Mer. Lug 17th, 2024

Quarant’anni di servizio spesi per servire lo Stato con abnegazione, spirito di squadra e grande coraggio il luogotenente C.S. Vincenzo Sanseviero, va in pensione. Un traguardo davvero meritato, l’ennesimo dopo i tanti obiettivi raggiunti da investigatore, ma che Sanseviero ne avrebbe volentieri fatto a meno o comunque avrebbe allungato i tempi della quiscenza, se qualcuno non gli avesse imposto lo stop, perché per lui lavorare nell’Arma era una missione. Si è arruolato nell’Arma nel 1983, dopo aver prestato servizio in Sicilia, nel 1984 frequenta il corso Sottufficiali  che termina nel 1986. Trasferito in Calabria viene mandato, in un primo momento a comandare la Stazione di Staiti e  successivamente quella di San Luca, in sostituzione del brigadiere Carmine Tripodi, ucciso in un agguato mafioso. A San Luca conduce indagini importanti contro la locale organizzazione criminale, soprattutto nel campo dei sequestri di persona, epoca in cui tutta l’area aspromontana era caratterizzata da questo fenomeno criminale. Tanta la commozione esternata da tutti i componenti della Sezione di pg, nel giorno dei saluti, consapevoli di perdere uno dei più brillanti investigatori calabresi. Il comandante di sezione, il colonnello Gerardo Lardieri ha ringraziato il suo braccio destro per il lavoro svolto consegnandogli  un pergamena in cui, nero su bianco, ha ripercorso la sua carriera: “Oggi, inesorabilmente, si chiude il percorso della tua vita da carabiniere, lavoro per il quale hai speso tutte le energie possibili, raggiungendo risultati brillanti se non  ineguagliabili. Il distacco dall’Arma appare come un ostacolo quasi insormontabile, un po’ come  colui che resta senza una casa dopo che ha contribuito a realizzarla, ma soprattutto a difenderla. Comprendo il tuo stato d’animo ma devi essere orgoglioso per quello che hai dato all’Arma e per l’impegno profuso ai massimi livelli con professionalità e spirito di sacrificio, servendo brillantemente la Nazione per quarant’anni.

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Hai operato sempre in zone ad alta densità mafiosa, da San Luca (RC), ove hai sostituito il collega Carmine Tripodi barbaramente ucciso in un agguato mafioso,  ad altre aree altrettanto sensibili sotto il profilo della criminalità. Nonostante il pericolo e le minacce subite non hai mai placato il tuo ruggente impeto investigativo, abbinato ad un eccezionale coraggio ma soprattutto ad una grande determinazione, al solo scopo di affermare la presenza dello Stato in quelle zone martoriate dalla criminalità mafiosa ed abbandonate da tutti ad un destino infausto. Il tuo atteggiamento di carabiniere ligio al dovere è servito a dare fiducia alla sana popolazione che vedeva in te “l’eroe” che, senza alcun timore per la propria incolumità personale, affrontava con determinazione i mafiosi ed i prevaricatori, imponendo il rispetto della legge. Vincenzo hai dimostrato di essere un vero servitore dello Stato, sei stato un abile maestro per i colleghi, nascondendo, dietro alle tue continue urla verso tutti ed  all’atteggiamento apparentemente  arcigno, una bontà d’animo ineguagliabile. Da te si può solo imparare”. Lardieri nella lettera ha ricordato anche l’aspetto umano di Sanseviero: “ Sei stato un esempio di lealtà e correttezza, ma soprattutto un uomo di sani principi, legato ai valori importanti della vita, ereditati sicuramente da una famiglia salda, nella quale l’onestà è stata la base sulla quale si sono successivamente sviluppate tutte le tue eccezionali doti di uomo e di carabiniere”. 

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