Le dichiarazioni dell’eurodeputato (non ricandidato) sulle possibili “infiltrazioni” nel Carroccio: «Tutti mi dicono che ci saranno cose da far venire i capelli dritti»
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L’esclusione di Mario Borghezio dalle liste per le Europee è di qualche giorno fa e, ovviamente, la “rottamazione” subita dalla leadership salviniana brucia. Quindi sarà anche la delusione per la mancata ricandidatura a farlo parlare. Però di cose certamente ne sa. Leghista di ferro, eurodeputato da 18 anni e vero uomo ponte tra il Carroccio e l’estrema destra europea, Borghezio conosce benissimo i meccanismi interni al fu partito del Nord diventato oggi la potenziale prima forza politica del Paese. Meccanismi che, come sempre, ruotano attorno ai soldi. E se finora la Lega «ha avuto una rappresentanza limitata al parlamento europeo», il prossimo 26 maggio è probabile che arrivi un exploit di consensi, «quindi “esploderà” anche il budget».
Borghezio lo spiega in un’intervista rilasciata a Guido Ruotolo per michelesantoro.it. «Il budget è una cosa cosa che va controllata e io ho paura della superficialità, perché in Europa – spiega l’eurodeputato – chi ha combinato pasticci prima si è beccato l’indagine dell’Olaf e dopo gli è arrivata addosso la polizia belga. Io controllavo personalmente anche quelli del Front National e la vicenda degli scontrini l’ho denunciata internamente due anni prima che scoppiasse lo scandalo. Per questo a Torino mi hanno tolto la militanza».
Ma i dubbi di molti leghisti della prima ora, chissà se solo per un vecchio retaggio nordista o perché gli elementi sono concreti, riguardano soprattutto il Centro-Sud. «Nel profondo Sud – dice Borghezio – c’è una cortina che impedisce l’entrata e nel partito e la leadership locale dei veri leghisti». Nell’intervista l’eurodeputato fa più volte riferimento ad Angelo Attaguile (candidato salviniano in Sicilia indagato dalla Procura di Termini Imerese per voto di scambio), ma racconta pure che in molti lo avvertono da tempo: «Mi dicono “tu ti impressioni per Attaguile, ma guarda che cosa uscirà dalla Calabria”… e tutti mi dicono che ci saranno cose da far venire i capelli dritti». Insomma nel sottobosco leghista le perplessità su diversi “neo leghisti” meridionali circolerebbero già da tempo: «Tutti mi dicono – ribadisce Borghezio – che c’è una fortissima preoccupazione sulle liste della Calabria».