Le poche ore che mancano alla definizione della Giunta regionale saranno un banco di prova decisivo per la Lega in Calabria. La Lega di Salvini darà prova, con le sue scelte, dell’impostazione che vorrà dare alla propria presenza non solo in Calabria ma in tutto il Sud Italia, a partire anche dalle prossime sfide in Campania e Puglia.
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L’attuale assetto della Lega in Calabria vede quale commissario un parlamentare di Bergamo, Cristian Invernizzi. Invernizzi, dopo un primo periodo di adattamento, è riuscito a raccogliere consensi attorno a sé predicando il verbo di una Lega pronta a valorizzare al massimo la Calabria e i Calabresi. Una Lega non colonizzatrice, finalmente nazionale e federata grazie all’intuizione di Matteo Salvini, senz’altro non intenzionata a rastrellare consensi al Sud rimanendo sostanzialmente a trazione nordica. Un recente comunicato stampa della Lega Calabria ha spiegato che a seguito di un Congresso, di cui non si è appreso nulla pubblicamente, Invernizzi si è trasformato da Commissario in Segretario per tre anni. Per carità, molti Calabresi amici di Invernizzi hanno spesso sostenuto che la sua presenza di leghista doc fosse fondamentale per promuovere la nascita di una vera classe dirigente calabrese, in una regione in cui la vita in genere, ed anche quella politica, non è semplice. Lasciamo da parte gli scandali che, in verità, colpiscono tanto la Calabria e il Sud quanto il Nord, nel senso che non esiste un’esclusiva “questione morale” calabrese o meridionale, ma una “questione morale” italiana che soprattutto al Nord ha molto da spiegare, così come ci raccontano tante importanti inchieste giudiziarie.
Nella Lega Calabria ha assunto un ruolo sempre più incisivo Walter Rauti, originario di Chiaravalle, ma formatosi in Lombardia e all’estero. Che si sappia, Rauti non ha mai svolto attività professionali in Calabria. Da qualche giorno, così come si è appreso dallo stesso comunicato stampa con il quale è stata data informazione circa la celebrazione di un Congresso Lega Calabria, Walter Rauti ha ottenuto un importante incarico a livello di partito: vice coordinatore nazionale degli Enti Locali. Rauti ha finora curato molti aspetti organizzativi, e di fatto politici, per la Lega in Calabria, e continua a svolgere un ruolo decisivo. Qualcuno, richiamando l’antico diritto costituzionale romano nella terra del Senatus Consultum de Bacchanalibus, e nonostante ufficialmente non ci siano mai state dichiarazioni in tal senso, parla di una sorta di diarchia consolare della Lega in Calabria, comunque a fortissima trazione lombarda. Diarchia imperfetta, nel senso che i compiti sono diversi? Può essere! In ogni caso parliamo di equilibri interni della Lega, tutti da interpretare.
Ritorniamo alla partita dell’assetto politico regionale. La Lega ha eletto quattro consiglieri regionali (Molinaro, Mancuso, Raso, Minasi). Sarà uno di loro (o forse due) l’assessore? La scelta avrebbe senso in termine di “calabresità”, ma pare che cozzi con una prevalente regola di dimissioni o comunque di attesa di una normativa sul cosiddetto consigliere supplente. Il naturale corollario sarebbe quello di pensare a uno o due assessori provenienti dalla schiera dei primi dei non eletti: Luigi Novello nella Circoscrizione Nord, Salvatore Gaetano e Antonio Chiefalo nella Circoscrizione Centro, Roy Biasi nella Circoscrizione Sud. La Lega in Calabria alle Regionali ha rastrellato un non esaltante 12%, e rispettivamente le percentuali più alte si sono registrate nelle Circoscrizioni Centro, Nord e Sud. Al di là di questi due scenari, che rappresenterebbero quelli più naturali e oggettivi in una logica di radicamento della Lega in Calabria con una vocazione meridionalista, ogni altra soluzione sembra destinata a generare malumori figli di analisi politiche profonde. In tanti si chiederebbero: ma che idea ha Matteo Salvini della Lega in Calabria? Ma Matteo Salvini viene puntualmente informato sullo stato della Lega in Calabria?
Prendiamo in considerazione, ad esempio, un altro possibile scenario: uno o due assessori esterni. Esterni in che senso? Tanto esterni da apparire più lombardi o nordici che non calabresi? E sarebbe questa la Lega dei Calabresi che tanto affetto ha dimostrato a Matteo Salvini? Di certo Invernizzi e Rauti staranno ragionando di queste cose e avranno capito che la linea della sana coerenza politica, nel senso di pieno rispetto del concetto “La Calabria ai Calabresi”, sarebbe quella più consono per far crescere il partito. C’è chi non ha perso fiducia in Invernizzi, altrettanti sperano che Rauti, anche alla luce del suo nuovo importante incarico, dimostri saggezza ed equilibrio comprendendo fino in fondo le ragioni dei Calabresi. Una Lega calabra a trazione lombarda avrebbe poco senso, e questo è un dato oggettivo che Matteo Salvini terrà senz’altro in debito conto. Il principio sintetizzabile nel motto “La Calabria ai Calabresi” è stato spesso declinato dal parlamentare europeo Vincenzo Sofo che con le sue prime battaglie a Bruxelles sta dando voce al Sud produttivo.
La situazione calabrese sarà osservata con attenzione anche in Campania e Puglia, regioni decisive per il Sud. I candidati della Lega in Campania e Puglia avranno senz’altro voglia di capire quali siano state le scelte del partito in Calabria e quali siano state le logiche prevalenti. Peraltro c’è da chiedersi: ma eventuali logiche prevalenti a trazione lombarda o comunque esogena saranno state pensate e deliberate da Matteo Salvini, eroe popolare e amato anche al Sud proprio perché ha saputo superare il concetto di Lega Nord? Su questi temi dirimenti potrebbe cascare il solito metaforico asino! Perché? Chiaro: la Calabria potrebbe diventare la tomba politica dell’idea di una Lega non più a trazione nordista!