Dom. Lug 28th, 2024
Foggia-Reggina, il commento alla gara: gli amaranto contengono la capolista per lunghi tratti, prima di capitolare ad inizio ripresa.

E’ durato quasi un’ora, il sogno della Reggina di fermare la capolista. Volenterosi ed ordinati, gli amaranto hanno ceduto il passo all’incornata vincente di Loiacono, vedendo interrompere la striscia positiva (undici punti nell’ultimo mese, tre vittorie consecutive), di fronte ad un pubblico da categoria superiore.

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FOGGIA 2UNA SOLA PUNTA-Due assenze pesantissime per Karel Zeman, che torna nella città in cui da bambino visse la favola scritta da papà Zdenek. Il tecnico amaranto è costretto a rinunciare alla “premiata ditta” Porcino-Coralli, protagonisti assoluti a suon di assist e gol. Al posto dell’esterno sinistro agisce Cane, il cui adattamento porta sulla  corsia opposta Maesano, all’insegna di una soluzione già vista lo scorso anno in serie D. Le sorprese, riguardano il centrocampo e l’attacco: insieme a Botta e Knudsen c’è Romanò e non De Francesco (scelta probabilmente “strategica”, visto che l’ex Lazio è in diffida), mentre tutto il peso degli ultimi sedici metri è affidato a Bianchimano, con Bangu trequartista. Ancora fuori Leonetti dunque, amaranto col 3-5-1-1.

La capolista risponde con il solito 4-3-3 modello Stroppa, che vede Chiricò e Di Piazza ai lati di Mazzeo. Panchina sia per Sarno che per Sainz Maza, ex dell’incontro.

DOPPIA MANDATA-Consapevole della enorme forza di un avversario che da metà febbraio in poi ha spazzato via qualsiasi ostacolo gli si sia parato davanti, la Reggina si chiude a doppia mandata: le maglie bianche presidiano con ordine la propria metà campo, intasando le corsie esterne e provando a chiudere ogni spazio. Il primo squillo all’8′, quando Chiricò dalla destra lancia col contagiri Di Piazza, ma tifosi rc a foggiaquest’ultimo impatta malamente da due passi e l’azione sfuma. Al 13′ i satanelli chiedono inutilmente un calcio di rigore, visto che il direttore di gara considera del tutto veniale il contatto tra De Vito e Mazzeo, nel cuore dell’area ospite. La capolista prova a sorprendere il “fortino” reggino con lanci lunghi, ma la scelta di Stroppa non dà risposte del tutto convincenti, anche perché Kosnic e compagni reggono bene l’urto fisico. Al 17′ però, serve tutta la reattività di Sala per evitare che la prima palla gol della gara non si trasformi nel vantaggio pugliese: il portiere di proprietà della Ternana è bravissimo sul tiro ravvicinato di Mazzeo, nell’unico errore commesso fin lì dai propri compagni di reparto.

Le emozioni latitano, ma lo Zaccheria esplode ugualmente: il Matera sta battendo il Lecce, una vittoria consentirebbe ai rossoneri di festeggiare la serie B già oggi pomeriggio. La Reggina dal canto suo prova a far uscire Guarna dal ruolo di spettatore non pagante, calciando per la prima volta nello specchio al minuto 35: Bianchimano cerca il gol dell’anno da quasi centrocampo, il coraggioso tentativo si trasforma in un passaggio per il portiere avversario. La spinta foggiana, riprende poco prima del rientro negli spogliatoi per l’intervallo. Al 43′ Sala smanaccia sul tentativo di Chiricò, prima che il “muro bianco” neutralizzi il successivo colpo di testa targato Coletti, innescato dall’assist in rovesciata di Mazzeo. Un minuto dopo, a mettere i brividi agli amaranto è la sventola improvvisa di Rubin, non di molto sopra la traversa.

LOIACONO SPEZZA IL SOGNO-Nella ripresa il copione è identico. Capolista tutta protesa alla ricerca del successo, Reggina chiusa a doppia mandata per portare a casa un punto d’oro. I piani amaranto, saltano al minuto 56: Mazzeo si inventa un altro cross al bacio, Loiacono stacca con troppa libertà e Sala stavolta non ci arriva. L’azione del gol foggiano nasce da un’iniziativa dell’ex Sarno, entrato un minuto prima per Chiricò. I 16.000 dello Zaccheria impazziscono di gioia, Zeman prova immediatamente a correre ai ripari inserendo De Francesco per per Romanò. La reazione reggina non c’è, il Foggia continua a sciorinare bel gioco anche se da Matera arriva la notizia del pareggio del Lecce, che costringe di fatto Stroppa ed i suoi a rinviare la grande festa. Lo spagnolo Sainz Maza completa il quadro degli ex amaranto, sostituendo Di Piazza.

SINFONIA ROSSONERA-Al 65′ Gianola è provvidenziale nel mettere una pezza su Mazzeo, vanificando così l’invito di Rubin. Zeman capisce che di questo passo Guarna può continuare a dormire sonni beati, ed allora si torna al 3-5-2: fuori un evanescente Bangu, dentro Leonetti. Neanche questa mossa dà la scossa, a comandare il gioco è sempre la capolista. Al 72′ Sarno ha la palla del ko su un delizioso filtrante di Mazzeo, ma da due passi calcia addosso a Sala. Tre minuti più tardi, lo stesso Sarno veste i panni dell’uomo assist dalla bandierina, Martinelli arriva tutto solo ma grazia a sua volta la Reggina, con un’incornata sopra la traversa. Nella compagine dello Stretto si registra l’esordio di Ameth Lo al posto di Maesano, con quest’ultimo apparso claudicante al momento del cambio. Le palle gol sono sempre di marca locale, all’81’ Maza illumina per Mazzeo, la cui pronta girata si spegne sull’esterno. All’82’ timide proteste reggine per una caduta in area di Bianchimano, finito a terra proprio mentre stava cercando di liberarsi dal diretto marcatore: per Zanonato è tutto regolare, l’impressione è che anche questo contatto, così come quello tra De Vito e Mazzeo nel primo tempo, non fosse tale da determinare la massima punizione. L’ultima speranza si infrange nel quarto dei cinque minuti di recupero, con Bianchimano che dal limite spara alle stelle.

La Reggina ci ha provato, ma onore e merito ad un avversario apparso anche oggi di ben altra categoria. Amaranto agganciati dall’Akragas, vittorioso sulla Casertana, mentre le buone notizie arrivano da Messina, con i giallorossi sconfitti dal Melfi. A complicare i piani semmai, è il successo del Monopoli in casa di un Taranto che sembra ormai alla deriva: il primo acuto del 2017 dei biancoverdi, riduce da quattro ad una lunghezza il vantaggio sui playout.  Adesso, testa alla Virtus Francavilla: un appuntamento da non fallire assolutamente, per evitare brutte sorprese.

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