Lazzaro Piazza Casalotto Ferrina. Secondo l’ANCADIC poteva sfociare in una tragedia un albero che non avrebbe sviluppato le radici in profondità crollato sulla recinzione di un campetto di calcio. Altro albero si spezza poco più a monte, risparmiate alcune autovetture.
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Probabilmente nella nottata di ieri lunedi 25 ottobre un albero la cui massa arborea sembrerebbe non fosse proporzionata alla mancanza della crescita delle radici in profondità, situato nella piazza Casalotto Ferrina di Lazzaro adiacente ad un campetto di calcio, ad una fontana pubblica nonché a due panchine è crollato e dopo aver demolito la recinzione perimetrale lato Reggio del campetto è finito in parte all’interno dello stesso. Atteso che come appare l’albero non avrebbe sviluppato le radici in profondità il grave evento riteniamo si sarebbe potuto verificare in qualsiasi momento sfociando in una tragedia visto che il campetto è frequentato da bambini e ragazzi e sulle adiacenti panchine siedono alcuni loro accompagnatori, non escludendo la presenza di persone presso la fontana pubblica. Ebbene, come dicono i proverbi: non c’è due senza tre. Invero dopo il crollo di questi giorni del ramo di un albero sulla rotatoria per Motta, cui ha fatto seguito quello sopra citato, il terzo crollo si è registrato pochi metri più a monte sempre in piazza Casalotto Ferrina probabilmente nello stesso giorno di lunedi. In questo caso riteniamo che il vento forte che ha soffiato in questi giorni su Lazzaro abbia potuto spezzare il tronco dell’albero e solo per caso al momento del crollo non vi erano persone presenti e nel posto ove è crollato non vi era un’autovettura che di solito vi parcheggia.
L’ANCADIC continua ad insistere affinché l’Amministrazione comunale e non solo quella comunale del nostro paese presti maggiore attenzione al verde pubblico. Ci sono molti alberi che raggiungono i 10/12 metri di altezza, situati anche lungo la Ss 106, una “Spada di Damocle” sulla testa degli inquilini dei sottostanti fabbricati e sulla circolazione veicolare e ciclopedonale e si continua a tergiversare nonostante le sollecitazioni dell’ANCADIC. Si aspetta la tragedia per provvedere.