Incontro tra i vertici nazionali e regionali del Carroccio per affrontare le criticità: l’addio di Molinaro e le richieste di autonomia spingono a un confronto urgente.
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La Lega Calabria è in fermento: campanelli d’allarme risuonano nel partito, mentre l’uscita del consigliere regionale Pietro Molinaro verso Fratelli d’Italia, insieme alla perdita della presidenza della commissione anti-‘ndrangheta, impatta sia sul peso istituzionale che politico del Carroccio in regione. Per fare il punto e tentare di calmare le acque, il sottosegretario Claudio Durigon, responsabile del partito per il Sud Italia, e il commissario della Lega Rossano Sasso hanno incontrato i rappresentanti calabresi a Catanzaro.
Le frizioni tra le fila leghiste sembrano emergere da più fronti. La recente adesione al partito di Katya Gentile, nota per il suo forte radicamento territoriale, avrebbe infatti accentuato i malumori interni. Secondo fonti vicine al partito, il consigliere Molinaro avrebbe manifestato disagio già mesi prima dell’addio, mentre altre figure chiave come il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e il neoeletto Giuseppe Mattiani avanzerebbero richieste di una leadership locale per gestire meglio le peculiarità politiche del territorio.
Il dialogo tra i vertici regionali rimane tutt’altro che semplice: tra i salviniani calabresi c’è chi auspica una maggiore autonomia e persino la convocazione di un congresso regionale, passo impegnativo che confermerebbe le aspirazioni di maggiore autogestione. Durigon e Sasso si sono detti consapevoli delle criticità e determinati a prevenire ulteriori contrasti, tenendo però un tono di dialogo pacato durante il vertice. Resta da vedere come evolverà la situazione nelle prossime settimane e se la Lega riuscirà a mantenere compatta la propria rappresentanza politica in Calabria.