario per  far eleggere il solo Stumpo. A queste condizioni non ci stiamo», mormora uno dei dirigenti di primo piano di Leu. Sull’Aventino ci sarebbero diversi big del partito, tra cui il gruppo reggino che fa capo a Nino De Gaetano e quello vibonese di Antonio Lo Schiavo.

IL COSENTINO DICE NO Aperto dissenso è stato manifestato da tutti i rappresentanti del Cosentino di Mdp, che in un documento hanno espresso tutte le loro perplessità rispetto alla «circostanza che, pur in presenza di posizioni esplicite espresse dal territorio in merito ai criteri da adottare per designare i candidati, non sia stata registrata finora alcuna interlocuzione con i dirigenti nazionali di Articolo 1 e di Leu». La richiesta è esplicita: «Dare rappresentanza a una parte importante e significativa del territorio calabrese afflitto da vecchi e nuovi problemi» attraverso un «criterio irrinunciabile» nella selezione dei candidati: «L’appartenenza al territorio di riferimento, oltre alle necessarie qualità morali, professionali, culturali che ogni candidato deve possedere».

LA PROPOSTA Nessuno, in realtà, sembra aver voglia di rompere un giocattolo che, anche in Calabria, potrebbe ottenere buoni risultati. I sondaggi, tuttavia, spiegano che Leu, almeno per il momento, non sembra in grado di di vincere alcuna sfida uninominale, ma potrebbe conquistare un paio di seggi solo al proporzionale. Ed è proprio per questo che i maggiorenti “ribelli” chiedono un bilanciamento che tenga conto di tutte le anime del partito. I rappresentanti reggini e vibonesi di Mdp e Sinistra italiana, in modo compatto, avrebbero già inviato a Roma la loro controproposta, che prevede un candidato capolista al proporzionale di una delle due province. Queste le ipotesi: 1. Broccolo nel collegio Nord, Stumpo a Sud e il primo posto al listino senatoriale a un candidato delle aree escluse; 2. Broccolo al Senato, Stumpo a Nord e a Sud un vibonese o un reggino. Gli aventiniani non sembrano disposti a valutare altre opzioni. «Se non accettano la nostra proposta – spiega un altro dirigente di primo piano – avremo difficoltà a fare campagna elettorale per il partito». Un modo cauto per dire che il rischio disimpegno è davvero forte. Con tutte le conseguenze del caso. Ora la palla passa nuovamente ai tavoli romani. Uno dei leader nazionali, Roberto Speranza, è già stato allertato: «Ci avevate proposto un progetto di cambiamento, ma così salta tutto». Grasso dovrà sciogliere il nodo al più presto.

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