di Raffaella Silvestro
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Scrive Giacomo Francesco Saccomanno le liste pulite sono state chieste dalla Lega ed oggi, finalmente, inizierà un nuovo percorso per la politica calabrese. Un tentativo di bloccare, per quanto possibile, un’introduzione nella politica di soggetti vicini alla ‘ndrangheta e, comunque, non adeguati ad amministrare la cosa pubblica. Un modo per cercare di limitare un andazzo degli ultimi anni che era diventato veramente intollerabile: persone quasi sconosciute che all’improvviso sono diventate portatrici di valanghe di consensi. È inutile ripetere gli accadimenti! Un punto di partenza e non certamente di arrivo! Le inchieste della magistratura sono piene di dichiarazioni di pentiti che descrivono di come il consenso sia stato acquisito grazie agli appoggi di questa o quell’altra famiglia mafiosa. Ma questo non basta! Non si può e non si deve scaricare sulla magistratura quella responsabilità che ricade sui partiti che devono avere il coraggio di eseguire un taglio netto, indipendentemente dalle risultanze dell’antimafia. Vi è un problema morale che va oltre le verifiche dell’antimafia. I partiti devono avere il coraggio di allontanare seriamente dalla cosa pubblica il malaffare. Quindi, non è ammissibile che il soggetto incandidabile possa essere sostituito dalla moglie, dal fratello o da un parente che possa diventare una palese simulazione di un passato insostenibile, senza di fatto nulla cambiare. E su questo che oggi la politica deve misurarsi ed interrogarsi. Vi è uno strumento richiesto dalla Lega e portato avanti dai partiti del centrodestra, ma ora è indispensabile che si evitino prese in giro. La verifica deve essere eseguita a 360 gradi ed i partiti saranno responsabili delle proprie scelte. Intanto, il centro destra ha iniziato un percorso fondamentale per ottenere dei risultati impensabili sino a qualche settimana orsono, nel mentre il centrosinistra, molto stranamente, ha evitato qualsiasi confronto ed ha proseguito nella vecchia strada. Chissà cosa succederà?