Gio. Ago 8th, 2024

Le ricette “ignoranti” sono quelle un po’ rozze, caloriche, spesso piccanti, non adatte ai palati fini. Ma a quanto pare esistono anche quelle “ignorantissime”: a varcare le frontiere del coraggio in cucina (e a tavola) sono ancora una volta Andrea Gamannossi e Antonio Pagliai, che nel nuovo libro intitolato proprio Ricette ignorantissime (Ed. Carlo Zella, pp. 160, euro 13) tornano a sfidare i salutisti e i radical chic pescando a piene mani dalla tradizione toscana.
Dopo Ricette ignoranti, che è uscito due anni fa e ha raggiunto le tremila copie, i due autori – l’uno scrittore di thriller e gastronomo, l’altro editore di professione ma buongustaio per passione – rincarano la dose con 112 nuovi piatti come il “bordatino”, il fagiano “rivestito”, le cotenne ripiene o la cipollata della nonna. A meno di non essere a dieta, o tifare per quella cucina un po’ anemica che va tanto di moda, non c’è da spaventarsi: sono tutte pietanze espressione di una profonda e antica cultura, cibo che i nostri avi hanno sperimentato e ci hanno tramandato. Il libro è come sempre arricchito da indici e da una spassosa introduzione, le ricette sono suddivise per portata e connotate da un punteggio d’ignoranza (da una a sei teste di cinghiale!). È inoltre indicata la provincia di provenienza, tenendo conto che alcuni piatti sono esclusivi di una città e dei suoi dintorni, mentre altri attraversano la regione e spesso ne oltrepassano i confini, magari in diverse varianti. A chi ha fiducia nel proprio stomaco e si sente pronto per questa intrigante avventura culinaria, non resta che leggere le ricette e mettersi ai fornelli, per non rischiare di incorrere in qualche surrogato da ristorante.

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